Faccio scattare la chiave sulla serratura, e penso che ormai è fatta e non posso tornare indietro.

Spalanco la porta e mi viene incontro Charles.

<<Mon amour, oddio quanto sono stato in pensiero per te. Come stai? Ti senti bene? Dove sei stata in questi giorni? Ho provato a telefonare a tutti ma nessuno mi rispondeva, o sapeva dove fossi>>, esclama tutto d'un fiato, prendendomi il volto tra le mani. Un tempo mi sarei sentita a casa tra quelle mani, ma ora mi sembra un tocco sconosciuto.

Non dico nulla, nessuna espressione. Come può fare finta che non sia successo nulla?

Ed è quando si avvicina per baciarmi, che mi rendo conto che non ha idea del fatto che io so. Mi scanso velocemente, e vedo che il gesto lo fa restare spiazzato.

<<Sto bene, Charles. E' stato un brutto incidente, ma sto bene. Mi hanno dimessa lunedì in mattinata. In questi giorni sono stata a casa dei miei genitori, e lo avevo detto a pochissime persone, quindi o hai chiamato quelle sbagliate, o non ti hanno detto dov'ero di proposito>>, inizio a dire, facendo appello a tutta la mia calma, mentre la mia voce assume un tono quasi di disprezzo, <<ma non sono venuta qui certo per parlare di come sto. Sai cosa, sono contenta che tu fossi in pensiero per me mentre ti baciavi Charlotte>>.

Ecco la bomba appena lanciata. Queste ultime parole erano così cariche di rancore, che mi sento sopraffatta, e per un istante la vista si annebbia e sento le gambe farsi molli. Prima che la situazione peggiori mi siedo su uno sgabello della cucina, e faccio dei respiri profondi.

Charles apre e chiude la bocca più volte, per dire qualcosa, ma non sa nemmeno lui cosa dire, perchè è la verità.

<<No, Eva. Non è come credi, non so cosa hai visto. Lascia che ti spieghi per favore>> dice con voce tremolante, mentre il panico lo ricopre da testa a piedi.

<<Non mi dire le cazzate Charles!>>, esclamo, sorpresa io stessa dal tono di voce. Lui fa un passo indietro, e si passa le mani tra i capelli.

<<So cosa ho visto, ho la foto stampata in testa da giorni ormai. Ho quasi rischiato la vita per te, ero in mezzo alle fiamme per colpa tua, e ho passato dei giorni d'inferno per colpa tua>>, sputo acida. Mi rendo conto solo ora che le mie mani tremano, mentre gli punto un dito addosso, e sono sull'orlo del collasso.

<<Eva per favore, ascoltami. Ti posso giurare che non è così, magari è stata un'ombra, o qualcos'altro, non lo so nemmeno io>>, ansima. Tenta di farsi più vicino, ma con la mano lo blocco dov'è.

<<Ti ho chiesto soltanto una cosa quando ci siamo messi insieme: non tradire la mia fiducia. E tu hai fatto esattamente l'opposto. Mi aspettavo che venendo qui, avresti scoperto le carte in tavola, e saresti stato onesto e sincero fin dal primo minuto, e magari potevo anche chiudere un occhio, e cercare di non odiarti con tutta me stessa. Ma a quanto pare hai scelto la strada più difficile>>. Sento gli occhi che diventano lucidi, e le immagini davanti a me farsi sfocate, e non fermo le lacrime, anzi, le lascio scendere, nella speranza che si renda conto del dolore che mi ha fatto provare.

Lui sospira esausto, e si siede dall'altro lato del tavolo.

<<Ascolta Eva, va bene, hai visto cosa ho fatto. Sono stato uno stupido a pensare di poterti convincere con le parole, ma è stato un momento di debolezza. Ho legato molto con Charlotte in questi giorni, e non so come mi sono lasciato andare. Ti pensavo in ogni istante, e anche quando ci siamo baciati, io mi sono tolto subito, e ho discusso a lungo con lei. Le ho detto che non era giusto nei nostri confronti, e neanche nei tuoi confronti, essendo la sua migliore amica>>, mi spiega, cercando insistentemente il mio sguardo, che non scollo dal tavolo.

Provo ancora più dolore di prima, è come se qualcuno stesse spingendo sempre più in fondo il coltello in una ferita già aperta. Sono stata tradita sia dal mio ragazzo, che dalla mia migliore amica. Se fosse stata un'altra ragazza, probabilmente gli avrei creduto, magari era una cascamorta e aveva colto l'occasione. Ma Charlotte no, a lei non glielo perdonerò mai. Non so se mi ha sempre nascosto il fatto che era innamorata di Charles, o l'ha fatto senza pensarci. Ma in entrambi i casi, ciò che ha fatto è una risposta ben chiara.

<<Almeno apprezzo la sincerità, ma non cambia ciò che penso. Ho messo tutta me stessa nelle tue mani Charles, e alla prima occasione mi hai voltato le spalle. E la cosa che mi fa ancora più orrore, è che se non avessi visto per sbaglio la foto dal telefono di George, io non lo sarei mai venuta a sapere>>, dico esausta, <<beh, ovviamente non pensare nemmeno di andare ad accusare George in alcun modo, perchè sarebbe un colpo basso anche per te>>, concludo, avvertendolo.

Vedo che abbassa la testa, mortificato, e non aggiunge altro. Mi viene da ridere quasi, a pensare al fatto che se in altre occasioni l'avessi visto così, gli sarei corsa incontro e l'avrei abbracciato, ma, anche se non lo ammetto a me stessa, in fondo in fondo, volevo che le mie parole avessero questo effetto.

<<Verrò a prendere le mie cose nei prossimi giorni, quando non ci sarai. Non chiamarmi, e non cercarmi>>, dichiaro fermamente. Mi alzo dallo sgabello, e mi tolgo l'anello di fidanzamento che mi aveva dato a Venezia. Mi sento quasi una stupida a pensare che ci saremmo anche sposati.

Lo poggio sul tavolo e lui lo prende subito tra le mani. Lo gira e lo rigira, e mentre sto per aprire la porta, lui parla di nuovo.

<<Tu non mi lasci solamente per questo motivo, vero? Non è da te essere così risoluta, né tanto meno non darmi un'altra possibilità. C'è altro non è così?>>, domanda, quasi con tono accusatorio, ma gli do sempre le spalle, <<E' Lando, vero? Dovevo immaginarlo, sono stato cieco per tutto questo tempo. E' sempre stato lì, pronto ad aiutarti, e adesso, alla prima occasione, chissà perchè mi molli così, senza darmi il tempo di spiegarmi. Forse non dovrei essere l'unico a sentirsi in colpa, Eva>>, conclude, soddisfatto di avermi colpito nell'unica cosa che mi sta a cuore.

Non ci vedo più dalla rabbia, e mi volto di scatto.

<<Sai, mi fa quasi schifo come ti appigli all'unica cosa che riesci a trovare. Era sempre lì Lando, sì. E sai perchè? Perchè mi fido di lui, mi vuole bene, e mi fa stare bene. Cosa che dovresti fare anche te, ma ti sei rivelato ancora una volta l'errore più grande che io abbia mai fatto. Ah, e inoltre, era anche l'unico che è stato accanto a me finché non mi sono svegliata, dopo un incidente che ho fatto per colpa tua!>>, esclamo, con tutta l'aria che ho nei polmoni.

Non lo guardo nemmeno in faccia, mi sbatto la porta alle spalle e corro giù dalle scale.

Amore o velocità? || Lando NorrisWhere stories live. Discover now