24 - Le Mans pt. 1

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Marc strabuzzò gli occhi: « Por dios, ¡Que mala suerte! Sarà divertente allenarci insieme allora » aggiunse poi, facendomi l'occhiolino.

Così ci ritrovammo in tre ad allenarci, fino alle undici di sera.

« Niños, yo me voy ( Ragazzi, io me ne vado) » ci avvisò Santi, congedandosi « ¡Hasta mañana! ( A domani! ) »

Io e Marc rimanemmo soli, e lui non fece altro che sottolinearlo.

« ¡Por fin estamos solos! (Finalmente soli!) » esclamò infatti lui, sornione. Mi indicò un attrezzo che non avevo mai usufruito prima, facendomi cenno di provare ad usarlo « veamos sì sabes usarlo (vediamo se sai usarlo) »

« Non so neanche cosa diavolo sia » ammisi, guardando la struttura di quell'attrezzo.

« Es una estación de Cable Cross ( È una stazione di Cable Cross) » mi spiegò lui, indicandomi dei tubi posti sulla cima « Devi attaccarti a quelli e tirarti su con le braccia »

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« Es una estación de Cable Cross ( È una stazione di Cable Cross) » mi spiegò lui, indicandomi dei tubi posti sulla cima « Devi attaccarti a quelli e tirarti su con le braccia »

Lui mi guardò, aspettando che facessi l'esercizio, ma c'era solo un piccolo, minuscolo problema.

« Marc? »

« Si? »

Io alzai le braccia in alto, palesandogli il dilemma: « Sono bassa, non ci arrivo a quei cosi »

Lui scoppiò a ridere e sì mise dietro di me.

Giurai di aver avuto dei brividi corrermi lungo la schiena appena percepii la sua presenza.

Lui mi prese per le cosce e letteralmente mi lanciò verso le manopole a cui dovetti attaccarmi.

« Ma sei idiota?! » lo insultai io, mentre lui rise di gusto.

« Sei leggera » commentò lui, mentre io bofonchiai.

« Sono in peso forma, anzi, se vuoi saperlo ho pure la pancia » dissi, alzando gli occhi al cielo.

Lui scosse la testa, divertito: « Avanti, fai l'esercizio! »

Inutile dire che dopo ben quattro volte in cui alzai il mio corpo, rinunciai.

« Non ce la faccio più » mormorai, esausta con il fiatone.

« Pappamolle » mi prese in giro lui.

« Eddai, fammi scendere » lo pregai, ma lui sì rifiutò, ridendo.

« Marc, ti prego »

« Salta giù » rispose lui, ancora ridendo.

« MARC MÀRQUEZ ALENTÀ, FAMMI SCENDERE O DÒ FUOCO ALLA TUA MOTO » lo minaccia io.

Lui sì arrese ridendo e mi prese in vita. Io lasciai le manopole e lui mi fece atterrare sul pavimento gentilmente, ma senza lasciare la presa.




|| Punto di vista di Marc ||

L'allenamento in solitaria che mi ero previsto sì rivelò molto più interessante e divertente delle mie previsioni: la presenza inaspettata di Sofia rese tutto più bello e intrigante.

Ammissi di averle lanciato parecchi sguardi mentre sì allenava: i suoi pantaloncini, nonostante non fossero aderenti, delineavano molto bene le curve del suo sedere. Tuttavia dovevo starmene concentrato affinché non avessi reazioni imbarazzanti, ma non riuscii ad evitarle completamente. Dopo che Santi, fortunatamente, se ne era andato, l'aiutai a sollevarla per raggiungere le manopole dell'attrezzo e sfortuna ( o fortuna, oserei dire) volle che il suo da poco ben acclamato lato B sfiorasse quella mia maledetta parte da uomo. Feci parecchi respiri profondi per calmarmi, ma la calma non durò molto: quando lei scese, le due parti di prima entrarono direttamente in collisione. Lei parve non accorgersene, ma io e qualcuno più sotto ce ne rendemmo conto all' istante. Venni pervaso da un desiderio irrefrenabile, che inebriò la mia mente. Erano mesi e mesi che non provavo qualcosa del genere: persino nell'ultimo periodo con cui stavo con Lucía non avevo più provato quella sensazione. Quando lei toccò il pavimento con i piedi io non la mollai, ma anzi, la abbracciai da dietro, appoggiando il mento dolcemente sulla sua testa. Lo feci senza riflettere, ma quando me ne accorsi mi sì formò il pensiero che forse lei non sì trovasse a suo agio in quella situazione, oppure che non volesse essere abbracciata, o che sì potesse spaventare e scappare via. Ma non successe nulla, anzi: percepii i suoi muscoli, in iniziale tensione, lasciarsi andare. Appoggiò la sua testa al mio petto: non so per quanto restammo così, ma mi piacque.

« Me gusta tener un contacto físico contigo ( mi piace avere un contatto fisico con te) » le sussurrai all'orecchio e la percepii rabbrividire. Io ebbi la reazione di stringerla ancora più contro di me.

« Anche a me piace » affermò lei, sussurrando.

Toccò a me rabbrividire. Ormai non avevo più controllo di quello che succedeva nei miei pantaloncini, ero troppo preso da lei e da quel contatto che avevamo. Lei sì voltò, avendo così la possibilità di abbracciarmi al collo: in quel momento le mie mani che sì trovavano su suoi fianchi erano molto tentate a scendere più in basso, ma non volli spingermi troppo in là. Lei alzò lo sguardo su di me: i suoi dolci ed espressivi occhi nocciola erano incatenati ai miei marroni, le sue labbra rosse mi stavano attirando, ma io non mi mossi. Forse era troppo presto per quello che avevo in mente.

Lei fu la prima a sciogliersi da quel contatto, allontanando le sue mani dal mio collo ma facendole scorrere sopra alla mia maglietta, lungo l'altezza dei pettorali. Non mi spiegavo come riuscivo a starmene così calmo, sapendo che dentro di me ero tutto fuorché tranquillo: anche sotto non c'era nulla di definibile come "a riposo".

« Credo tu debba andare a dormire, hai delle qualifiche da fare domani, Cabroncito »

Dio, lo aveva pronunciato in un modo così sexy.

« Immagino sarò costretto a seguire il suo consiglio, Señorita Rotasperti »

Lei sorrise sorniona: fu la prima volta che le vidi sul volto un'espressione così allusiva e quel suo sorrisetto riuscì a mandarmi il cervello letteralmente in pappa.

Dopo aver raccolto le sue cose ed avermi salutato, se ne andò.

In quel momento avevo urgentemente bisogno di una doccia gelida, altro che fredda.




Spazio Autrice

* La 24 ore di Le Mans è una famosa gara di automobilismo della durata di 24 ore filate che si svolge annualmente al Circuit de la Sarthe.

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now