Dear Mike..

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19 marzo 1986, prima dell'inizio delle vacanze di primavera.

Mike Wheeler odiava tante cose nella sua vita: buttare la spazzatura, chiamare per ordinare la
pizza, stare rinchiuso in casa per badare alla sua sorellina, ma quella che proprio le batteva tutte era pulire la sua stanza.
Karen ormai aveva perso le speranze, tanto che ormai non lo sgridava più, aspettava solo che si
lamentasse per poi dirgliene quattro e il "te l'avevo detto" tipico di ogni madre.
Ma, quella settimana, stavano per iniziare le vacanze di primavera e sapeva che Mike doveva partire per andare a fare visita alla famiglia Byers, sapeva quanto ci tenesse, non stava più nella pelle, perciò lo minacciò dicendogli che se non avesse pulito la sua stanza non lo avrebbe fatto partire.
Mike sapeva bene che quando la madre diceva così faceva sul serio, perciò rassegnato, quella
domenica, dopo aver finito i compiti delle vacanze, iniziò a mettere in ordine e a buttare qualcosa.
In quella camera trovò di tutto: scatole della pizza vuote ammuffite, videogiochi sparsi da per tutto, vestiti sporchi sul pavimento.

Mike: «mio Dio Mike fai proprio schifo», iniziò a parlarsi in terza persona insultandosi mentre metteva via i panni sporchi e quelli puliti ordinati nell'armadio.
Finito con i panni iniziò a riordinare i videogiochi mettendoli nello scatolone sopra la mensola, ma un po' di polvere gli finì sul naso facendolo starnutire.
Mike: «cazzo!» imprecò facendo accidentalmente cadere lo scatolone con tutti i suoi oggetti all'interno.
Rimise tutto dentro velocemente quando una cosa in particolare attirò la sua attenzione: il vecchio gioco D&d di Will. Lo aveva tolto dalla scatola delle donazioni il giorno del trasloco. Lo nascose per poi portarselo a casa, non voleva darlo via, quel gioco aveva segnato la loro infanzia, soprattutto la loro amicizia, e il solo pensiero di altri che giocavano con il "loro" gioco lo mandava su tutte le furie. Così lo rubò per poi nasconderlo in un posto sicuro.
Lo prese in mano esaminandolo con cura sedendosi a gambe incrociate per terra. Passando le dita sul gioco delicatamente, nella sua testa all'improvviso riaffiorò ogni parola scambiata con Will quel giorno.

FLASHBACK
Quel giorno Mike a malincuore, stava mettendo a posto all'interno dei vari scatoloni, tutti gli oggetti della casa che aveva segnato la sua infanzia.
Quel giorno i Byers dovevano trasferirsi in un'altra città, e lui ancora non poteva credere che avrebbe tenuto lontano la sua ragazza e il suo migliore amico. I giorni prima erano stati un inferno tra la lotta contro il Mind Flayer e la morte di Billy, ma una cosa lo scombussolava più di tutti, la litigata con Will successa quel giorno quando Undi lo piantò in asso.
Non aveva parlato ancora non lui, un po' perché non ce n'è stata occasione, un po' per
l'imbarazzo.
Era ancora immerso trai ricordi quando, proprio il protagonista dei suoi pensieri, lo svegliò facendolo ritornare nella realtà.
Will, imbarazzato, avanzò vicino a lui con alcuni dei suoi giocattoli in mano, tra cui D&d.
Non ci pensò neanche due volte e lo mise nella scatola delle donazioni. Lo guardò per poi
andarsene, ma il più grande lo fermò:

Mike: «no amico, è la scatola delle donazioni»
Will: «lo so, userò il tuo quando tornerò, cioè se vorrai ancora giocarci..»
Mike: «si ma, se vuoi unirti a un altro gruppo?»
Will:«impossibile»
Si guardarono negli occhi per poi sorridersi. Sorrisi e sguardi che valevano più di mille parole, non scambiati da troppo tempo, e che avevano fatto bene al cuore di tutte e due.

FINE FLASHBACK

Mike non si scorderà mai quel giorno, i loro sguardi, i sorrisi, l'ultimo abbraccio, le ultime parole scambiate di persona.
Non sapeva perché ma sentiva che per lui e Will quell'anno le cose erano diverse, non da semplici migliori amici. Ecco perché litigavano ogni volta, non riuscivano mai a dirsi ciò che provavano veramente.
Poi Will era strano, balbettava quando gli si avvicinava e rifiutava sempre di passare una notte da lui come ai vecchi tempi. Aveva anche pensato che Will potesse provare dei sentimenti per lui ma aveva sempre scacciato via quei pensieri, insomma non poteva provare qualcosa per un altro ragazzo.
In questi mesi si chiamarono poco, se si fossero parlati si sarebbe sentito anche dal telefono l'imbarazzo di entrambi, Mike quando chiamava non sapeva mai come iniziare il discorso con Will e se gli avesse parlato avrebbe balbettato; perciò, aspettava sempre che il più piccolo chiamasse da un momento all'altro. Quando si scambiava lettere con Undi sperava sempre che all'interno di quel pezzo di carta ci fossero parti che parlassero di lui, o che addirittura ci fosse una lettera da parte di Will. Non sapeva perché ma ci sperava, con tutto il cuore.
Ritornò nel presente, ancora con la scatola in mano, e guardandola ancora una volta decise di aprirla. Sorrise giocando con le pedine e i dadi ricordandosi tutte quelle campagne fatte con i suoi amici o Will vestito da mago.
Sollevò il "tabellone da gioco" quando vide un pezzo di carta del tutto sconosciuto. Lo prese
vedendo che il destinatario era proprio lui così lo apri. Riconobbe subito la scrittura di Will:

Dear Mike- shot bylerWhere stories live. Discover now