"Treent, c'è qualcosa che non va?" Domandò Saran.
Treent agitò nervosamente le orecchie e distolse lo sguardo dal bosco circostante. Perlomeno era fuori dal rifugio ed era anche una bella serata; il cielo sopra la comunità si era aperto quasi completamente, rivelando le stelle per la prima volta dopo molte notti funestate dalla pioggia. Con il suo potente olfatto poteva percepire i molti aromi del bosco, li avrebbe trovati rilassanti se avesse potuto distogliere la mente da ben altre preoccupazioni. "L'idea di dovermi presentare ai kurshanu del luogo non mi piace per niente," disse piano.
"Lo avevamo intuito," bofonchiò Sari prima di rivolgersi a Ratani. "Sicura di non voler venire anche tu?"
"Non ho desiderio di conoscere questa gente," rispose la guerriera, "e quando questi due faranno ritorno servirà qualcuno per proteggerli."
"Mia eroe," mormorò Treent.
Ratani ringhiò brevemente alla volta del del maschio.
"Non fare idiozie e non succederà niente," intervenne Saran. "Hmr... in effetti non si può avere alcuna garanzia che tu non faccia qualcosa di terribilmente sbagliato. Takaar!"
"Mia signora?" Rispose prontamente il giovane Carii'Ja. Almeno si era alzato in piedi, e a differenza di Treent non pareva a disagio per il loro imminente incontro con i kurshanu locali. O perlomeno, non era più turbato di quanto non lo fosse da quando aveva messo piede in quel posto.
"Come avrai capito Treent non sa nulla delle nostre usanze o di quelle dei kurshanu. Spiegagli come comportarsi e non farlo finire nei guai. Ovviamente non dovrete aver nessun contatto con alcuna kurshana di questo posto, se noi non siamo presente."
Takaar esitò. "Io... sì, mia signora."
"Hmr. Normalmente troverei molto fastidiosa l'idea di dover avere un babysitter," disse Treent, "ma riconosco che probabilmente è una buona idea. Ma come facciamo a incontrare questi tizi?"
"Rispondigli, Takaar," disse Saran.
"Sì mia signora." Takaar si rivolse a Treent con la cautela che contraddistingueva ogni loro interazione. "Se i kurshanu di questo... di questo posto vogliono parlare con noi, allora dovrebbe arrivare uno di loro per convocarci e portarci al cospetto degli anziani."
Le orecchie di Treent annuirono. "So già di cosa stai parlando, ho avuto il dispiacere di venire 'convocato' - se vogliamo dire così - dagli anziani Sii'Jet."
"Bene, quindi sai cosa aspettarti," puntualizzò Saran.
"È proprio questo che mi spaventa!"
"Certo che con tutte le follie di cui continui a parlare - società patriarcali e deliri sul fatto che siamo tutti degli animali - ti fai spaventare dalle cose più normali," osservò Sari.
"Non sono follie!" Protestò Treent con veemenza. "L'unica follia è questo barbarico rito sociale di sottomissione al più cattivo."
"Abbassa la voce!" Ordinò Saran. "Continui a travisare, tu limitati a fare quanto ti dice Takaar. Evita altre idiozie quando sarai con gli anziani."
"Hmr... farò del mio meglio."
Passarono solo pochi minuti prima che un kurshanu in perizoma emergesse dal bosco per avvicinarsi a loro. Treent capiva che non era un anziano, i colori del suo pelo erano accesi e la criniera solo poco più lunga delle orecchie. Diede un'attenta occhiata a Treent e Takaar prima di avvicinarsi a Saran. "Voi dovete essere le silvane. Io sono Gaat, sono qui per condurre i vostri kurshanu dagli anziani."
Saran annuì. "Ti è concesso. Ovviamente li riaccompagnerai a questo luogo quando avrete finito."
"Certamente. Hmr, che strano accento, non avevo mai udito nessuno allungare tanto le parole. Sei grossa, matriarca; se vuoi la mia compagnia cerca mia madre."
