16 - Portimao pt. 3

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« Quello che cosa è? »

La domanda attirò anche l'attenzione di Alex, che pure lui stava fissando il cumulo sul mio tavolino.

Mi gelai: essendo Alex e Marc entrambi rivali di Jorge, non potevano minimamente leggere quel documento.

« Sì tratta della moto di Jorge » li informai « ergo non potete leggere, in quanto rivali nel campionato »

In quel preciso istante, lo schermo del mio telefono sì illuminò, mostrandomi una notifica su WhatsApp: era Jorge.

Marc sì accorse pure di questo, e non potei fare a meno di notare che lui corrugò la fronte, in un'espressione quasi contrariata.

« Jorge? » domandò infatti lui, incredulo « Hai il suo numero? Ti senti con lui? »

« No, mi doveva solo inviare delle cose » spiegai io « mi servono per valutare i problemi che ha »

Alex inarcò un sopracciglio: « Problemi con la sua Ducati? I suoi meccanici non sono in grado di capire cosa c'è che non funziona? »

« Ufficiosamente, sarei un meccanico della Ducati pure io » specificai « E siccome sono nuova, sperano che magari io riesca a trovare qualcosa che loro fino ad ora non hanno trovato »

Alex divenne silenzioso e Marc se ne rese conto: « ¿Qué pasa, hermano ? ( Che hai?) »

Alex mi guardò serio: « Marc mi ha detto che hai studiato lingue, eppure sei qui come apprendista di meccanica »

« Alex » lo ammonì Marc, con tono altrettanto serio.

« Essendo cresciuta vicino a mio zio, ho imparato da lui » proferii io. Non era del tutto vero, sì trattava di una mezza bugia, ma non potevo permettermi di dire come effettivamente avevo imparato a destreggiarmi nella meccanica delle moto « ormai sono anni che lavora per Ducati e prima sì occupava di sistemare le moto da corsa dei campionati regionali »

Alex sembrò essere convinto dalla mia risposta, infatti tornò a sorridere: « Es maravilloso tener más y más mujeres apasionadas por los motores ( è fantastico avere sempre più donne appassionate per i motori) »

Guardai il messaggio di Jorge: era stato molto meticoloso nel darmi i dettagli della sua routine per l'allenamento e confrontai quelle informazioni con la composizione della sua moto. Non biasimavo i suoi meccanici: secondo il portfolio, tutto era bilanciato a dovere. Eppure doveva esserci un motivo per cui Jorge faceva così tanta fatica ad adattarsi alla moto. Sbuffai, irritata.

« Non capisci il problema? » mi domandò Marc.

« No. È come se tutto fosse apposto »

« Forse il problema non è la moto » ipotizzò Marc.

« Stai insinuando che sia Jorge il problema? » gli chiesi. Per tutta risposta lui fece spallucce, come per sottintendere che probabilmente lo era.

« Non credo che nel giro di qualche mese Jorge sì sia dimenticato come sì guidi una moto. Ha 5 titoli mondiali » sostenni io « Guida come se fosse un principiante, deve esserci qualcosa che non va, magari nel motore, oppure dei collegamenti con accelerazione e frenata »

« Ha fatto 8 anni in Yamaha » proferì Marc « È risaputo che la Yamaha sia la moto più facile da gestire e da guidare. Non è la moto ad avere un problema, è Jorge incapace di guidare e adattare la sua guida a diversi tipi di motore »

« Ha parlato Señor Honda » commentò Alex « Neanche tu sei messo meglio. 8 anni sempre in Honda e non hai mai voluto cambiare. Ti vorrei vedere su una Ducati »

Marc lo fulminò con lo sguardo: « Zitto, pure tu stai con la Honda da parecchio tempo »

« Buoni, buoni Hermanitos Márquez » li ripresi io « Non azzuffatevi, non siamo nel salotto di casa vostra »

A quella frase, che richiamava palesemente un ricordo che mi avevano raccontato sul treno, i due fratelli scoppiarono a ridere.

« Ma, dopo essere arrivati a Barcellona, che farai tu? » mi domandò Marc.

« Altro treno, per Saragozza. Là ci sarà una mia amica ad aspettarmi »

Alex sorrise sornione: « Zaragoza eh? È a due ore di macchina da Cervera »

« Magari potremmo venire un giorno di questa settimana » propose Marc, con tono speranzoso.

Ad Aida avrebbe sicuramente fatto molto piacere, soprattutto per la presenza del suo Orsacchiottino tenero. Di certo, io non potevo lamentarmi di Marc: avrei potuto passare del tempo con lui al di fuori delle gare, senza preoccuparmi di mio zio.

« Basta che vi facciate sentire, io e la mia amica vi aspetteremo » dissi, felice.

Marc prese il mio telefono e digitò qualcosa.

« Ehi! Ridammi il mio telefon...» ma lui mi piazzò davanti la schermata della mia rubrica, con tanto del suo numero salvato « AH »

Lui rise alla mia reazione scioccata e incredula.

« De nada, Señorita Rotasperti » 

Quel Ferro Che Possiede Un' Anima || Marc Marquez [COMPLETATO]Where stories live. Discover now