Non Avrei Dovuto Bere - Enea Bastianini

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Ho realizzato questa
storia su richiesta di
malata_di_ff

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La brezza marina mi è sempre piaciuta, specialmente la sera, con il suo profumo inconfondibile.

Non ero mai stata del lungomare adriatico, ma per una vacanza con le amiche avevo bisogno di un posto non troppo costoso, così eccomi qui, a passeggiare su un marciapiede che corre parallelo alla costa.

Ero venuta qui con due mie amiche, Alice e Irene, ma entrambe si sono prese una brutta influenza che quest'anno pare girare in albergo, quindi sono in giro da sola.

La vita qui sembra così felice. La gente balla sulla spiaggia fino a tardi mangiando una torta romagnola che non avevo mai visto.

Le luci incantano, ovunque è illuminato da piccole lampadine che diffondono una dolce luce giallastra, e la luna guarda tutto dall'alto.

Passo affianco ad un bar e mi soffermo un attimo, tentata di entrare.
Dall'interno giungono le risate e gli schiamazzi di un gruppetto di ragazzi ubriachi.

Cedo alla tentazione ed entro nel locale, mi siedo al bancone ed ordino una birra.
Non sono mai stata un'amante dell'alcol, ma mi piace la sensazione di calore ed euforia che dà qualche sorso di birra.

Comincio a bere, con un po' di rimorso: non reggo l'alcol, e so che potrei fare qualche stupidaggine.

Per ammutolire il senso di colpa bevo ancora un po', finché i muscoli si sciolgono completamente.

Sono un po' alticcia, me ne rendo conto, allora mi alzo e me ne vado, barcollando un po' sui tacchi troppo alti.

Dovrei tornare nella mia stanza, ora che sono ubriaca oltre che sola, ma la fiducia che nutro nei confronti della gente di questa terra mi spinge a continuare la mia passeggiata.

Le scarpe mi fanno male e sono davvero stanca, quindi decido quasi inconsciamente di andare alla spiaggia per riposare su un lettino.

Sfilo i tacchi e rimango con i piedi immersi nella sabbia dorata riminese, ora fredda. È una bella sensazione, e muovo leggermente le gambe per sentire la sabbia scorrere tra le dita.

Non so per quanto tempo, resto seduta ad ascoltare la voce del mare e a guardarne la superficie, resa nera dal buio della notte, incresparsi.

«Hey, posso farti compagnia?»

Quasi sobbalzo sentendo qualcuno parlarmi, non avendo sentito nessuno avvicinarsi.

Mi giro, e vedo un bel ragazzo dal sorriso gentile e anche terribilmente familiare, anche se mi sfugge dove possa averlo visto.

Si siede accanto a me, appoggia le mani dietro la schiena e poi vi carica il peso.

«Io comunque sono Enea.»

Mi dice, spostando subito la mano dal lettino per tenderla a me.

«Francesca.»

Lui però, quando afferro la sua mano per stringerla senza forza, invece di darmi una stretta di mano porta il dorso della mia alle labbra.

Mi lascia senza parole, ma in senso buono.

Mi sento come se una scarica elettrica passasse per tutto il mio corpo, partendo dal braccio fino a raggiungere ogni parte di me, anche per colpa dell'alcol che amplifica le sensazioni.

«Dimmi di te. Sei in vacanza?»

La sua voce gentile mi smuove e rilassa allo stesso tempo. Ma forse è solo l'alcol.

One-shot MotoGP e Formula 1 [RICHIESTE CHIUSE]Where stories live. Discover now