Capitolo 1 ⎯ Le Memorie del Corvo

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Delle fiamme violacei assediavano il laboratorio alchemico.

«Ti ho detto di andartene!»

Urlò l'alchimista e spinse la moglie con in braccio la figlia verso l'uscio d'ingresso, mentre una vampata per poco non li bruciava. L'uomo le difese con il mantello zaffiro, mentre la tunica scura che gli arrivava alle ginocchia era lacerata, una sacca stretta alla cintura tintinnava.

«Posso ucciderli! Dammi la possibilità, Arios!»

«Sono troppo forti! La tua magia non funziona contro di loro» gridò l'alchimista.

Delle creature troneggiavano vicino alle fiamme, le fattezze erano simili a quelle dei ragni dove le zampe erano rivestite da pungiglioni.

La donna che stringeva la figlia guardò il marito davanti a sé; il caschetto biondo era sporco come la tunica ampia: «Arios...»

Questo si voltò non appena udì il proprio nome. Era concentrato dalle creature, ma tollerava un briciolo di tempo per vederla; il viso spigoloso a diamante era rovinato dalle occhiaie e dalla cicatrice che partiva dalla fronte fino al mento, la barba nera era sporca di polvere e gli occhi topazio imperiale erano dilatati: un segno che la moglie collegava alla somministrazione di un'essenza alchemica.

«Ti prego, Niamh! Non c'è tempo, se loro sono qui, vuol dire che lui sta recuperando le forze!»

«Possiamo fermarlo, possiamo...» balbettò la nobile dagli occhi turchesi.

Arios afferrò il viso ovale dell'amata, le ciocche lunghe e nere, raccolte in un codino, sfiorarono quelle bionde: «Nessuno può fermarlo. Nemmeno noi, amore mio.»

«Ma abbiamo lottato tanto.» frignò Niamh, mentre delle lacrime bagnavano le guance coperte dalle lentiggini e le labbra carnose. «Dovevamo dare un futuro a Cordelia e alle mie figlie.»

«Ed è ciò che farai tu. Niamh, mio splendido dipinto, ricordi la conchiglia che ti ho dato?»

Niamh annuì.

Arios si morse le labbra sottili e deglutì un po' di saliva: «Quando Cordelia sarà abbastanza grande, dagliela. Nigredo l'aiuterà.»

Le creature superarono le fiamme con agilità.

Arios aprì la soglia, tolse il mantello e lo avvolse sulla moglie. Spinse le amate fuori dal laboratorio, introducendole nel corridoio dei sotterranei del castello; prese dalla sacca una minuscola ampolla. La stappò e diede la schiena alla moglie.

«I corvi la troveranno, amore mio. Dille che l'ho fatto per voi.»

Non appena Niamh tentò di controbattere, l'uomo gettò sul pavimento l'ampolla rossa.

Un'esplosione avvolse il laboratorio e la donna sbalzò verso la parete del corridoio, dove si difese contro le schegge evocando uno scudo.

Dopo qualche minuto i fumi si dissiparono.

Molte travi, scrivanie, libri e mensole erano distrutti e accumulati all'interno della stanza, un pezzo di muro era crollato.

Niamh sbriciolò lo scudo magico e cinse l'infante. Il viso era impallido, ascoltava i passi dei soldati e della madre all'entrata del corridoio. Non appena la regina Cesara la raggiunse, strillò e corse verso la salma del marito, ma la genitrice la bloccò.


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Piume D'ArdesiaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant