The brightest and the most star in the firmament

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"Uscimmo all'esterno osservando il sole che splendeva alto nel cielo e tutte le persone che guardavano le vetrine dei negozi.

C'erano bambini di tutte le età che correvano gridando e alcune coppie di fidanzati come noi che si tenevano per mano. Mentre stavamo camminando nel centro città avvistai un abito meraviglioso.

«Ehi Bri guarda quell'abito lì, non è stupendo?»

«Possiamo entrare, se vuoi»

Entrammo e mi misi ad osservare i vari vestiti in vendita:

«Bri, questo posto è il Paradiso! Vorrei comprare tutti gli abiti!» dissi sorridendo come una bambina in un negozio di giocattoli.

«Ti capisco, ma non abbiamo abbastanza soldi»

«Lo so, è un peccato»

Dopo aver scelto quattro abiti diversi ci avviammo verso i camerini e ogni volta che uscivo tu restavi a bocca aperta." (capitolo 13) Anche in questo caso si riscontra poco controllo verso le ripetizioni.

The brightest and most beautiful star in the firmament oltre a questi limiti, ne mostra uno su cui dover assolutamente porre rimedio: il modo in cui espone la vicenda. Sebbene il narratore svolga in maniera sufficiente la sua funzione, la storia non riesce a prendere il volo in quanto si mostra come un riassunto frettoloso e cronachistico di ciò che è successo. Le descrizioni sono poche e scontate, limitandosi alla triade capelli, occhi, colore, e non c'è nessuna emozione che riesce ad andare oltre la parola scritta (anche per questo passaggio si rimanda alla sezione successiva).

Organizzazione, struttura, personaggi

Anche in questa parte dell'analisi ci sono molte cose da dire e che riguardano i seguenti punti: personaggi, dialoghi e motivazioni ad agire, nonché scelte di trama da rivedere.

Partendo dalla figura di Valentina, protagonista del testo, si profila nel lettore un percorso fatto di estrema incredulità verso ciò che le accade: a tre anni entra per la prima volta in teatro (da sola), sale sul palco e canta; durante l'infanzia viene adottata e subito dispensa amore a tutti; la rottura con Jonathan la porta a mettere in adozione il figlio appena nato per fuggire con Brian May.

Questi eventi sono molto importanti e non solo fondano la personalità di un individuo, ma la modificano profondamente. Sebbene la loro eccentricità, non si critica la loro comparsa, ma il fatto che abbiano avuto sulla protagonista lo stesso impatto di scelte neutre come lo scegliere dei vestiti nel capitolo 13.

Non c'è tensione o un punto di svolta nel sentire tali sconvolgimenti della sua vita e il lettore rimane impassibile davanti a una madre che sceglie di far adottare nonostante lei stessa sia stata adottata a sua volta. Su questo specifico punto è bene spendere qualche parola in più: l'iter che porta dalla consapevolezza di essere incinta alla maturazione dell'idea di adottare è racchiuso nell'arco di pochi minuti e vengono inserite anche una dichiarazione d'amore e la rottura di una relazione. Le scene che descrivono questo percorso sono affastellate e prive del buon senso che spingerebbe un personaggio a fermarsi, prendere fiato e capire come muoversi. Questo episodio mostra come i protagonisti della fanfiction siano in realtà dei burattini che non hanno una vera e propria individualità.

Altro elemento che dissolve i momenti di pathos e la verosimiglianza è la natura artificiosa dei dialoghi che non riescono a svolgere la loro funzione. Non spiegano e non informano il lettore, ma rimarcano ciò che è stato già narrato e risultano surreali e poco credibili:

"Finisco di raccontare la storia e tu, come la prima volta che ti avevo detto che avevo incontrato Charlie, sei stupito:

«Cioè tu avevi incontrato una grandissima stella del cinema! Io non ho parole!»" (capitolo 7)

L'espediente narrativo del racconto, sebbene sia un ottimo appiglio per incuriosire il lettore, perde tutto il suo potenziale poiché continua a indugiare su Valentina e Brian senza entrare nel vivo. Il cambio di formattazione e l'indicazione che segnala il passaggio dal presente al passato e viceversa non è sufficiente per far immergere nella storia: The brightest and most beautiful star in the firmament manca di un lavoro di dinamica prospettica che sia in grado di focalizzare e di allargare l'orizzonte quando necessario.

In conclusione, riconosco la schiettezza dell'analisi e so che, in determinate situazioni, una fanfiction può essere un puro desiderio di vedere realizzarsi una serie di possibilità inespresse dall'autore originale o (come in questo caso) dalla vita di un uomo. L'autrice ha tutto il diritto di scegliere come si svolgano gli eventi e di trarre sollievo o gioia da ciò che la sua fantasia ha partorito, anche a costo di una coerenza di trama. Dico questo perché durante la lettura ho capito che The brightest and most beautiful star in the firmament è prima di tutto un testo per il suo creatore, è l'esternazione, sotto forma di un esercizio di scrittura, di un mondo interiore fatto di amore incondizionato verso una star della musica, per conoscerla meglio e continuarla a vedere sotto una nuova luce.

L'analisi, con tutte le criticità evidenziate, non ha assolutamente lo scopo di sminuire il testo, ma è ispirata dalla volontà di mostrare le sue lacune fisiologiche per far sì che, qualora si volesse, si possa avere gli strumenti per arginarle e per vestire l'opera di un abito migliore che dia maggior respiro e forza a ciò che viene narrato.

Zhor-D 

L'analisi egoista (iscrizioni chiuse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora