Capitolo 2-La mocciosa e La figlia del mare.

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Calò un austero silenzio nella stanza, si riuscivano a sentire i ticchettii dell'orologio e persino le goccioline d'acqua che, a causa della scarsa ristrutturazione del posto e dal non-intervento di un idraulico, scendevano ordinatamente dal rubinetto.

Tic. Tic. Tic.

Era un rumore continuo, anche fastidioso, a tratti.

L'anziana signora guardò il ragazzo con gli occhiali per una decina di secondi, che però parevano interminabili, nei quali, con sguardo serio, provò a pensare alla più breve risposta possibile.

-Quanto ci sentimmo, qualche tempo fa, vi dissi che avevo un bell'affare e anche un eventuale equipaggio; non mentivo. Diciamo che, però, mi sembra corretto prima di tutto informarvi dei rischi e dei pericoli che correreste accettando realmente questo incarico.

-Non mi spaventano i pericoli.

-A me sì, quindi me ne tirerei volentieri fuori.

-Taci, Martin, tu non ti tiri fuori proprio da niente.- Disse, Azrael, per poi incitare la donna a continuare il racconto, sotto lo sguardo poco consenziente del biondino.

-Dicevo... Il mare, in quella zona, è spesso in tempesta; questo non sarebbe un grosso problema, perché potrei assegnarvi io un'imbarcazione in caso di resistere. Il vero problema sono le creature che, la leggenda vuole, pullulino e difendano l'isola da invasioni esterne. Sirene, Troll, Orchi, Amazzoni... C'è n'è di tutti i tipi, e certo non si fanno scrupoli.

Inoltre l'isola è chiamata "Nuage", a causa del suo spesso strato di nebbia, fate attenzione.

Disse, la signora, concludendo il suo discorso. Calò qualche secondo di silenzio, spezzato dalla fragorosa risata del Capitano. 

Sin da piccolo, lui aveva solcato i mari. Era figlio di un grande pirata e di una donna che non aveva mai conosciuto, così, avendolo sempre seguito nelle sue imprese, conosceva il mare come le sue tasche; era il suo miglior amico, e così decise di seguire le orme del padre.

Non si faceva molti scrupoli a uccidere, o comunque a ferire, qualsiasi cosa che gli impedisse di raggiungere il suo obiettivo, soprattutto se minacciato. "Vita mia, morte tua", quello era il suo motto, e, per lo stile di vita che conduceva, era più che azzeccato. 

Ce l'aveva in una maniera particolare con le sirene; le considerava rozze, approfittatrici, subdole e viscide, le peggiori tra tutte le terribili creature che abitano le acque degli oceani e le isole disperse in essi. Inoltre, erano la causa della prematura dipartita del padre, il quale era molto stimato, oltre che dal suo equipaggio, anche e ovviamente da Amane; era scontato che, il resto, erano scuse. La sua era semplice sete di vendetta. 

Nonostante tutto non era così cinico; era anche una persona molto dolce, a modo suo, che per chi voleva bene avrebbe fatto di tutto; basti pensare a Martin: si conobbero da piccoli, e da quel momento, diventarono inseparabili. Solo negli ultimi anni, si separarono momentaneamente a causa delle differenti prospettive di idealizzazione della vita, ma, si ritrovarono, proprio grazie a questa "missione".

-Ho affrontato di molto peggio. Certo, non mi farei spaventare da un paio di tonni canterini. Sai cosa ci faccio con le sirene? Il filetto.

La donna sorrise, in maniera strana, però. Nessuno fece domande, e la conversazione andò avanti per un po'. I due giovani spiegarono ad Annette le dinamiche delle loro precedenti vicende, e delle loro innumerevoli vittorie.

Lei li ascoltò, socchiudendo gli occhi e mantenendo stampato sul proprio viso quel sorriso. Le sembravano interessanti da ascoltare probabilmente, e forse i loro racconti le ricordavano la propria gioventù. Non conosco esattamente la vita della donna, ma, ad occhio e croce, dev'essere stata davvero una bellissima donna, e anche una vera dura.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2022 ⏰

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Nuage-L'isola delle Nuvole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora