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A tutti noi capita di avere degli scatti d'ira nella vita. Sono quei momenti in cui perdiamo il controllo e la rabbia si impossessa di noi, dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni. Durante gli scatti d'ira, il cervello si spegne ed emerge la bestia che è in noi. È un lato selvaggio di noi a cui non rinunciamo mai del tutto.
L'ira è scatenata da due fonti. La prima è la paura: semplice timore, ansia, angoscia, panico, ecc. La seconda è la frustrazione: non sentirsi a proprio agio con se stessi, non raggiungere obiettivi o desideri, le cose non vanno come dovrebbero.
Gli scatti d'ira sono il risultato di ansia o paura accumulate.
Da un anno a questa parte l'emozione che più mi domina, che è con me giornalmente, è la rabbia. Scatti d'ira per qualsiasi minima cosa, sia a lavoro che a casa. A volte questo problema viene sottovalutato, ci viene detto "ti fai troppi problemi - pensi troppo - non pensarci" Non è facile non pensarci quando la mente viaggia e non si ferma, impossibile fermare pensieri di azioni che, con forza, non vanno compiuti.
È difficile reprimere il bisogno di dare un pugno al muro, solo per sfogarsi e scaricare la rabbia che si ha dentro. A volte si arriva a farsi male senza volerlo, tenendo tutto dentro fino a stare male, a volte si vuol solo urlare o piangere. Per questo ci si deve sempre circondare di persone che vi amino, che capiscano i vostri bisogni e i vostro problemi, che vi aiutino senza distruggervi, senza giudicarvi.
Nell'immagine numero uno dell'Aesthetic troviamo una frase -apparently i have "behavioural" issue- cioè -apparentemente ho un problema comportamentale-: faccio fatica a nascondere le mie emozioni, che siano belle o che siano brutte. Puntualmente, la mia rabbia è visiva, la mia faccia dice ciò che a volte non posso dire, un po' perché mi mordo la lingua, altre solo per orgoglio.
Nella seconda troviamo, per come la interpreto io, la disperazione: è come dire basta, ne ho abbastanza, non ce la faccio più.
La terza rappresenta quasi me, che danzo beata in un appartamento in fiamme. Amo il fuoco, la mia rabbia è associata al fuoco.
La quarta immagine penso parli da se, non ha bisogno di spiegazioni.
La quinta rappresenta la rabbia che affianca uno scheletro, lo appoggia nel fumare una sigaretta mentre è impegnato nel scrivere qualcosa.
La sesta è un coltello, ahimè, amo i pugnali e la trovavo consona per l'aesthetic.
La settima è una semplice casa in fiamme, ribadendo l'adorazione che ho per essi.
L'ottava è un urlo, affiancandola alla seconda immagine.
La nona è una frase -if karma doesn't hit you, i fucking will- cioè -se il karma non ti colpisce, lo farò io-: a volte non è facile contare fino a dieci.
Spero l'aesthetic piaccia e che io non sia uscita fuori tema.
