Experience

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C'era qualcosa di strano quella sera.

Non sapeva spiegarsi cosa... anzi, forse lo sapeva benissimo.

Era da quando era tornato a casa che Harry sentiva un grosso, enorme vuoto allo stomaco.

Ma non era un vuoto "brutto". Uno di quelli che sentiva quando stava male, quando si sentiva oppresso, schiacciato... Solo.

Era un vuoto che aveva tanto dentro di sé. Troppo.

Era agitazione, ansia, eccitazione.

Era attesa. Quel vuoto era attesa di qualcosa che doveva accadere - o che sperava accadesse.

E il tutto - o il "niente" - che sentiva, si amplificò quella sera, prima di andare a dormire.

Avrebbe dormito con Louis.
Ma non era quello a renderlo nervoso, forse solo in parte. Non era la prima volta che dormivano insieme. Era successo altre innumerevoli volte.

Sarebbe stata la prima volta da quando Louis non è più fidanzato...

Salirono in camera, dopo aver mangiato e passato una bella serata.
I loro due coinquilini -Zayn e Niall - erano di sotto a guardare la televisione. Poteva sentirla: stavano guardando una specie di documentario su un qualche attore...

Non che fosse rilevante. Semplicemente la sua mente stava cercando di aggrapparsi a qualsiasi cosa lo tenesse ancorato alla realtà.

C'era qualcosa di strano quella sera: l'agitazione stava salendo di secondo in secondo. Di gradino in gradino.

Quando Louis chiuse la porta era chiara l'intenzione di entrambi che non avevano sonno.

Erano soli dopo tanto tempo che non lo erano, erano liberi. Potevano ritornare a quelle sere fatte di sigarette e musica e troppe, ma davvero troppe poche parole.

Ed era perfetto. Perché le parole in quei momenti erano sempre state superflue.

In quei momenti, il loro silenzio non era un silenzio negativo, che creava incomprensioni. Che allontanava.

No.

Quel silenzio li univa in un modo che le parole non avrebbero mai e poi mai potuto fare.

E loro in quei silenzi, in quelle sere, si perdevano. Nella loro semplicità, nella loro tranquillità. Senza pretese. Solo loro due.

Questo bastava.

Dovevano in qualche modo replicare quelle sere... Mancavano a tutti e due quei momenti.

E quella sera iniziò come tante altre. Chi lo sapeva che sarebbe finita in modo totalmente diverso.

Una volta sdraiati sul letto la magia iniziò.

Qualche parola all'inizio se la scambiarono; ma anche lì: furono parole diverse. Non tanto per il loro contenuto quando per il tono di voce utilizzato: basso sussurrato... teso.

Come al solito Louis gli chiese quale musica mettere e Harry puntualmente non disse alcun titolo, non perché non volesse ascoltare della musica, ma perché la sua mente era troppo annebbiata, troppo confusa.

E così finì per metterla Louis.

Come sempre fu stupendo in un modo completamente diverso.

Le note cominciarono a riempire la stanza e così anche la sua voce.

Forse è una cosa banale, infondo è semplice musica condivisa.

Ma no, per Harry non era mai stata "semplice musica condivisa".

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