"Hmra! Cos'ha detto?" Esclamò Treent.
Saran lo fulminò con uno sguardo infuocato, accompagnato per buona misura da un secco ringhio.
"Hmr, il patriarca. È la prima volta che ne incontro uno," disse Gaat per poi studiare attentamente Treent. Per quanto il patriarca fosse molto più grosso di lui il kurshanu non diede segno di esserne intimorito.
"Non ci saranno kurshane presenti, voglio sperare," disse Saran.
Gaat distolse la sua attenzione da Treent per rivolgere alla matriarca quello che aveva tutta l'aria di essere un'espressione offesa. "Certo che no! Questi sono affari da kurshanu, niente femmine."
"Ovviamente, volevo solo accertarmene," precisò Saran. "Allora a dopo... e niente guai voi due," disse, guardando però soltanto Treent.
"Ragazzini, seguitemi," disse Gaat ai due giovani prima di avviarsi tra gli alberi.
Takaar seguì subito il kurshanu mentre Treent, esitante, rimase a distanza di coda dietro il giovane Carii'Ja. Nonostante il suo istinto fosse tranquillo mano a mano che si inoltravano nel bosco il brutto presentimento che attanagliava Treent si fece più insistente.
Raggiunta una zona dove gli alberi si diradavano Gaat fermò i due giovani con un brusco gesto della coda. "Vado a chiamare gli anziani, voi ragazzini aspetterete qui," disse loro prima di allontanarsi verso una zona più fitta del bosco.
"Non mi piace per niente," mormorò Treent quando furono da soli.
"Non c'è niente di... di strano," rispose Takaar. "È giusto che vogliano sapere chi siamo."
"Perché quel tipo ci chiama 'ragazzini', non è tanto vecchio, no?"
Takaar rivolse a Treent uno sguardo volto a capire se stava venendo preso in giro. O 'tirato per la coda', come solevano dire i kurshan. "Non molto ma la sua criniera è più lunga delle sue orecchie. Lui è adulto, noi no e... per questo dovremmo portargli rispetto."
"Logico, logico," bofonchiò Treent.
Takaar tornò chiuso nel suo silenzio ma, con grande sorpresa di Treent, durò solo pochi secondi. "È... è vero quello che hai detto alle Sii'Jet?"
"Hmr? A quale delle tante cose che ho detto ti riferisci?"
"Che da dove provieni tu comandi sulle femmine."
Treent si ritirò da Takaar come se avesse ricevuto un'artigliata. "Hmra! Non ho mai detto nulla di simile, perché non è vero e non è mai successo niente del genere. Ho detto che in passato la società da cui provengo era strettamente patriarcale, ma grazie al cielo non lo è più... non altrettanto, almeno. In altri luoghi del mio mondo è tristemente vero che c'è ancora una forte sottomissione della femmina al maschio."
Takaar socchiuse gli occhi e per alcuni secondi non aprì bocca. "Non riesco... a immaginarlo."
Treent scosse le orecchie. "Non pensarci troppo o ti verrà mal di testa."
"È per questo che riesci a rivolgerti con tanta libertà alle femmine?"
Treent sospirò seccamente. "No, Takaar, non è per questo... certo che sei diventato improvvisamente loquace. Pensavo che questo posto ti mettesse a disagio."
Takaar fece lentamente un gesto di diniego con le orecchie. "Non è questo posto. Sono... sono le straniere."
"Hmr, ti riferisci alla kurshana - patata con la balestra, vero? Devo darle atto di aver almeno provato ad essere galante, ma per il resto... le mancavano soltanto gli occhi a girandola."
10 - La comunità (parte 2)
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