•CAPITOLO 2 •MOODY•

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Scosto le coperte ancora con la testa estremamente pesante, poggio i piedi a terra e subito il freddo del pavimento, fa raddrizzare tutti i peli del mio corpo.

Con fatica riesco a mettermi in piedi e a dirigermi in bagno.

Apro la porta e accendo la luce che subito mi acceca gli occhi facendomeli chiudere leggermente fino a quando non riesco ad abituarmi.

Il grande specchio di fianco a me, inquadra la mia intera figura facendomi raggelare sul posto non appena mi giro.

I capelli sono estremamente scompigliati, segno di essermi divincolata durante l'ora di sonno, le occhiaie sono ben evidenti e il mio corpo sembra martoriato.

Poggio le mani sul lavandino bianco e cerco di riprendere lucidità per quel che riesco.

L'unica soluzione che so per certo funzioni è una doccia.

Mi privo del pigiama blu con gli ananas disegnati e facendo attenzione a non cadere, mi infilo dentro la doccia. Regolo il getto dell'acqua e pian piano riesco a raggiungere la temperatura desiderata.

Mi rilasso più del dovuto, insapono i capelli e consecutivamente il corpo, beandomi di quell'odore al cocco che tanto amo.

Mentre applico il balsamo, non riesco a non pensare all'incubo, il mio corpo... Dovrei solo rilassare il cervello.

Così per i cinque aspettando che quel prodotto faccia effetto sulle mie punte, inizio a toccarmi il labbro inferiore mordendomi l'indice che piano faccio scivolare all'interno della bocca fino a toccare le pareti della gola.

Lo muovo piano, dentro e fuori per darmi la giusta eccitazione iniziale, quando lo estraggo lentamente, una piccola dose di saliva rimane sulla punta del dito, lucida e in attesa di essere inserita ma non è quello che faccio perchè la applico sul capezzolo destro turgido più che mai, nonostante l'acqua che scorre per qualche secondo quella piccola quantità viscida rimane attorno all'areola.

Strofino in modo circolare fino a pizzicare il capezzolo abbastanza evidente, lo stringo tra pollice ed indice regalandomi delle scariche elettriche all'inguine che non soddisfo subito, voglio far durare questa piccola tortura.

I piccoli getti d'acqua che scorrono dall'alto verso il basso mi colpiscono dritti sull'altro capezzolo libero e non torturato, per qualche secondo è fastidioso ma quando ad intermittenza riesco a scorgere il piacere non riesco a smettere di ripetere il movimento.

Continuo a torturare la parte superiore, con la mano libera, prendo la bottiglia del bagnoschiuma e ne verso una buona dose sulle spalle, con la pressione dell'acqua che scorre verso il basso, inizia a scendere fino a quando arriva sulle natiche dietro e sulla parte intima davanti.

Quel contatto freddo improvviso con la pelle calda, mi manda in estasi, butto fuori un leggero gridolino che subito tappo con la mano per non farmi sentire.

La mano che torturava la parte destra del petto, scende lentamente verso la pancia, tastando come se fosse la prima volta quelle razioni di pelle non liscia.

Mi blocco per un attimo cancellando il ricordo che cerca di riaffiorare nella mia testa.

Riesco a scendere senza indugiare e arrivo alla parte più intima del mio corpo perfettamente liscia.

Con qualche attimo di esitazione, infilo un dito nella fessura iniziale già umida, inizio a muovere il bacino verso quel piccolo dito, in sincrono senza perdere tempo, muovo anche la mano che chiudo a coppa.

Faccio dei gesti circolari uniti a delle stoccate laterali che aprono le labbra superiori, mi eccita fin troppo per accontentarmi solo di un misero dito, per questo ne aggiungo un altro.

•Caress my soul•Where stories live. Discover now