Inizio

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Erano le 9:30 del mattino e io stavo finendo di sistemare il mio nuovo letto al campus dell'università. Mia madre continuava a lamentarsi su come fosse ingiusto che io sia stata messa in una stanza con una ragazza; dice sempre che la solitudine aiuta lo studio...oh, se solo sapesse!
《 Non ci posso credere! In stanza con una donna, che assurdità! Ahh...ma va bene perché tu, Rose, non ti farai trascinare dalle compagnie, giusto?》

Io annui , per poi continuare a spolverare la mia scrivania. Sembrava che volesse che diventassi un asociale, che non conoscessi nessuno e che diventassi infelice come lei. Mia madre guardò l'orologio per poi esclamare:

《 Oddio, sono in ritardo per la messa con Don. Fillis, devo andare.》

Prese la borsa e si mise il lungo cappotto nero, ma prima di andare le dissi:

《 A presto mamma. Ci sentiamo questa sera》.

Mia madre sembrò disorientata dopo la parola mamma, ma si riprese subito. Mi fece un cenno col capo e se ne andò.;

ed io rimasi lì, immobile , aspettandomi chi sa che cosa. Aspettandomi che la donna che mi ha messo al mondo si giri e mi saluti, che mia madre mi abbracci dopo 8 anni, che mi illudesse che dopo mi avrebbe chiamata veramente.

Lanciai un urlo di frustazione. Cosa mi aspettavo? Che salutasse la sua unica figlia solo perché va all'università? Sono un'illusa, una stupida che ancora non ha capito come va la propria vita. Sospirai. Ma le volevo bene, troppo. È per questo che sono qui, per farla felice diventando avvocato. Per compiacerla, così forse mi degnera' di un semplice"ti voglio bene", che mi manca come l'aria.

Mentre il mio cervello era impegnato nei suoi pensieri una testa bionda entrò nella stanza. Appena mi vide esclamò:

《Rose, finalmente ti conosco di persona!》

La guardai attentamente: era bassina rispetto a me, che non ero di certo famosa per la mia altezza. Aveva dei capelli biondi che le arrivavano alle spalle; due occhi azzurri erano contornati da lunghe ciglia con una piccola bocca rosea . Dalla sua chiacchera capii subito che era la mia nuova compagna di stanza.

《 Ashley, sono felice di conoscerti!》

Io e Ashley c'eravamo conosciute sul sito della scuola, ed avevamo iniziato a scriverci per conoscerci meglio. Era una ragazza simpatica da quello che avevo capito....ma meglio conoscerla prima di giudicare.

《 Ero molto curiosa di vederti, ma non ti aspettavo così...bhe...》
《 Nerd!》le conclusi la frase per non metterla in difficoltà. Arrosi' visibilmente per poi rimediare:
《 No, c'è... ti aspettavo ...solo...diversa》.
Le dissi:《 Lo so, do l'impressione sbagliata》. Ridacchiammo fin quando dalla porta non entrò un ragazzo.
Prima che potessi vederlo Ashley ci presentò:
《 Ah, Rose; lui è Harry il mio ragazzo. Harry lei è Rose, la mia compagnia di stanza》.

In quel momento alzai la testa e lo vidi: due gemme verdi mi scrutavano soffermandosi sui miei occhi; e lì rimasi intrappolata.
Ci fissavamo, ci guardavamo e ci leggevamo dentro. I nostri occhi erano legati l'uno a l'altra, ci toccavamo senza muoverci, ci sentivamo senza parlare, ci capivamo senza conoscersi. I suoi occhi mi attiravano come calamite.Le sue iridi erano spente, offuscate da un'ombra cne andava avanti da tempo, forse da anni. Quel verde mi chiedeva aiuto, ma non capiva che quella più incasinata ero io.
Quel momento venne spezzato da Ashley che tossi. Ci staccammo senza vergognia e senza pentimento. Perché, non ci potevamo pentire di una cosa che non c'era.
Harry mi salutò con un cenno cel capo. Io feci lo stesso.

L'aria iniziò a farsi troppo pesante per i miei gusti, così mi girai , presi la borsa e me ne andai ;ma non prima della domanda che volevo evitare:
《 dove vai?》.
Stranamente la domanda che credevo fosse stata posta da Ashley fu invece formulata da Harry.
Non lo so, ma non mi fidavo a stare vicino a quel ragazzo. Era una persona che aveva bisogno di qualcosa, che anche a me mancava; eravamo troppo uguali.

Gli risposi:《 A fare un giro》. Bugia. Ma i due sembravano crederci.
Usci di corsa e mi avviai verso i giardini. Restai circa 2 ore in giro; studiai tutte le classi e provai tutti i 6 bar della zona. Un caffè penoso e neanche uno Strasbucks. Al ritorno però mi innervosii. Le occhiate non cessavano, anzi aumentevano. Tutti guardavano malamente la mia gonna che arrivava ai piedi di un marrone sbiadito. Forse non avevano mai visto una ragazza coperta...non che io lo sia. Solo il giorno lo ero, per la scuola, per i vicini, per mia madre.

Il ricordo di quella donna ripombio nella mia mente come un fulmine a ciel sereno. Scossi la testa per smetterla quando arrivai davanti la mia camera.
Entrai e iniziai a cacciare il tubino che mi sarei messa quela sera. Mi truccai con un filo di matita e molto mascara sulle mie folte ciglia per risaltare i "miei" occhi verdi. Un rossetto rosso fuoco ricopriva le mie labra e uno tacco 12 slanciava la mia figura. Scelsi gli accessori e mi avviai alla confraternita dove, seco do le voci, questa sera si sarebbe svolta una mega festa. Speriamo sia così, ho bisogno di svago.

Arrivata il rumore della musica si sentiva fino al giardino dove ragazze ubriache e sole vomitavano anche l'anima. Storsi il naso; non sarei finita in quelle condizioni.
Entrai in quella che, più che una confraternita, era una vera e propria villa. Lo spazio era interamente occupato da persone, ma si poteva comunque capire la grandezza del luogo. Sicuramente i confratelli saranno tutti figli di papà.

Mi recai subito vicino al tavolo degli alcolici e presi uno shottino, per poi mandarlo giù. Il bruciore alla gola mia aiutava a sentirmi più felice. Presi anche un bicchiere di vodka e andai in pista per scatenarmi. Iniziai a ballare a ritmo di musica ancheggiando con i fianchi. Molti si accorsero di me e non di certo per le mie capacità di ballo. I miei capelli rosso fuoco non erano più nascosti da una crocchia, ma erano lasciati liberi e mossi. Il mio fisico era in bella vista con una gonna corta e il mio seno era evidenziato da uno generoso scollo a cuore. Finalmente un ragazzo si fece coraggio e si avvicinò per ballare, e Io lo assecondai con i movimenti , ballandoglii intorno per provocarlo. Mi piaceva, mi piaceva quello che facevo; e anche il ragazzo. Era bello, molto bello. I capelli neri erano perfettamente tenuti su a ciuffo, e i suoi occhi caramello erano quasi impnotici. Era di pelle scura e alto quanto me grazie ai tacchi. Posò le sue mani sui miei fianchi per poi mettere la sua boccha sul mio collo e baciarlo;
allora mi sentivo bene. Mi sentivo desiderata. Era questo l'unico contatto che bramavo, quello che volevo. Continuammo così per molto, dando spettacolo di noi con balli improponibili e gemiti scappati. Quando il gioco iniziò a essere noioso gli chiesi:

《 Da me o da te?》.
Rispose subito:《 Da me, il mio compagno di stanza starà sicuramente dalla ragazza》. La sua voce calda risuonava nella mia testa come un ulteriore invito.
Mi trascinò fuori e mi portò nella sua camera dove ero pronta a buttarlo sul letto, ma lui mi precedette e mi sussurrò all'orecchio mandando una scossa di brividi per tutto il mio corpo:
《 Io sono Zayn, e tu dolcezza?》
Allora prima di attaccare le mie labra sulle sue risposi:
《 Io sono Rose, e non chiamarmi dolcezza!》. Così iniziò l'unico modo che io conoscevo di essere felici, di trovare soddisfazione.
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Ciao a tutti!!
Questo non è un vero e proprio capitolo, è solo un accenno di come si comporta la nostra Rose.
Nei prossimi capitoli ci saranno dialoghi molto lunghi e descrizioni molto più dettagliate.... adesso voglio solo dare un'idea!
Sono felice che qualcuno legge la mia storia.
Vi adoro♥♡♥♡

-XxAxA

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