2. F I G L I O D E L L' O P E R A I O

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 Uno strano miscuglio di irritazione ed euforia si fece spazio nel cuore di Lily Evans, mentre si spingeva attraverso i corridoi affollati del Ghirigoro per unirsi alla fila davanti alla cassa

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Uno strano miscuglio di irritazione ed euforia si fece spazio nel cuore di Lily Evans, mentre si spingeva attraverso i corridoi affollati del Ghirigoro per unirsi alla fila davanti alla cassa. L'incontro con James Potter e Sirius Black le aveva decisamente peggiorato la giornata, eppure non poteva fare a meno di sentirsi piuttosto soddisfatta di se stessa. Gli aveva tenuto testa e ne era uscita vittoriosa.
Non importava che si fosse esercitata tutta l'estate immaginando proprio quel confronto. Non le piaceva ammettere quanto quei ragazzi occupassero i suoi pensieri, anche quando non era a scuola, ma sapeva che l'avrebbero infastidita per essere diventata prefetto. Le davano fastidio per qualsiasi cosa e non poteva evitare di batterli in diatribe immaginarie, solitamente mentre si rilassava nella vasca da bagno.
Non importava che, quando Potter l'aveva colta di sorpresa, fosse diventata rossa, proprio come lui sapeva avrebbe fatto. (Dieci punti per le orecchie... era ben consapevole del loro piccolo gioco meschino.) O che si fosse sentita così maledettamente in imbarazzo, lì in piedi ad affrontare quei due con i suoi abiti babbani e la sua pila di libri usati e malridotti. (Sirius Black, notoriamente il ragazzo più ricco della scuola, probabilmente non aveva mai nemmeno toccato un libro usato.)
Ma nulla di tutto ciò importava, perché era stata in grado di uscirne a testa alta e con la dignità intatta. Era la cosa più importante, con quei ragazzi. Era riuscita persino, incredibilmente, ad avere l'ultima parola. E la faccia di Potter quando aveva minacciato di assegnargli punizioni durante il Quidditch! Ah, era stato meraviglioso. Era una minaccia a vuoto, ovviamente sapevano entrambi che non l'avrebbe mai fatto davvero ma era una minaccia che poteva fare, e la cosa lo infastidiva, ed era una bella sensazione.
«Sono sei galeoni e sette zellini, signorina.»
Costretta ad abbandonare i suoi pensieri vittoriosi, Lily soppresse un sospiro mentre cercava le monete necessarie nel portafoglio, svuotandolo di tutto tranne che di qualche falce solitaria.
Aveva accettato un posto di lavoro estivo al Railview per aiutarla a pagare i libri di quest'anno. Aveva lavorato tutta l'estate sparecchiando i tavoli del ristorante, ma era comunque appena sufficiente. Ogni anno suo padre le dava orgogliosamente dei soldi per la scuola, ma il tasso di cambio da sterline a galeoni era cresciuto così tanto che quei soldi a malapena bastavano per un set standard di rifornimenti per le pozioni. Non aveva il coraggio di dirglielo, ovviamente. Gli aveva detto che lavorare le faceva bene, ed era vero. La teneva occupata, le impediva di passare tutta l'estate senza fare altro che vagare per ogni angolo della loro casa ormai vuota. Papà aveva i suoi sermoni a tenerlo occupato, e Petunia i suoi amici. Ma Lily? Lily non aveva nulla da fare tutta l'estate a Cokeworth se non rimuginare sul passato. Così passava tutto il suo tempo lavorando al Railview e diceva a suo padre che lo faceva per avere "soldi per divertirsi".
La campanella del negozio suonò allegramente mentre usciva nella strade soleggiate di Diagon Alley. Non era del tutto una bugia, ragionò, visto che la sua borsa ondeggiava con un peso piuttosto gradevole. I suoi libri scolastici erano divertenti per lei, almeno. Black e Potter adoravano prenderla in giro perché era un'incredibile secchiona come loro se la cavassero proprio non riusciva a capirlo, visto che quei due erano sempre i primi della classe—e d'accordo, passava decisamente molto tempo in libreria, e okay, immaginava che fosse vero che era sempre con il naso in qualche libro, ma come avrebbe potuto farne a meno, con libri come questi?
Già crescendo come Babbana, era sempre stata un'avida lettrice. Queste cose capitavano spesso a bambini a cui non era permesso giocare con i vicini per il rischio di rendere il loro cane blu. Ma da quando aveva scoperto di essere una strega... beh, non c'erano abbastanza ore al giorno per tutti i libri che voleva leggere, tutte le cose che voleva imparare. Come si poteva non essere affascinati da libri su incantesimi e pozioni e fatture e draghi? Sinceramente, i maghi davano troppe cose per scontate.
Il sole le batteva sulla schiena mentre vagava senza meta davanti alle vetrine rilucenti, ma erano meno allettanti ora che il suo portafogli era quasi vuoto. Considerò se andare a prendere un gelato. Non avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto risparmiare—i soldi le sarebbero serviti anche a scuola—ma era un pensiero terribilmente invitante. Faceva molto caldo, e doveva ancora aspettare chissà quanto... forse si sarebbe semplicemente avviata in quella direzione e avrebbe guardato quali erano le offerte speciali...
Ma mentre proseguiva lungo la strada verso la gelateria Florean, la folla cominciò ad accalcarsi. Lily si mise in punta di piedi per vedere cosa stava succedendo. C'era qualche sorta di raduno in corso più avanti. Un uomo era in piedi su una piattaforma, brandiva una copia della Gazzetta del Profeta e gridava. Era giovane, probabilmente sulla ventina, con una leggera pancetta e una massa di riccioli castano-rossicci. I suoi lineamenti, che altrimenti avrebbero potuto essere descritti come delicati, in questo momento erano duri e infuriati. Non riusciva a capire cosa stesse dicendo, ma qualsiasi cosa fosse sembrava non piacere alla folla. Incuriosita, si spinse in avanti.
Sembrava che prima l'uomo dai capelli ricci stesse pronunciando qualche discorso, ma ora era impegnato a discutere con una strega di aspetto trasandato nella folla.
  «Si prendono tutti i nostri maledetti posti di lavoro!» gridò la strega. «Come faccio a sfamare i miei figli se continuiamo a dare tutto il nostro lavoro a quei Babbani?»
  «Stai paragonando le persone non-magiche a chi nasce da loro!» disse il riccio, con aria frustrata.  
  «I nati-Babbani sono magici e meritevoli degli stessi lavori di—»
Ci fu un boato di disapprovazione fra la folla.
  «Se non ci sono abbastanza posti di lavoro per tutti», provò ancora l'uomo, «è perché il mondo magico opera in base ad una teoria economica del Medioevo, per l'amor di Merlino! Di chi è la colpa?»
  «Di quei ladri dei goblin, ecco chi!» urlò qualcuno dalla folla.
L'uomo riccio stava iniziando a perdere la pazienza. «Questo è esattamente il tipo di mentalità che ci rende stagnanti! Finché la comunità magica non sarà disposta ad affrontare la disuguaglianza insita nel suo sistema governativo, non potremo mai—»
Ma la voce dell'uomo fu soffocata dalle battute e le risate della folla, che stava rapidamente diventando simile ad una rivolta nell'aspetto e nell'atteggiamento. «Cos'altro poi, i diritti dei Magonò?», sogghignò qualcuno dietro di lei. Lily si guardò intorno, improvvisamente molto consapevole del suo abbigliamento babbano. Un uomo tarchiato a qualche metro di distanza la stava fissando. Poi, qualcuno infilò una mano nella sua. Si voltò bruscamente, ma fece un sospiro di sollievo nel vedere il viso pallido di Severus Piton.
  «Dai», mormorò lui. «Non penso che dovremmo essere qui in questo momento.»

The Last Enemy: The Howling Nights by CH_Darling [TRADUZIONE]Where stories live. Discover now