Piangere va Bene - Fabio Quartararo

508 17 0
                                    

Ho realizzato questa
storia su richiesta di
sferremi07

•••••

Una caduta proprio non ci voleva.

L'intero box esplode in un gemito di dissenso e sconsolazione. È un disastro per il mondiale, e lo sappiamo noi come lui.

Torna nel box scuro in viso, la testa tenuta bassa. Risponde a monosillabi alle domande ed alle consolazioni del team, mentre io resto in disparte: so come va trattato Fabio quando sta così, per quanto imprevedibile riesca ad essere.

Aspetto che vada nel suo motorhome e gli do il tempo per cambiarsi. O meglio, do tempo a me per pensare a cosa dirgli; più penso però più mi accorgo di come non possa sapere cosa dirgli finché non vedrò com'è il suo umore.

Non mi aspetto nemmeno che esca: probabilmente resterà rinchiuso lì finché il paddock non sarà vuoto, quindi busso con solo la nocca dell'indice.

«Fabio, so che sei qui. Posso entrare?»

Dico con la voce più dolce che abbia mai avuto. Aspetto che risponda per più tempo di quanto pensassi.

«Vai via, non voglio vedere nessuno, devo pensare.»

Sospiro prima di parlare ancora.

«Non penso che chiuderti in te stesso ti aiuterà.»

«Silvia, vai via. Non è forse sufficientemente chiaro?»

Il suo tono secco non mi ferma, e socchiudo la porta per entrare.

Lo trovo sdraiato sul letto, con ancora la tuta addosso, abbassata in vita, ed una maglietta del team a coprigli il busto, gli stivali ancora addosso e saldamente appoggiati in terra, come se si fosse seduto per poi lasciarsi cadere all'indietro.

Chiudo la porta alle mie spalle e vado a sedermi vicino a lui.

«Menomale che dovevi andare via.»

Mi dice ruotando la testa per guardarmi in faccia.

«Posso sempre andare via.»

Faccio per alzarmi, ma lui mi prende per un braccio.

«Resta. Ho bisogno della mia ragazza ora.»

Comincio ad accarezzargli i capelli, in un gesto spontaneo che non avevo mai fatto. Mi sembra avere bisogno di un po' di affetto.

«Sono un completo incapace. Va tutto bene, sono in testa al mondiale con distacco e poi butto via tutto cadendo come un birillo.»

Dice dopo un attimo di silenzio, picchiandosi il palmo di una mano sulla fronte.

«Perché ti fasci la testa prima di essere caduto? Aspetta Valencia per dire di aver buttato via tutto. Hai un grandissimo talento, altrimenti non saresti qui. E che resti tra noi ma quella moto si farebbe battere un triciclo con le batterie, quindi non penso che svalutarti sia corretto.»

«Proprio per questo so di non potercela fare. La moto non va, non ha motore. Essere matematicamente in lotta per il mondiale non significa esserlo davvero.»

«Se si parla di te, sì.»

Segue un momento di silenzio, durante il quale fissa il vuoto con occhi vitrei, che lentamente si arrossano.

«Credevo di farcela.»

Sussurra con voce spezzata mentre una lacrima scende lenta lungo la sua tempia. Non l'avevo mai visto piangere.

«E ce la farai, ti conosco. Non sei il primo francese a vincere un mondiale in MotoGP a caso: hai qualcosa di speciale.»

Si tira seduto, dandomi le spalle, e si asciuga la lacrima con il palmo della mano. Ora è di nuovo il Fabio orgoglioso, disposto a tutto pur di non farsi vedere fragile.

«Scusa, mi lagno troppo. Credo che dovresti andare ora. Dubito tu mi voglia sopportare ancora.»

Mi sposto sul letto per affiancarmi a lui.

«Per la milionesima volta da quando sono venuta a cercarti, ti sbagli. Non ti lagno troppo. E poi, gli amici servono anche a questo, sfogarsi un po'. Piangere va bene, è normale. La paura è normale, e ti dirò di più, anche lo sconforto è normale.»

Abbozza un sorriso e finalmente mi guarda.

«A sentirti, sono una sorta di divinità della moto, che però prova sentimenti che sono tutti assolutamente normali.»

«Esatto. Ed io ho sempre ragione.»

Ride quasi, e mi spinge la spalla dolcemente.

Passa un attimo di silenzio, poi sospira ei suoi occhi tornano tristi.

«Sai cosa? È davvero uno schifo rischiare di sprecare tutto il lavoro mio e del team perché non so tenere le ruote sull'asfalto.»

«Non ti devi stressare, perché hai davvero tutte le carte in regola per vincere anche questo mondiale.»

«Vorrei averne la tua stessa certezza.»

Il fiato gli si spezza ancora, come se stesse per piangere. Questa volta però quando una lacrima gli scende lungo la guancia, non si nasconde. Penso non lo farà più, almeno non da me.

One-shot MotoGP e Formula 1 [RICHIESTE CHIUSE]Where stories live. Discover now