Capitolo 1

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“E umani e draghi furono una cosa sola.”
Cantico delle Ibu

Era un grande onore, Ygraine lo sapeva bene, per questo ignorò l’imbarazzo che le provocava lo stare all’aperto, le parti intime esposte allo sguardo di tutti mentre l’anziana Madre Norah le tastava l’addome gonfio e pronto al parto. 
Nessuno, nemmeno la Rani, era più importante di lei in quel momento: colei che avrebbe generato un dio.

Gemette quando qualcosa di bagnato cominciò a scenderle tra le cosce aperte.
«Si sono rotte le acque.» Madre Norah fu svelta a porgerle una tazza di infuso caldo e amaro.
«Le contrazioni inizieranno a breve.» Ygraine sorrise spavalda, ma dentro di sé ricordava le urla soffocate delle donne nella casa di Norah, i gemiti, gli occhi spenti dei mariti e dei figli quando qualcosa non andava come doveva.

Non poteva mostrarsi debole: per il bene di suo figlio sarebbe stata forte, non doveva piangere.
Prese il bastoncino che le porgeva la levatrice e lo addentò con forza, isolandosi dalla folla radunata attorno a lei.
La prima contrazione le tolse il respiro e le inarcò la schiena.
Non aveva mai provato un dolore così intenso.
«Spingi, Prescelta, spingi.»
Cercò di concentrarsi sui ricordi migliori: gli alberi di mangrovia a primavera, lo stufato di coniglio di sua nonna, il profumo della lavanda appena tagliata.
«In ginocchio!» Ordinò la Rani aprendo le braccia e tenendole alte sulla piazza. «Preghiamo i Supremi per la salvezza della loro stirpe!»
Era strano, nessuna memoria di Ygraine conteneva Lheun Heliox, il padre di suo figlio.
«Salvate la vostra progenie»
«Spingi di più, mia signora!»

Ricordava il giorno in cui lui l’aveva scelta, il timore trasformato in stupore e poi in felicità per essere diventata Colei Che Genera Dei.
Non ricordava l’aspetto di Lheun Heliox, solo l’intensità dell’aura di lui che la colpiva, l’accarezzava e infine disse: "Sarai la madre della mia stirpe. La vittoria del tuo Clan."

«Salvate il nostro popolo.»
«Sta uscendo!» Madre Norah afferrò un ciuffo di peli bagnati, una testolina, due braccia squamose. Una femmina.
Nessuna memoria del colore dei suoi occhi, delle sue ali.
Rani afferrò la bambina dalle mani di Norah e la mostrò al suo popolo. «Rendiamo omaggio alla Stirpe del Drago!»
Un boato si sollevò dalla folla, coprendo un suono che solo Madre Norah colse: l’urlo di dolore di Ygraine. Con orrore, la levatrice si accorse che le contrazioni erano ricominciate, nonostante la placenta fosse già stata espulsa. «Non può essere vero…»
La Rani si voltò. «Che cosa succede?»
«Non abbiamo ancora finito, mia Rani.»
Ygraine sentiva le sue forze sparire sempre più ad ogni contrazione. Capì di essere alla fine molto prima di Madre Norah e della Rani. Cercò di convincersi che quello era il prezzo dell’essere prescelti da un Signore dei Cieli, che la sua doppia benedizione le avrebbe aperto le porte del Mondo Sospeso, avrebbe portato agli altri la fine delle guerre tra Clan e la pace nella loro terra.
L’unico pensiero, mentre dava alla luce la seconda bambina e moriva, fu il profumo della lavanda appesa ad essiccare nella casa di sua nonna, colpita dai raggi di sole che si infiltravano dal tetto.

La Figlia del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora