La Principessa e la Farfalla

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 In un libro di fiabe, il cavaliere Osvaldo voleva essere una principessa.

Tutti gli altri abitanti del libro non riuscivano a capirlo e spesso gli ripetevano "ma tu non puoi essere una principessa!" "E perché?" chiedeva lui, "perché ti manca il diadema!" rispondevano gli altri in coro, ridacchiando e scuotendo la loro testona buffa.

Ma lui niente, voleva essere una principessa a tutti i costi e quindi decise di viaggiare tra le pagine del libro alla ricerca di un diadema. Così iniziò a cavalcare tra le parole, quelle belle e quelle brutte, quelle lunghe e quelle corte, galoppando tra i verbi e gli aggettivi, tra gli avverbi e i sostantivi, trotterellando tra le congiunzioni e le preposizioni, saltando le virgole e superando le interpunzioni. Ovunque andasse, chiedeva a tutti se avessero visto un diadema, ma nessuno ne sapeva nulla. Certe volte incontrava regine e altre principesse che avevano un diadema tutto loro e di certo non erano disposte a cederglielo.

Tutti continuavano a ripetergli "senza diadema non sarai mai una principessa!", ma Osvaldo non aveva nessuna intenzione di arrendersi e continuò a cercare, e cercare, sempre più determinato, galoppando così tanto che inavvertitamente iniziò a strappare le pagine del libro.

Per tentare di fermarlo, qualche fata lo tirò per i capelli, un folletto dispettoso gli fece lo sgambetto e, come se non bastasse, prese in piena faccia il calderone di una strega, per poi inciampare sulla lunga barba di un vecchio mago e finire dentro una profonda voragine.

Laggiù viveva un grosso drago che si era nascosto dagli altri abitanti del libro. "E tu chi sei?" chiese Osvaldo alla creatura "Non si vede? Sono una farfalla, ma là fuori tutti mi dicono che non è vero. E tu?" Un po' sconcertato dalla risposta ricevuta, il cavaliere rimase in silenzio, pensando che anche lui sembrava qualcosa che in realtà non era e che non gli serviva affatto un diadema perché, dentro di sé, lui era già una principessa.

A quel punto gli occhi di Osvaldo iniziarono a diventare lucidi: tutta la fatica fatta per cercare il diadema si trasformò improvvisamente in lacrime e, attraverso esse, non vide più un drago davanti a sé.

"Io mi chiamo Osvaldo e sono una principessa! Ma che bei colori le tue ali arcobaleno, sono grandi! Che bello sarebbe vederle mentre voli."

Il drago strabuzzò gli occhi, si guardò, guardò Osvaldo e sorrise, un sorriso che sembrava il risarcimento di tutto il tempo passato lì, da solo in fondo alla voragine.

E non ci fu bisogno di altre parole, entrambi avevano capito cosa fare.

Così il cavaliere gli salì sul dorso e insieme volarono in alto, fuori dall'oscurità, fuori dalla voragine e fuori dal libro di fiabe, fino a raggiungere un libro più bello in cui Osvaldo e il drago sarebbero stati finalmente liberi di essere una principessa e una farfalla.

La Principessa e la FarfallaWhere stories live. Discover now