Non avevo capito se il barista avesse o meno ascoltato la mia confessione. Mi guardò dritto negli occhi e un minuto dopo si liberò di tutta la tensione. Arrivò di getto sulle mie mani e sul lenzuolo bianco, strozzando il suo sospiro di piacere nell'incavo del mio collo. Riemerse solo quando il battito del suo cuore tornò a un ritmo regolare. Mi sorrise con dolcezza e mi regalò un bacio fugace sulle labbra.

«Per rispondere alla tua domanda... Sì, pagherei oro per avere tutto questo» disse con convinzione. «Mi vado a fare una doccia. Ordiniamo la colazione?»

***

Mi tamponai i capelli e raggiunsi il barista nella sala da pranzo, facendo la gincana tra i suoi vestiti che erano in corridoio. Pensai più e più volte alle sue parole quando entrai dopo di lui in doccia. Forse ero io quello sbagliato che cercava qualcosa di più dalla vita? Be', in effetti, avevo un lifestyle invidiabile, potevo veramente fare tutto quello che volevo, ma avevo dei sentimenti, delle aspirazioni e essere un influencer mi impediva di cercare qualcosa di vero in mondo in cui contava solo l'immagine. E volevo trovare il modo di avere anche questo nella mia vita. Forse, la prima cosa da fare era non fare sesso con gli sconosciuti.

«Ci hai messo una vita a fare la doccia» disse il mio sexy amante. «Nel frattempo è arrivata la colazione.» Era seduto su un divano stile impero di un pallido color crema e stava sorseggiando un po' di caffè, il cui odore aveva invaso tutta la stanza. «Ho fatto mettere tutto sul tuo conto» aggiunse con un mezzo sorriso. Aveva indosso solo un boxer e alla luce del mattino quel suo fisico magro ma tonico era un bel vedere. Mi leccai le labbra e lo raggiunsi, addentando un cornetto alla crema.

«Ma non hai un lavoro?» e lo sfiorai il suo corpo con il mio sguardo, ammirando la curva del petto e la forma degli addominali.

«Oggi ho il turno di pomeriggio e ieri era la mia giornata libera» ammiccò.

«Tutto calcolato» sussurrai, bevendo anche io un po' di caffè. «Tra due ore devo stare a Central Park perché...»

«...C'è la sfilata di Balenciaga. Lo so.» Si avvicinò e mi stampò un bacio a fior di labbra. «Ci possiamo rivedere?» chiese con un tono basso.

«Sarò impegnato. Non lo so.» Mi alzai e andai alla ricerca del mio cellulare che avevo quasi dimenticato sul comodino accanto a letto. Così preso da quella maratona di sesso che avevo aggiornato poco il mio feed e... non avevo controllato se BluEyes87 avesse risposto al mio messaggio. Mi avvicinai alla tavola della colazione e scattai una foto che subito pubblicai su Instagram. Poi tornai a sedermi, facendo cadere accidentalmente l'asciugamano che avevo in vita, attirando così l'attenzione del barista.

«Taggami nella foto. Così guadagno follower» e si avvicinò, mettendosi cavalcioni sopra di me.

«Non sei famoso. Quindi non rientri nella mia cerchia.» Cercai di tenere a freno la mia libido ma il corpo di quel ragazzo era come se fosse una calamita. Liscio, sodo, voglioso: era impossibile resistere.

«Non ti rendi conto che hai il mondo tre le tue mani, Thomas» sussurrò sfiorando il suo sesso con il mio. Non avevo più voglia di sentire una sola parola dalla sua bocca. Dovevo ricordare a me stesso chi ero e il motivo per quale un tipo come lui si ostinava a voler entrare nel mio letto. Così, con un gesto istintivo, abbassai i suoi boxer quel tanto che bastava per poter stringere tra le mani il suo bellissimo fondoschiena. Lo strinsi forte, più del dovuto. Al barista però piacque il gesto, e mugugnò come una gatta in calore. Era instabile.

«Dove hai messo i preservativi?»

«Li ho lasciati sul comodino» risposi con il fiato corto. Mi regalò un bacio lascivo e subito andò verso la stanza da letto. Tornò un attimo dopo, nudo e con un sorriso sghembo sul viso. Aprì la confezione e coprì il mio uccello con il profilattico. Senza aggiungere altro, si mise di nuovo cavalcioni su di me e affondai in lui senza esitare.

«Sono io che mi potrei abituare a tutto questo» sussurrò.

«Una volta che sarai uscito da questa stanza non ci vedremo più. Hai avuto il sesso e anche i miei consigli. Che altro vuoi?»

«E se ti dicessi come mi chiamo?»

«Non cambierebbe un bel niente.» Feci scivolare le mani sotto le sue gambe e guidai il ritmo degli affondi, facendo intuire al barista come volevo che lo scopassi per l'ultima volta. Era una delle mie regole. Loro mi cercavano solo perché ero famoso? E io non facevo altro che divertimi un po'. Che senso aveva aprirmi a una persona del genere? Di fatto, il mio cuore apparteneva a un'altra persona, a un uomo che non avevo mai dimenticato e che non avrei mai più visto per il resto della mia vita.

***

Il mio autista era in ritardo. Rischiavo di perdermi nel traffico di New York e arrivare tardi alla sfilata. A saperlo, avrei fatto le cose con più calma. Arrivai di getto dentro il barista e, senza neanche prendere fiato, lo feci uscire dalla stanza. Basta con le smancerie. Mi feci un'altra doccia e mi vestii per il primo evento della Settimana della Moda. Indossai qualcosa di casual ma di classe. Un jeans bianco di Prada e una camicia di lino della Levi's con un paio di scarpe della Tommy Hilfiger. In attesa di lasciare la stanza, ne approfittai e caricai un paio di video e una foto del mio outfit. Non mi ero affatto dimenticato di controllare i messaggi privati. Il pensiero di BluEyes87 mi aveva accompagnato sempre. Volevo sapere chi fosse e il motivo della sua invadenza. Tornai in salotto e mi sedetti di nuovo sul divano, scalciando l'accappatoio che era rimasto tra i cuscini, e con felicità trovai proprio uno dei suoi messaggi. A dirla tutta, mi sarei aspettato una reazione diversa da parte sua, soprattutto perché mi ero rivolto con un tono troppo aggressivo. Ma... che importanza aveva?

T. Mann: E ora che ho attirato la tua attenzione? Cosa vuoi?

Feci il duro ancora una volta ma non ero affatto pentito. Chi era quell'anonimo follower? Per quale motivo era il primo a commentare tutte le cose che caricavo sul mio profilo?

Sbuffai non appena sentii il telefono della stanza squillare. Andai all'ingresso per rispondere e un attimo dopo ero già nella hall. L'autista era arrivato, sì, ma era arrivato nel momento sbagliato. E mentre l'automobile sfrecciava per la città immersa in un sole caldo e piacevole, non facevo altro che controllare i messaggi di posta. La risposta che cercava non arrivò come speravo. Così, chiusi l'applicazione e tornai a fare ciò che sapevo fare meglio: le foto e video della mia vita così da mostrare quell'esistenza dorata che avevo. Nonostante tutto, volevo godere fino in fondo di quella bellissima opportunità ricevuta. 

L'influencer che mi amavaWhere stories live. Discover now