L'unica cosa che mi venne da pensare fu perché proprio lui. Tra tutte le persone a cui sarebbe potuto toccare questo gravoso compito, la mia psiche aveva selezionato Xavier, infestandogli i sogni per settimane.

"La preside ha richiesto che io tornassi qua a scuola durante l'estate, cosa che ho fatto subito, per tenermi sotto controllo. Voleva trovarti a tutti i costi.
Di giorno, lei passava il tempo leggendo e scartabellando documenti, giornali ed annuari nel tentativo di trovarti mentre io disegnavo i sogni della sera prima. Di notte, spettava a me cercare di capire cosa stessi facendo.

I disegni dell'album che hai trovato risalgono a prima che riuscissimo a capire chi fossi.

Sognarti qui a scuola mi tranquillizzava, perché significava che ti avremmo trovata, che avresti avuto un futuro.

Ti abbiamo individuata un paio di giorni prima che facessi esplodere il fienile, ma la Weems non voleva intervenire subito per non traumatizzarti."

Quelle rivelazioni così scioccanti mi impedivano di formulare un pensiero lineare. Era come se la mia testa fosse stata scollegata dal suo alimentatore.

"Ho sognato l'incendio al cottage della tua famiglia poche ore prima che succedesse. Quando si è effettivamente verificata l'esplosione del fienile come nel mio sogno, la Weems era già arrivata a Hethersgill con mio padre. Sono stati loro a salvarti dalle fiamme."
Mi guardava apprensivo, come se avesse paura che non gli avrei creduto.

"Perché la settimana scorsa mi hai obbligata a raccontarti tutto, se lo sapevi già?" Era l'unica cosa che mi sentivo di domandare in quel momento.

"Vedi, tutti i sogni che ho avuto sono arrivati in maniera  casuale, senza nessun ordine cronologico.
Una sera ti sognavo qui alla Nevermore, quella dopo ti vedevo nella tua fattoria.
Vedevo tuo padre che tornava a casa ubriaco ma non vedevo quello che succedeva una volta che rientrava.
Vedevo te che piangevi di notte, a letto.
Non riuscivo a ricostruire bene cosa ti fosse successo."

Si fermò un attimo, per riprendere fiato.

"L'ho fatto perché volevo chiudere il cerchio. Volevo riuscire a mettere insieme i pezzi della tua storia. Pensavo che me lo meritassi, visto che sono stato io a trovarti, anche se penso di averti sottoposta ad uno stress ed una sofferenza inutili."
Ammise.

Quel ragazzo mi aveva salvato la vita ed io non sarei mai stata in grado di saldare il debito che si era creato fra me e lui.

Ripensai alla prima volta in cui l'avevo visto, davanti al murales.

"La prima volta che mi sei venuto a parlare sapevi chi ero."
Constatai. Annuì semplicemente.

"Mio padre mi ha proibito di raccontarti la verità. Diceva che sarebbe stato troppo pesante per te e non voleva che io fossi coinvolto.
Ho provato a starti alla larga, ma senza successo. Non ci sono riuscito. Volevo assicurarmi che stessi bene, dopo quello che hai passato."

Realizzare di aver avuto qualcuno al mio fianco tutto questo tempo mi regalò una sensazione di pace a me sconosciuta. Per mesi, ero stata convinta di essere sola, abbandonata a me stessa e alle mie paure voraci.
Mi era mancata una spalla su cui piangere, una mano a cui aggrapparmi nel momento del bisogno.
In realtà, l'avevo avuta.
Solo che era a me invisibile.

"Il segreto che volevi dirmi era questo?" Domandai, in un attimo di lucidità. Annuì.

"Se mio padre sapesse che ho vuotato il sacco, andrebbe su tutte le furie. Ti supplico, non dire nulla. Neanche a Ro, anche se sono abbastanza sicuro del fatto che lo sappiano sia lui che Severus."

Non riuscivo a vederlo attraverso le lacrime che mi patinavano gli occhi.

Xavier allungò la mano verso il mio viso e mi asciugò una lacrima che stava solcando la mia guancia. Ormai avevo la sicurezza di poter confidare in lui. Sapevo che mi avrebbe protetta.

Madness | Xavier Thorpe Where stories live. Discover now