Hi, i'm Lizzy

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Alzarsi dal letto la mattina verso le 7:00 a.m. è sempre una delle cose più stressanti da fare, soprattutto perché simboleggia l'inizio di una adorabile giornata scolastica piena di interrogazioni, compiti e noia, noia e ancora noia.

Siamo tanti zombie, ci alziamo, ci vestiamo, studiamo, mangiamo ecc. ecc. la solita vita di sempre, finisce la scuola e stiamo al mare con le amiche o a bordo piscina a prendere il sole, ma se questo non mi bastasse? Voglio rompere gli schemi questa estate, voglio davvero divertirmi.

Mancano soltanto 153 giorni e 918 ore al rintocco dell'ultima campanella che suonerà quest'anno.

Afflitta da mie pensieri scolastici ero già entrata in classe sedendomi al solito posto aspettando l'arrivo della mia amica.

-"Lizzy, hai capito il problema di chimica?" la voce rassicurante del mio compagno di classe mi fece distogliere dalla mente il calcolo dei minuti che sarebbero mancati alla fine dell'ora.

-" si, dammi un foglio che ti faccio vedere il procedimento" il calcolo della pressione osmotica era semplice, ma troppo complesso per Alex, lui e la logica erano due mondi a parte, però era bravissimo in letteratura quindi di comune accordo ci aiutavamo.

-"grazie,Liz"

-"niente"

L'insegnante entrò in classe, e come sempre Jen arrivò con un decina di minuti di ritardo, nessuno sa come faccia ad arrivare in ritardo visto che casa sua e letteralmente attaccata la scuola, e poi non ha neanche bisogno di uscire dal portone basterebbe usare la porta che il suo palazzo e la palestra anno in comune per arrivare a scuola.

-"ciao" disse affannata gettando lo zaino a terra

-"ciao, ricordati che oggi mangi da me, hai portato i libri per fare i compiti, vero?"

-"durante la ricreazione corro a casa a prenderli, sarò un fulmine giuro" annuì con fare incerto prima di essere richiamata dall'insegnante.

La lezione proseguì velocemente quando al suonare della campanella "Dam", il bidello così chiamato perché non smetteva mai di bere, entrò in classe con un foglietto giallo, il foglietto tipico delle uscite, tutti speranzosi di sentire il proprio nome uscire dalla bocca del prof alzarono la testa...

-" Collins Lizzy, tua madre ti aspetta in segreteria alunni, puoi andare" mi preparai dubbiosa, cercandomi di ricordare cosa avessi da fare di tanto importate.

Mia madre non mi viene mai a prendere a meno ché non la chiami io.

Dissi a Jen che l'avrei chiama e mi avviai verso la segreteria. Arrivata lì vidi mia madre leggermente sudata e con le bracci a penzoloni

-"cosa è successo?"

-"andiamo in macchina" non replicai più di tanto e la seguii fino alla macchina.

-" Mio cugino, Jeff quello che viveva a Londra si stava per trasferire qui a Liverpool, non lo vedevo da anni ero felice di rivederlo.." pronunciò quella frase molto rassicurata, quasi estasiata

-" io non ricordo chi sia Jeff!" più che altro conosco vagamente il nome di un parente lontano

-" comunque, per fortuna che l'aero è partita in ritardo.."

-"perché per fortuna? "

-"perché la casa dove si sarebbero dovuti trasferire è appena crollata, adesso gli andiamo a prendere dall'aeroporto, staranno da noi finché non avranno risolto il tutto"

-"certo, tanto abbiamo i letti in più nella camera di fianco alla mia"

-" se non sbaglio Jeff è vedovo ed ha due figli, c'è qualche problema se uno dei due dorme nella tua camera?"

-"no, lo sai che adoro i bambini, ho sempre desiderato un fratellino ho una sorellina, più che altro dobbiamo comprare un altro letto"

-"ho già fatto tutto, adesso scendiamo e aiutiamoli a portare le valige" La vidi correre velocemente verso la stazione, la seguii e poi vidi un uomo dall'aspetto famigliare ,ma leggermente invecchiato per quello che mi ricordavo, venirci in contro e abbracciare mia madre con grinta.

Io con fare energico cercai con lo sguardo i bambini dietro di lui, ne vidi arrivare uno, un tenero bambino che camminava dondolandosi per arrivare alla gamba del papà.

Cercai l'altro bambino ma non lo trovai

-"mamma, ma l'altro bambino ?" alla fine della frase sentii un colpo di tosse provenire dalle mie spalle, mi girai e trovai un ragazzo altissimo, capelli castani, e occhi magnetici sul azzurro, aveva un po' di barba e un cappello grigio che racchiudeva quei fantastici capelli facendone uscire sono un ciuffo. Lo fissai per un attimo, incantata dall'espressione imbronciata nei miei confronti.

-"sono io l'altro bambino, piacere di conoscerti" disse con fare scocciato e assumendo una smorfia di sopportazione.

PACCO DI MERDA N 1°

-" ciao, sono Lizzy" dissi tentennante, mettendo la mia mano desiderosa della sua stretta davanti hai suoi occhi.

Sbuffò prese il borsone appoggiato alla gamba e se ne andò fuori dall'aeroporto

-"quanto sei cresciuta" la voce dell' uomo mi riportò alla realtà facendomi girare

-"ciao,Jeff" lo salutai caldamente, e lui mi abbracciò come se lo conoscessi da una vita, sinceramente il nome era l'unica cosa che ricordavo, ma il volto segnato dal tempo e coperto da una barba folta mi ricordava vagamente qualcosa di estremamente importante.

-"ormai sei una signorina" disse grattandosi la barba e prendendo il bambino in braccio " questo è Gimmy" il bambino si voltò nascondendosi nel petto del papà " e lui è il più grande Louis, tranquilla quando lo conoscerai bene la smetterà di guardarti in modo scontroso" disse ridendo.

Il tragitto dall'aeroporto sino alla macchina fu silenzioso e imbarazzante, caricammo i bagagli nel cofano e dopo esserci seduti in macchina presi il telefono, tanto per dare l'impressione di fare qualcosa.

-"Lou, quanti anni hai?" chiese mia madre per rompere il silenzio o solo per curiosità

-"diciannove signora Collins"

-"non chiamarmi signora mi fai sentire vecchia, chiami zia Roxy. Piuttosto mi dispiace per la vostra casa, ma noi non abbiamo abbastanza camere per tutti. Visto che Gimmy non riesce a dormire senza Jeff, Lizzy ha avuto la magnifica idea di condividere la stanza con te, Lou!"

Io avuto che? Adesso mi chiedo perché le madri sono nate con il sacro santo potere di far fare i pacchi di merda alla propria figlia !?

-"vabbè anche il divano è comodo" gli dissi guardandolo e sorridendo, al pronunciare di quella frase mia madre si girò e mi guardò in cagnesco

-" a davvero? sono felice che ci dormirai tu allora" fece un sorrisino soffocato e poi chinò la testa per rispondere a un messaggio.

Iniziamo bene.

Ti aspetto sulla luna.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora