Loving you is a losing game

🪶

Quello che succede a Hawks e Dabi in questo racconto non accade né nel manga né nell'anime, è un pretesto che ho aggiunto io deliberatamente.
In ogni caso... No spoilers, no funerals ✌🏻

Da un anno ormai ero tornata ad abitare la mia piccola casa popolare in un condominio della periferia di Tokyo. La facciata non era cambiata di una virgola da quando, anni prima, mi ero trasferita a Shibuya abbandonando lo squallore di quel luogo ignorato anche dagli dei.
Il colore della facciata era sempre di un rosso mattone sbiadito, l'intonaco si staccava facilmente dal muro e i balconi erano ancora più fatiscenti di quanto ricordassi, pieni di muffa e pronti a crollare da un momento all'altro. Eppure credo che sia proprio questa la caratteristica più interessante dei luoghi malfamati e usurati dal tempo; sembra che stiano per distruggersi, ma sono sempre lì, sfacciati nella loro brutta resistenza mentre sfottono i privilegiati. E noi abitanti di quei posti siamo così, incattiviti ma duri a spezzarci.

Finii di fumare la mia sigaretta e la gettai sul posacenere con noncuranza mentre osservavo dei ragazzini sfidarsi giù in strada usando i loro quirk. Uno di loro aveva talento, ma non aveva passato l'esame per entrare allo Yuei. Mai nessuno delle classi più povere di questa società corrotta e malata riusciva a far brillare le proprie capacità come invece facevano i coetanei più ricchi. A me per fortuna non era mai importato diventare un' eroina, ma mi dispiaceva per i più giovani e per chi, provenendo dalla miseria, avrebbe potuto cambiare davvero questo mondo rendendolo un posto più giusto. Non è questo ciò che fa chi ha sperimentato la sofferenza? Si impegna a rendere le cose migliori per i posteri, cancellando il privilegio di pochi. E invece no, nulla cambia mai.
Scossi lievemente la testa come a scacciare via dei pensieri banali e poi rientrai, quasi controvoglia, nel vecchio salotto.

Che squallore. Ma meglio qui che con un infame. Meglio in questa merda che con un uomo senza onore ed eroismo.

Ormai ero convinta di essermi lasciata alle spalle quella storia, insieme a tutte le speranze di cambiare qualcosa per il futuro delle nuove generazioni e per quei ragazzini sfortunati che giocavano nello stesso cortile dove giocavo io da piccola. Però non avevo potuto dimenticare quello che aveva fatto a Dabi, il mio migliore amico. Era a Tartaros per colpa sua, e questo non glielo avrei mai perdonato.

-Te lo avevo chiesto espressamente di lasciarlo fuori. Ti avevo supplicato e tu mi hai tradito!-
Ero in lacrime quel pomeriggio. Lui invece stava lì, immobile davanti a me.
-È stato necessario.- rispose freddamente.

"È stato necessario".

Quelle parole furono l'inizio dei miei incubi e quella litigata era stata la peggiore che avessimo mai avuto. Ricordo che mi sentii male per settimane, soprattutto perché non permettevano di entrare a Tartaros e Hawks non fece nulla per aiutarmi. Dabi, la mia unica famiglia oltre lui, mi era stato portato via per sempre e io non avevo nemmeno potuto dirgli addio.
Non piansi mai più dopo quel giorno.

Ero convinta che lui fosse ormai un ricordo lontano, sbiadito, che solo nei momenti di maggiore malinconia faceva capolino nella mia mente come un sogno dal quale ti svegli e hai già dimenticato tutti i contorni e i colori.
Eppure fino a un anno fa, quante volte gli avrei voluto dare l'occasione di redimersi? Quante volte avrei voluto afferrare il cellulare e chiamarlo per dirgli che sì, sarei tornata da lui perché mi mancava e lo amavo troppo. Lo amavo più di ogni altra cosa, più delle fantasie di vendetta nelle quali mi crogiolavo nelle notti insonni.
Ma poi ripensavo a quel tradimento, a quella promessa che aveva infranto e che aveva mandato in frantumi l'unico legame che avevo con la persona con la quale avevo vissuto la mia infanzia e adolescenza. Il legame tra due bambini cresciuti in mezzo alla strada è qualcosa che possono capire solo loro. Vorrò sempre bene a Dabi nonostante a un certo punto i nostri destini si fossero separati.