Schopenhauer si sbagliava

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Lo so che c'è uno shock generale, però io la metto uguale perché il mio filosofo preferito non si infama.







«È un po' una merda»

«Mh?»

«No dico, è una merda questa visione della vita»

Seduti, schiena contro un albero, Christian con un libro di filosofia tra le gambe e Mattia con la matita tra le labbra, prossimo ad appuntare i concetti fondamentali sul quaderno.

«Non è una merda, Chri. È soltanto molto oggettivo.»

«Bah, io non sono d'accordo»

«Sì che sei d'accordo, anche se non lo vuoi ammettere»

Scrollò le spalle il minore, riprendendo a scribacchiare qualcosa.

Stavano trascorrendo un weekend di giugno insieme: Christian era sceso in Puglia per Battiti Live e aveva deciso di andare trovare il suo neo-fidanzato.

Si erano dichiarati poco più di un mese prima - nonostante provassero sentimenti ben poco amichevoli da molto più tempo - ma non avevano potuto festeggiare insieme il loro mesiversario per impegni lavorativi e scolastici.

Mattia lo sapeva, quando saliva a Bergamo da Christian, di star facendo una cazzata, perché aveva un esame - l'esame più importante della sua vita fino a quel momento - da sostenere e lui non aveva la minima intenzione di aprire libro.

Era tutta colpa del suo stupido cuore innamorato che non ne voleva sapere di lasciarlo in pace.

Pensava a Christian. Costantemente.

Disegnava le croci degli orecchini del moro sui libri, disegnava cuoricini, disegnava i suoi occhi e le lunghe ciglia che li incorniciavano, però non riusciva a mettersi in testa i concetti di nessuna materia.

Mamma Giulia ci aveva anche provato a metterlo in riga, ma quando aveva compreso che non ci fosse nulla da fare, gli aveva consentito di partire a Bergamo, perché "non studia, ma almeno è felice".

Che il biondo si fosse preso una cotta stratosferica per l'amico era stato chiaro, lampante, lapalissiano già dal primo giorno in cui il maggiore aveva messo piede in casa Zenzola, a Pasqua.

Mattia lo guardava con gli occhi dell'amore - ed il bergamasco ricambiava, ma Giulia questo non avrebbe potuto appurarlo in quanto non conosceva abbastanza il bergamasco da poter giudicare se fosse innamorato o meno.

Però le espressioni facciali di suo figlio le conosceva alla perfezione, e si era resa conto subito che quello si fosse preso una sbandata imbarazzante.

Per questo, quando la campanella di fine lezione dell'ultimo giorno di scuola era suonata, Mattia lo sapeva che avrebbe dovuto fare i conti con una valanga di studio da lì al mese successivo.

È tutta colpa tua, la prossima volta sii meno sottone e vedrai che non ti troverai nei guai.

Ma un sottone che si rispetti non rifiuta mai le richieste del proprio fidanzato, quindi quando il ballerino di hip hop gli aveva proposto di venirlo a trovare per un paio di giorni e aiutarlo con lo studio della maturità, il piccolo aveva saltato di gioia e aveva acconsentito.

Ad essere chiaro, lampante e lapalissiano era anche il fatto che i due sicuramente non avrebbero studiato granché insieme, ma questo Mattia l'aveva messo in conto, anzi, non vedeva l'ora.

Però, stranamente, quel pomeriggio erano riusciti a concentrarsi.

Si trovavano nel parco accanto casa di Mattia, sotto ad un albero - un pino - godendosi il venticello, l'aria fresca del tardo pomeriggio, lo scroscio della fontanella poco più in là, i cinguettii degli uccellini.

not just friends [os zenzonelli]Where stories live. Discover now