Capitolo 1

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"Che cazzo significa che c'è una festa a casa di Davis e io devo accompagnarti?" sibilo frustrata mentre Katheryn si aggiusta i boccoli castani sulle spalle.

"Andiamo, Hayley, ti prego! Dakotah mi ha dato buca e non ho nessun'altro con cui andarci. Sai quanto mi piaccia Jeremy!"

Mi prega la mia compagna di stanza mettendosi in ginocchio e sporgendo il labbro inferiore in un patetico tentativo di persuadermi.

"Non verrò a quella festa con te, cadesse giù il mondo" dichiaro, decisa a non muovermi neanche di un millimetro dal divano in pelle rossa del soggiorno.

"Dai!" esclama Kat, allungando pericolosamente la 'i' finale.

"Laverò il pavimento al posto tuo per due mesi" mi scongiura.

In effetti, non é male come opzione.

"Farai anche il bucato?" chiedo, con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

"Verrai con me se farò anche il bucato?" gli occhi di Katheryn brillano di gioia.

"Sì."

"Okay!"

"Affare fatto."

Perché mi sono fatta trascinare a questa festa da Kat che mi ha smollata al banco degli alcolici per provarci con quel Jeremy Davis? Perché?

Sospiro, affranta e chiedo una birra al barman, che ha ingaggiato quel riccone per la sua festa di compleanno in giardino con tanto di piscina.

"Due birre" una voce maschile accanto a me mi fa sobbalzare. Mi volto per osservare il misterioso tipo che ci sta provando spudoratamente con me, offrendomi una birra.
É altissimo penso, scrutando la figura possente del ragazzo. Deve avere la mia età. Si sposta una ciocca dei folti ricci scuri dal viso e mi sorride timidamente, i grandi occhi scuri sono contornati da lunghe ciglia. Posso decisamente definirlo sexy.

Il barman ci versa della birra in due bicchieri alti di plastica e lo osservo portarsi uno di questi alle labbra e sorseggiare il liquido.

"Sei un amico di Jeremy?" gli chiedo, tentando di fare conversazione.

"Sono il suo migliore amico. E tu, rossa? Che ci fai qui?" mi sorride di nuovo ma questa volta colgo un lampo di malizia nel suo sguardo color caramello.

"La mia compagna di stanza al campus vuole provarci con il tuo amico." rido a bassa voce e lui dopo di me.

"Come ti chiami?" chiede, mantenendo il contatto visivo.

"Hayley, Hayley Williams." gli sorrido.

"Io sono Taylor York." ammicca.

Dopo un'ora buona in cui finiamo per sbronzarci e flirtare tutto il tempo, decidiamo di andare a ballare dentro l'enorme casa.

Allaccio le braccia al suo collo e lui poggia le sue su i miei fianchi. Siamo davvero troppo vicini e infatti, dopo qualche minuto, ci ritroviamo a baciarci contro un muro.

Il suo tocco delicato é piacevole e, infatti, lo lascio fare quando le sue grandi mani si infilano sotto la mia gonna e scendono nell'interno coscia. Lo blocco, facendo appello a tutta la lucidità rimastami dopo tutto quell'alcool e l'eccitazione, invece, quando tenta di spostarmi gli slip di lato.

"Aspetta" biascico. Cazzo.

Un'espressione confusa attraversa il suo viso finché non capisce che voglio andare di sopra.

Immediatamente mi solleva su di lui e cerca frettolosamente una stanza vuota. Non appena la troviamo, e chiudiamo la porta a chiave, riprendiamo a baciarci appassionatamente e a spogliarci. Il modo in cui mi sfiora, mi accende di desiderio e il suo buon profumo mi spinge a giudicare l'amplesso più che positivamente.
Chissà se ha una ragazza penso, mentre le sue labbra umide scendono, ancora, giù per il mio collo e le sue spinte si intensificano, diventando più frequenti, avvicinandomi pericolosamente all'apice.

L'orgasmo, infatti, ci coglie entrambi alla sprovvista, lasciandoci sfiniti e stretti l'uno all'altra tra le lenzuola di una stanza nemmeno mia.

Taylor mi bacia sulla bocca, dolcemente e si lascia accarezzare i riccioli: attività che, ho scoperto, mi piace molto fare.

Mi stendo su un fianco, la mia schiena contro il suo petto e il suo viso tra i miei capelli, dove lascia un bacio prima di addormentarsi con me ancora stretta a lui.

Mi sveglio con la luce del sole che mi illumina e mi riscalda il viso. Mi giro sull'altro fianco notando che il corpo di Taylor non é più accanto al mio, nonostante le lenzuola siano ancora calde. Mi alzo e mi rivesto, con una punta di delusione, sentendo ancora l'odore del ragazzo sulla mia pelle. Scendo di sotto e recupero il mio cellulare, trovandolo fortunatamente ancora nella giacca che avevo poggiato sull'attaccapanni. Trovo tre chiamate perse da Kat, otto messaggi e un messaggio nella segreteria da un numero sconosciuto. Richiamo la mia compagna di stanza e la avviso che sono viva, poi mi incammino a piedi verso il campus, non molto distante.

"Dove cazzo eri finita? Ti ho cercata per tutta la serata!" Katheryn mi urla in faccia ma mi soffermo principalmente sull'uomo barbuto che é seduto sul MIO divano con i piedi sul MIO tavolino.

Tossicchio contrariata in modo da attirare la sua attenzione, visto che é troppo impegnato a messaggiare con chissà chi.

Il biondo gira la testa di scatto e toglie immediatamente i piedi dal tavolino, rivolgendomi uno sguardo quasi terrorizzato, a causa della mia espressione-super-incazzata.

"Hayley mi stai ascoltando?" l'urlo di Kat mi fa saltare i timpani ma decido di ignorarla dal momento che il tipo, che suppongo sia quel Jeremy Davis, si é lasciato scappare una risatina.

"Che cazzo ti ridi?" chiedo, acida come un limone, suscitando ancora una volta la sua ilarità.

"Credo solo di aver capito perché la tua amica non ha avuto tempo per tornare qui, stanotte." ridacchia, troppo divertito per i miei gusti.

Nel momento in cui realizzo cos'ha detto, sento le guance andarmi a fuoco e mi copro immediatamente gli occhi con le mani
Non dirlo, cazzone, no.

"Credo abbia passato la notte con il mio amico Taylor, che stava appunto vantando le sue prestazioni sessuali di stanotte con me. Ora gli credo davvero, però" dice, e scoppia a ridere seguito da Kat che, improvvisamente ha cambiato umore.
Voglio sprofondare.

"Fanculo." sibilo e li fulmino con lo sguardo prima di dirigermi a passo spedito verso il bagno dove prendo un'aspirina, la tolgo dal blister e la ingoio.

Where The Streets Have No NameWhere stories live. Discover now