2 PRIVO DI SENSIBILITÀ

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Entro in aula e mi sistemo ad un banco centrale, non voglio stare troppo dietro ma neanche troppo avanti ed ho ovviamente una teoria anche per questo. Nei banchi dietro non sono sicura di riuscire a seguire tutta la lezione, davanti mi sentirei a disagio. Il problema che possono vedermi tutti, ovviamente odio stare al centro dell'attenzione anche se in questo caso l'unica cosa visibile di me sarebbero le spalle e la nuca. D'altra parte sono consapevole che nessuno noterebbe me o la mia nuca ma al solo pensiero vado nel panico. Voglio studiare psicologia perché mi affascina la materia ma soprattutto soffrendo di attacchi di panico vorrei aiutarmi e aiutare chi soffre di ansia, proprio come me.

Risalgo dalla fossa dei miei pensieri e capisco di dover lavorare anche su quello nel momento in cui mi accorgo che l'aula è strapiena di studenti. Dopo cinque minuti di presentazioni varie da parte del docente bussano alla porta e quello che vedo non mi lascerà in pace per molto tempo, probabilmente mi sconvolgerà la vita.

«Professore le chiedo scusa per il ritardo» la voce di quel ragazzo non mi è nuova. Alto, moro e occhi neri, si guarda intorno e dopo un accenno di ghigno rivolto verso la mia direzione lo vedo raggiungere il posto vicino al mio. Maledizione!

«Spero che non sia un abitudine per Lei signor Adam. Si accomodi in silenzio per cortesia, stiamo per iniziare»

Lui continua a sorridere come se aver perso tutti 5 minuti di lezione, per la sua poca premura fosse normale. Mio malgrado anche se non voglio lo fisso perché il suo modo altezzoso è eccessivo ma è anche molto bello. Appena si gira verso di me mi volto di scatto.

«C'è qualcosa che vorresti dirmi piccola snob?» Ecco chi era, il primitivo che ho incontrato prima della lezione!.

«Assolutamente no. Vedo che sei antipatico in tutto e per tutto. Prima ti scontri con me senza chiedermi scusa anzi mi attacchi anche pur avendo torto, poi disturbi la prima lezione dell'anno»

Il suo ghigno diventa il doppio di quello che avevo visto cinque minuti prima, dopodiché diventa serio...troppo serio.

«Fammi capire, tu mi hai praticamente investito prima e sei convinta in quella testolina, che l'errore è stato mio. Per la lezione rilassati non è successo nulla e non devo dare a te ulteriori scuse e spiegazioni. Ora taci! Il professore sta parlando altrimenti mi sbatterà fuori per colpa tua»

Rimango di sasso, non è possibile essere così privo di sensibilità. Decido di non mandarlo a quel paese almeno per quel momento visto che due studenti di fianco a noi, ci fissano in malo modo per farci stare zitti e buoni. Questo sarebbe un caso da manuale è un piccolo narcisista da gestire, questo Adam.

La lezione procede silenziosamente per fortuna senza intoppi e finita l'ora mi dirigo in caffetteria. Mentre cammino immersa nei miei pensieri mi vedo bloccare la strada da una figura. Mettendo a fuoco vedo davanti a me un ragazzo che non conosco dai lineamenti delicati, biodo occhi marroni. Mi guarda e mi sorride, io di riflesso lo imito per educazione.

«Ciao!» Decisamente carino! L'opposto di quell'Adam che è bello ma di un'ignoranza unica.

«Ciao. Posso aiutarti?» Non si toglie da davanti

«No, volevo semplicemente salutarti e darti tutta la mia solidarietà per prima. Adam è uno stupido quando vuole. Finalmente è arrivato un docente che sa tenergli testa nonostante la sua posizione. Anche se è l'unico ad essere chiamato per nome e non per cognome, non so se hai notato.»

Che significa nonostante la sua posizione! Decido di chiedere spiegazioni.

«Scusa la domanda ma che cosa significa nonostante a sua posizione?» Lui mi guarda sorpreso.

«Come non lo sai? Il padre possiede mezza università, compresa la biblioteca!» No la biblioteca no non se la merita quel troglodita.

«Comunque io sono Michael, piacere» Resto imbambolata ma non è per Michael «Stai bene?»

«Si certamente e perdona la mia sbadataggine io sono Emy, piacere mio» Lui mi sorride ancora

«Posso offrirti un caffè?» Come faccio a rifiutare dato che mi fissa sperando in una risposta positiva

Accetto il caffè e ci rilassiamo qualche minuto parlando delle nostre aspettative future e la speranza di poter fare un giorno il lavoro dei nostri sogni. Michael sembra un bravo ragazzo, ascolta, sorride, usa termini puliti e soprattutto non ha quello stupido ghigno da ragazzo fastidioso. Non è narcisista, almeno non sembra e non interrompe mai e non ha modi bruschi. Mi accorgo di avere ancora mezz'ora di tempo prima della prossima lezione così decido di congedarmi da Michael per rilassarmi un pochino in giardino, prima di rientrare per seguire la lezione. Mentre sto per salutarlo lui mi propone un aperitivo a fine lezioni.

«Ti prometto che sarà un aperitivo veloce. Mi ha fatto piacere parlare con te e mi spiace interrompere così»

«Michael io non cerco una relazione e non ho molti migliori amici, preferisco intrattenere rapporti senza dovermi legare eccessivamente. Ho un'amica si ma per il resto intrattengo rapporti di amicizia a livello superficiale. Non fraintendermi se posso aiutare aiuto ma voglio vivere la mia vita senza troppi legami» Mi guarda accigliato dopo la mia stramba spiegazione.

«Non ho intenzione di sposarti Emy, anche se sei molto carina e anche simpatica. Volevo solamente conoscerti meglio e poi si vedrà. Magari diventeremo amici o se preferisci amici ma non troppo. Può andar bene così Emma?» che figura da stupida, mi sono sentita importante inutilmente. Effettivamente Michael aveva ragione.

«Scusami hai ragione. Ci vediamo qui al bar alle 18:00» Ovviamente il mio viso è diventato del tutto viola dalla vergogna.

«Perfetto. A dopo Emy» mi saluta velocemente dando un'occhiata all'orologio e fugge via. Molto probabilmente l'ho demotivato ma io non devo, non voglio legarmi a nessuno...nessuno.











Amare ancoraOù les histoires vivent. Découvrez maintenant