Bagno a Mezzanotte - Sergio García Dols

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Ho realizzato questa
storia su richiesta di
wuuuu5

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Quando Izan mi aveva invitata a venire con lui in vacanza pensavo scherzasse: ogni tanto mi portava con sé alle gare, ma ormai il rapporto che avevamo da bambini si è affievolito.

Se prima il mio gemello era il mio riferimento, il mio migliore amico, la mia spalla e sa Dio quanto altro, ora ho questo genere di rapporto con mio fratello Aitor e con mia migliore amica.

Avevo esitato, ma alla fine mi ero convinta che accettare sarebbe stato il meglio: ci saremmo divertiti, e sarei stata per un po' senza Aitor, che per quanto sia amorevole è protettivo fino all'esasperazione.

Non avevo idea di chi altro sarebbe venuto finché non sono arrivata in Indonesia: siamo una comitiva tanto numerosa quanto chiassosa ed esuberante, e mi è bastato poco per capire che non mi sarei pentita di essere venuta.

In realtà, all'inizio è stato un po' uno shock: fatta eccezione per mio fratello e il suo compagno di squadra, Sergio, non conoscevo nessuno. Non ha fatto alcuna differenza, visto che dopo un pomeriggio passato insieme era come se li conoscessi a una vita.

Sono passati solo tre giorni da quando siamo atterrati, e già sento vicina la partenza, come se sapessi che il tempo a mia disposizione non sarà mai abbastanza. Mi sono innamorata di questo posto.

Nonostante abbiamo passato la giornata in giro con degli scooter e sia esausta, non riesco a dormire. Fisicamente sono stanca, sì, ma la mia mente mi chiede lo sforzo di uscire. Dopotutto, non ho visto ancora l'Indonesia di notte.

Mi alzo e mi rivesto facendo meno rumore possibile: se Izan dovesse svegliarsi potrei scordarmi la mia sortita notturna.
La stanchezza mi scivola fuori dal corpo non appena mi alzo, e sento solo la voglia di uscire e l'euforia tipica che dà il fare qualcosa contro le regole.

Mossa anche da questa euforia, scrivo un messaggio a Sergio.

Negli ultimi giorni eravamo stati bene assieme, mi aveva insegnato a fare surf e mi aveva portata sul suo scooter quando il mio si era rotto, con somma gelosia di Izan, protettivo almeno quanto Aitor.

"Non riesco a dormire."

Spero risponda, ma cerco di mettere in conto che possa non farlo. L'ipotesi che possa dormire svanisce quando risponde.

"Nemmeno io."

So che se non glielo proponessi io, non metterebbe mai sul tavolo l'idea di una sorta di "scappatella notturna". È troppo un bravo ragazzo, ha bisogno di una spinta. In vacanza, adoro fare cose che non farei mai a casa.

"Usciamo? Non ho mai visto l'Indonesia di notte."

Mi mordo il labbro, sperando risponda di sì.

"Se ti dicessi di no, lo faresti lo stesso, e per giunta da sola. Quindi ok, andiamo."

Soffoco un'esclamazione per non svegliare Izan. Da piccoli, ci eravamo promessi che non ci saremmo mai detto bugie, ma la mia non è una bugia: non mento, ometto semplicemente dei dettagli.

Scendo nella hall dell'albergo e aspetto che arrivi Sergio guardando fissando la porta dell'ascensore, elettrizzata.

È raro che esca la sera quando sono a casa, e non è mai successo che lo facessi senza preavviso, senza dover chiedere niente a nessuno.

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