«Tutto a meraviglia! Lei invece, ha passato una bella ora?» Domandò sarcastico, accennando con lo sguardo verso Cameron, di cui avevo totalmente rimosso la presenza. Gettai un'occhiata alle mie spalle per scoprirlo osservare il nostro scambio di parole, in cagnesco.

Ma che problemi aveva?

«Non so quanto tu abbia visto, ma è tutto apposto» risposi, sorridendo da manuale.

Ma in quel momento, fu tutto tranne che apposto. Il suo sguardo si affilò di fronte al mio collega e si fece più oscuro. Poi tornò a guardarmi con il suo solito sorriso sghembo, con un cambiamento repentino.

«So perfettamente quanto può mettere apposto qualcuno che la importuna, Dottoressa» mi elogiò con una punta d'orgoglio ed io arrossì all'istante.

Dovevo chiudere quella conversazione immediatamente.

«Mi dispiace, credo che sia arrivato il momento di tornare nella tua stanza» sviai il suo commento, facendo cenno alla sua guardia e riuscendo finalmente ad attirare la sua attenzione. «Riportalo nella sua stanza, gentilmente»

«Sempre così maledettamente educata...» mormorò Joker, osservandomi incuriosito. Lo sguardo si approfondì mentre aggiunse: «Mi chiedo com'è quando non è costretta a fare la brava ragazza.»

Si voltò, poco dopo avermi fatto l'occhiolino e se ne andò, seguito dal ragazzo come se fosse lui a dover essere accompagnato in cella, lasciandomi spiazzata.

Cosa stava a significare quella frase?

Scossi la testa e mi fiondai velocemente a recuperare il camice, ignorando Cameron che nel frattempo si era ripreso.

«Al posto tuo non gongolerei così tanto per essere stata assegnata a Joker. È tutt'altro che speciale quel mostro e il fatto che lo osannate in continuazione non fa altro che alimentare il suo ego» grugnì con rabbia.

«Beh, allora per fortuna che non sei al mio posto, direi. Il fatto che tu lo chiami mostro, forse riflette quello che sei in realtà, ossia... marcio dentro» replicai ed uscii prima che potesse formulare qualcos'altro da quella bocca ripugnante.

Mi rifugiai nel mio ufficio ed iniziai a controllare e-mail e documenti vari. Bevvi la seconda tazza di caffè della mattinata dal thermos che mi ero portata da casa e lavorai finchè arrivò l'ora della pausa pranzo. Non mi degnai nemmeno di andare nella sala del personale con gli altri colleghi, sinceramente ne avevo avuto abbastanza di Cameron e poi, voletti godermi un po' di quella quiete che mi circondava tra quelle quattro mura. Quindi mi limitai a mangiare dei salatini trovati nella borsa e cercai di rilassarmi prima della sessione iniziale con il mio paziente.

Mi ritrovai a ruotare con la sedia girevole a destra e sinistra in un ritmo cadenzato, fissando il soffitto. Mi domandai seriamente perché fui così interessata fin da subito al caso di Joker, la prima volta che udii il suo nome.

Era qualcosa di inspiegabile eppure, dentro di me, sembravo sapere che fosse giusto così, che non ci fosse nulla di male nel volerlo aiutare, nel volerlo capire.

Ma qualcos'altro in lui mi diceva anche che non avrei dovuto avvicinarmi troppo, che altrimenti mi sarei scottata.

Il caso voleva, però, che avessi un leggero debole per le bruciature.

Born To Be Harley QuinnΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα