20. RIFIORIRE (INSIEME).

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*

Il rumore del mondo sbiadiva di fianco al ritmo incostante del suo cuore. Stringeva l'ombrello tra le dita come se avesse paura che potesse volare via da un momento all'altro.

Yoongi se ne stava poggiato al muro esterno della galleria, al riparo sotto la grande insegna. Teneva una sigaretta tra le dita, cercando qualcosa - qualcuno - con lo sguardo.

Taehyung si fermò di fronte a lui, udendo finalmente il suono della pioggia e percependo l'odore della sigaretta di Yoongi.

Solo in quel momento Yoongi lo vide. Si mise la sigaretta tra le labbra, sul lato, aspirò e poi butto io fumo fuori. Sorrise. «Non pensavo piovesse» disse indicando i capelli leggermente bagnati.

«Piove sempre quando arrivi tu» rispose Taehyung.

Yoongi non rispose, lo guardò solamente e si rimise la sigaretta tra le labbra.

«Da quanto fumi?» chiese dunque Taehyung.

Yoongi fece spallucce. «Non fumo. Solo quando sono nervoso» Spense la sigaretta e la buttò nel cestino apposito.

Taehyung chiuse il suo ombrello. «Perché sei nervoso?» chiese, in un sussurro.

Yoongi abbassò lo sguardo, sorridendo. «Sono sempre nervoso quando si tratta di te» rispose.

Anche io.

Yoongi continuò: «Non è un nervosismo cattivo, però. Ci sono sempre state delle cose che avevo paura di dirti e delle cose che speravo che tu dicessi. C'era sempre una sorta di... tensione» Annuì, guardando in basso.

Oh.

«Ora hai tutto il tempo del mondo per dirmi quelle cose» rispose Taehyung.

Yoongi sorrise, un sorriso un po' triste ed enigmatico. Taehyung si chiese quanto Yoongi avesse tenuto per sé in quegli anni.

Yoongi si tolse la giacca, rivelando una serie di tatuaggi sulle sue braccia: un gattino che suona il violino, una libellula, due lepri che si rincorrono, un clown intento a piangere e un punto e virgola.

Più in alto, quasi nascoste dalla manica della maglietta, delle semplici linee disegnavano i controrni di due visi, uno dei personaggi poggiato sulla spalla dell'altro, come in un abbraccio. Taehyung allungò involontariamente la mano, passando il pollice sul disegno.

Ne tracciò i contorni, ne osservò la nettezza delle linee, diverse da quelle del resto dei suoi tatuaggi.

Sollevò lo sguardo, incontrando quello di Yoongi. Quest'ultimo sorrise, un sorriso consapevole, appena dipinto sul viso, le guancia rosa di emozione.

E Taehyung dunque sapeva. Non c'era bisogno che Yoongi gli parlasse, che gli spiegasse in che modo quelle linee si intrecciavano sul suo cuore. Taehyung sapeva e rifioriva, rifioriva, rifioriva...

*

Yoongi osservava. Osservava e leggeva ed ascoltava. Osservava le foto, il profilo di Taehyung, leggeva le parole di Zoë Norton, e ascoltava i perché di Taehyung — perché mi piace questa foto, perché penso che questa frase sia perfetta, perché il mio cuore non smette di danzare.

Taehyung e Yoongi camminavano l'uno di fianco all'altro, si fermavano di fronte alle foto, le spalle che si toccavano, e osservavano, leggevano ed ascoltavano. E se ad entrambi era scivolata qualche lacrima sulla guancia, lo avrebbero saputo solo loro.

Ma fu una foto in particolare a colpirli maggiormente: Baciando i tuoi occhi imparo ad amarmi.

Taehyung l'aveva evitata e lasciata per ultima. Sapeva che Yoongi non aveva dimenticato. Sapeva che doveva significare qualcosa per lui.

Non dissero nulla per un lungo minuto. Taehyung aveva le guance bagnate dalle lacrime e ben presto udì i deboli singhiozzi di Yoongi.

Fu quasi naturale per loro stringersi in un abbraccio. Yoongi era un riparo per i piccoli germogli sul suo cuore, li teneva protetti dal vento impetuoso e dal pianto del suo corpo stanco.

Non voleva lasciarlo andare, voleva dormire con la testa sulla sua spalla e risvegliarsi tra l'erba coreana, voleva baciargli le guance e le palpebre e vedere le pennellate di rosa colorare il suo viso.

«Mi dispiace di averti lasciato» disse Yoongi.

Si staccarono, e Yoongi gli prese il viso con le mani.

Oh.

Era così bello.

«Non mi hai lasciato. Sei rimasto sempre con me. Ti ho portato con me a Parigi e ho perso un po' di me ad Amsterdam. Ho lasciato un po' del mio cuore per fare spazio al tuo. L'ho lasciato lì sperando che tu lo prendessi» rispose Taehyung.

E il viso di Yoongi si contorse di dolore. Le lacrime gli bagnavano il viso ed il collo. La presa sul suo volto si affievolì e Taehyung mise le mani sulle sue, chiudendo gli occhi.

«Mi hai trovato anche tu, ad Amsterdam?» chiese.

Yoongi singhiozzò nuovamente. «Sì. Sapevo che eri tu» Poggiò la fronte alla sua.

«Grazie per avermi cercato. Grazie per essere tornato» E sentì il corpo di Yoongi avvolgerlo nuovamente.

Parafrasi del DoloreWhere stories live. Discover now