𝟞𝟙 - ℂ𝕠𝕦𝕣𝕒𝕘𝕖.

Começar do início
                                    

Qualcosa era cambiato all'improvviso non appena spense le candeline dei venticinque anni. Non trovava un caso che ogni cosa le accadesse sempre per il giorno del suo compleanno, ma sentiva come se con l'avanzare dell'età lei avesse bisogno di qualcosa di nuovo. Quel giorno si era resa conto che non poteva più vivere in quel modo, strozzata da un potere complicato che la impauriva nonostante fosse diventata un'adulta a tutti gli effetti.

E ci aveva riflettuto per giorni su cosa fare, dove poteva andare mai una ragazza con quel tipo di potere? Nessuno, oltre Tony e chi lavorava con lui, aveva mai sentito parlare di magia in quel modo e nessuno poteva aiutarla. Zoe, quel potere, non lo voleva e non riusciva più a sopportare l'idea che qualsiasi mossa potesse mettere in pericolo chi le stava intorno.

La consapevolezza di dover fare qualcosa per rimuoverlo era arrivata quel giorno in cui lei e Tony avevano discusso e Zoe, presa dall'esasperazione, aveva fatto involontariamente esplodere la stanza in cui si trovavano. Per qualche strano ed assurdo motivo lei era riuscita a proteggersi, ma non era riuscita a proteggere Tony. E quando aveva riaperto gli occhi, sconvolta da ciò che aveva fatto e dal fumo che incombò in quella stanza, il suo primo pensiero era stato cercare Tony. E lo trovò lì, contro la parete, a terra inerme, con macchie di fumo sparse qua e la sul viso.

Zoe era entrata nel panico più totale, spaventata e terrorizzata da se stessa, ma niente l'aveva fermata dal raggiungere Tony e cercare di rimetterlo in piedi. Lo aveva chiamato più volte a gran voce, e lui continuava a tenere gli occhi chiusi, fin quando lei non posò la sua mano all'altezza del petto e concentrò la sua energia in quella di Tony pur di fare qualcosa. Non sapeva nemmeno lei cosa stesse facendo, forse stava addirittura rischiando di peggiorare le cose.

Invece Tony aveva riaperto gli occhi e Zoe, in quella maniera, aveva scoperto con un po' di ritardo che i suoi poteri fossero anche curativi fino a quel punto. Si, sapeva delle ferite fisiche e che poteva far passare anche quelle, ma reinvenire una persona che aveva perso i sensi lo aveva scoperto in quel modo. Quel tipo di situazione, fortunatamente, le era capitata davanti poche volte. Forse due o tre volte.

Gli anni a venire Zoe li aveva passati per prima cosa a perfezionarsi, dopo aver compreso che non c'era alcun modo per liberarla da quella che per lei era una maledizione, consapevole che se voleva evitare altri danni di quel genere doveva imparare a convivere con quel potere che le era stato imposto. Ed era andata avanti tra New York e l'India per quasi un anno, sotto la guida dell'Antico come mentore, fin quando Zoe non realizzò di essere in grado di controllare i suoi poteri e farli suoi una volta per tutte.

Zoe poteva dire che dopo quell'anno, dopo il 2009, la sua vita fosse realmente cominciata. A ventisei anni aveva scoperto cosa significasse star da sola, viaggiare, divertirsi, scoprire parti del mondo che non conosceva, conoscere la gente che riempiva quel mondo, studiare culture diverse da quella Americana, farsi qualche amico sparso qua e la, aver detto ad alta voce per la prima volta il suo nome ed il suo cognome senza menzionare mai gli Stark.

Non perché si vergognasse, ma non voleva che si sapesse che Tony Stark avesse una sorella. Adottata, certo, ma pur sempre una sorella. L'unica volta che si era lasciata scappare di essere la figlia adottiva di Howard e Maria Stark, era stato in Africa. Più precisamente, nel Wakanda. Lì Howard era ben conosciuto, ovviamente, e persino rispettato. Zoe ci aveva messo un po' a fidarsi di T'Challa, Shuri, i loro genitori ma non appena ebbe la certezza delle lealtà di quelle persone non si era fatta alcun problema a rivelarsi fino in fondo. E loro, talmente leali, avevano giurato di mantenere il segreto.

Solo pochi mesi dopo, però, tutto il mondo aveva finalmente conosciuto Zoe Knox: il nuovo Avenger.

Doveva ammettere che a volte le faceva ancora un po' strano sapere di essere etichettata come uno dei supereroi più potenti e famosi al mondo. Le piaceva quella sensazione, nonostante all'inizio fosse terrorizzata da ciò che poteva succedere. Ma Zoe non avrebbe mai smesso di dire che quella squadra, tutto quello che era successo dal giorno in cui era scesa da quel Taxi, le aveva letteralmente stravolto la vita. In meglio, si, ma anche in peggio. Però le piaceva quella vita, nonostante le cose ormai fossero cambiate. Tutto era cambiato in quella squadra, le persone che la riempivano erano sparse intorno al mondo e Zoe non aveva idea di dove fossero.

GROWN • Steve RogersOnde histórias criam vida. Descubra agora