C'era una volta sulla Terra

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«Campo Base da Rosso 2.»

«Avanti, Rosso 2.»

«Il livello di ossigeno stoccato dal Sito 1 è insufficiente, non possiamo rifornire le scorte.»

«Ricevuto Rosso 2. Avanzate al Sito 3.»

«Ricevuto Campo Base. Chiudo il canale.» Spostò la frequenza su quella del gruppo operativo. «In movimento ragazzi, andiamo a fare visita a zia Betty.»

«Capitano, ma cosa accadrebbe se anche il sito 3 fosse inutilizzabile?»

«Soldato Ramirez, zia Betty non ci ha mai deluso fino ad ora e mai lo farà, ne sono sicuro.»

«Ma se lo facesse?»

«Allora dovremmo spostare il campo base e sperare. Si ricordi, cadetto Ramirez, se io e lei siamo ancora vivi è solo grazie alla speranza.»

Camminarono per mezza giornata. In altri tempi ci avrebbero messo meno di un'ora ma i mezzi a loro disposizione erano pochi, la missione dei ricognitori aveva priorità maggiore.

«Avanzate con attenzione ragazzi, il deserto non perdona. Occhio a dove state per appoggiare il piede. E non spostate le rocce, alcune di loro nascondono le tane dei Divora Piedi.» Premette un pulsante sulla sua trasmittente e si avvicinò a Ramirez. «Disattivi il canale della squadra, così possiamo parlare tranquillamente. Quanti anni fa si è arruolato in accademia?»

«2, signore.»

«E in soli 2 anni lei è riuscito ad ottenere la promozione per agire sul campo?»

«Sì, signore. Ho ottenuto il massimo dei voti nei test attitudinali e il valutatore di caserma ha suggerito al Colonnello White il mio nome.»

«Stupefacente. Mi lasci indovinare: lei è un colono?»

«Sì, signore. Colonia 342, Nuova Europa.»

«Come immaginavo. Voi marziani siete eccellenti, progenie di alto valore. E' grazie a voi che siamo riusciti a evitare l'estinzione della nostra specie.»

«Signore, lei è...»

«Un terrestre, provengo dal Regno Africano Centrale. Ecco perché siamo qui: conosco questi posti come le mie tasche.»

«Ma... quanti anni ha, signore? »

«Più di quelli che dovrei avere. La genetica ha fatto passi da gigante nell'ultimo secolo. Io ero lì, Ramirez, quando la nostra civiltà ha toccato il fondo.»

«Però ce l'avete fatta, signore.»

«Noi no. Noi umani abbiamo fallito.»

«Mi scusi se mi permetto, signore, ma non condivido il suo pensiero. Voi ci avete creato, voi avete capito quale fosse la decisione migliore da prendere per garantire un futuro alla specie. Voi umani siete stati la chiave del successo.»

Fece un sorrisino. «Troppo buono Ramirez, troppo buono... L'unico merito di noi umani è quello di essere stati capaci di risollevarci dopo aver sfiorato il baratro dell'estinzione. È vero, vi abbiamo creato, forgiato e insegnato tutto ciò che c'era da sapere. Con voi abbiamo prosperato, umani e coloni, insieme per un'unica causa. Ma era necessario? Abbiamo rischiato mettendo in gioco il nostro futuro. È stato solo un caso che alla fine ne siamo usciti vincitori. Un colpo di fortuna. Eppure avevamo le conoscenze ed i mezzi per prevenire la catastrofe. Potevamo agire molto prima, quando le due parole crisi climatica facevano ancora sorridere qualcuno. Lì potevamo e dovevamo agire. Ma non l'abbiamo fatto. E perché? Non lo so. Forse troppo ciechi per capire cosa stava succedendo o troppo timorosi per attuare delle misure drastiche ma necessarie. Personalmente penso che meritavamo l'estinzione. Questo pianeta ospitava forme di vita meno intelligenti di noi ma più meritevoli di esistere.»

Attraversarono in silenzio un letto di un fiume ormai asciutto da decenni. Anche se le folate di vento e sabbia non permettevano loro di vedere con chiarezza, distinguevano le forme del Sito 3.

«Sa cosa mi diceva sempre mia madre surrogata, signore? "Non esiste il bene senza il male, non esistono le scelte giuste senza quelle sbagliate". Nella vita gli errori servono per farci capire quali siano le giuste strade da intraprendere. E per risponderla, signore: sì, era necessario toccare il fondo, solo in questo modo è stato possibile far capire a tutti la realtà delle cose. Altrimenti non credo che saremmo arrivati a questo, alla nascita di una nuova, e chissà, florida era dell'uomo. Credo che siamo arrivati, signore.»

«Ha ragione Ramirez, ti presento zia Betty ed è anche in ottima forma! Sente queste vibrazioni? Significano che la centrale di estrazione sta lavorando a pieno ritmo. C'è ancora speranza.»

Percorsero una rampa di accesso che conduceva all'imponente ingresso rinforzato.

«Ragazzi, solito schema: dividetevi in due squadre, una controlli il perimetro per ipotetici danni alla struttura e l'altra si rechi ai depositi. Ramirez, con me, ti mostro com'è zia Betty sotto la gonna.» Si tolse il casco e invitò Ramirez a fare lo stesso. «Sa, pensandoci, credo che sua madre avesse ragione. Se ora riusciamo ad apprezzare a pieno la possibilità di camminare su questo suolo è perché nel passato quella possibilità ce la siamo negata. E un giorno, spero, torneremo ad abitare stabilmente su questo nostro pianeta che continuiamo a chiamare Terra.»

C'era una volta sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora