“Sono d’accordo con te” sbadigliò Daichi.

Ognuno si ritirò nelle proprie stanze, tranne Kuroo che venne trattenuto da una voce in corridoio.

“Contro chi giochiamo la prima partita?” si informò Kenma che lo aveva seguito.

“Aoba Johsai.”

“Oh ok.”

“Kenma vedi di dormire stanotte, devi essere bello carico, i nostri avversari sono tosti.”

“Va bene, ma sono sicuro che ve la cavereste anche senza di me.”

“Non dirlo. Non è vero, tu sei unico e speciale e sei il cervello della nostra squadra, abbiamo bisogno di te.”

Successe tutto in un lampo, il più basso non ebbe il tempo di controbattere che le calde labbra di Kuroo si posarono sulla sua guancia schioccandogli un veloce bacio. Non fece in tempo a reagire che l’altro era già scomparso nel buio mormorando un “buonanotte e sogni d’oro”, lasciandolo in mezzo al corridoio con lo sguardo perso nel vuoto e una mano poggiata sulla guancia complice di quel desiderato contatto, come a voler proteggere il calore donatogli dal corvino.

Quella notte, mentre tornava indietro, Kenma realizzò una cosa: voleva sentire le labbra di Kuroo su di lui ancora.

“Lev vedi di ricevere la palla decentemente” urlò il capitano della Nekoma, con il fiatone per la fatica e il sudore che gli imperlava la fronte.

Erano più di quattro ore che si allenavano e la Nekoma si stava scontrando un’altra volta con l’Aoba Johsai, che a causa dei potentissimi servizi di Oikawa dava loro filo da torcere, ma nonostante questa difficoltà riuscirono a prendersi entrambi i set.

“Ottimo lavoro ragazzi” sorrise alla sua squadra Kuroo, mentre si dirigevano nello spogliatoio assegnato a loro, talmente tanto sudati che le divise si appiccicavano ai loro corpi.

“Non vedo l’ora di buttarmi sotto la doccia!” Esclamò Yaku sfilandosi la maglia sospirando.

“Pure io” concordò Lev fiondandosi in uno dei box doccia.

“Fa un caldo bestiale” si lamentò Kenma tamponandosi la fronte con un asciugamano.

“Sarà che oggi ti sei impegnato di più del solito ed hai sudato maggiormente, non pensavo che la mia raccomandazione di ieri sera desse questo risultato, credo dovrei farti raccomandazioni del genere molto spesso” intervenne Kuroo, facendo inevitabilmente avvampare l’altro al ricordo, ma il rossore poteva essere confuso come una conseguenza della fatica.

“Aiuto mi sono incastrato” se ne uscì a un certo punto il corvino, che tentando di togliersi la maglietta, gli era rimasta bloccata sopra la testa e intorno ai bicipiti “sono talmente appiccicoso che la mia pelle fa frizione con il tessuto e non riesco a toglierla.”

Kenma lo guardò, a quella vista non poté far a meno di scoppiare a ridere e avvicinarsi a lui. Il suo amico aveva le braccia sollevate, bloccate dalle maniche arrotolate della maglia, dal colletto si vedevano spuntare solo i suoi ciuffi neri, la faccia era interamente coperta dalla stoffa che lasciava scoperto l’addome e il petto.

“Sei un imbranato” disse divertito afferrando la maglia con una mano e poggiando l’altra sul suo petto per sfilargli l’indumento più facilmente.

“Prendetevi una stanza!” esclamò Yaku occhieggiandoli.

In quel momento due intrusi fecero il loro ingresso nello spogliatoio.

“Kenma devo farti vedere una figata, vieni con me!” Gioì Hinata saltellando verso il ragazzo dagli occhi ambrati, fermandosi di colpo quando notò che il suo amico stringeva tra le dita la maglietta di Kuroo e aveva una mano poggiata tra i pettorali di quest’ultimo. Il giocatore della Karasuno distolse lo sguardo leggermente a disagio e aggiunse:

chimica del misteroWhere stories live. Discover now