Probabilmente nessuno di noi se lo dimenticherà mai.

«Vedi di muoverti ora che vai a prepararti. La partita inizia tra tre quarti d'ora.» mi raccomanda dopo minuti di silenzio.

«Sarò precisa come un orologio svizzero.» provo a fargli credere.

«Si, come sempre.» alza gli occhi al cielo, conoscendomi fin troppo bene.

«Ah, accompagna Evelyn a casa.» lo avviso e lui lancia uno sguardo dallo specchietto retrovisore ai sedili posteriori.

«Non vieni?» le domanda, aggrottando le sopracciglia.

«Vi raggiungo dopo.» sospira lei, guardando fuori il finestrino evitando qualsiasi tipo di contatto visivo.

«Devo passarti a prendere?» prova ad essere gentile mio fratello.

«Mi accompagna mio padre.» lo liquida rapidamente.

«Okay.»

Da quel momento rimaniamo in silenzio finché non arriviamo davanti casa di Ivy. «Ciao.» scende rapidamente dall'auto, senza darci il tempo di rispondere in alcun modo.

Si, c'è decisamente qualcosa che non va.

«È strana.» biascico.

«Non lo è sempre?»

«Ultimamente di più.»

«Avrà le sue ragioni.» scrolla le spalle, irrigidendo la mascella.

«Vedi che Will è in preda ai preparativi.» mi avverte, intraprendendo l'ennesimo discorso nel giro di 3 minuti.

Perché è questo quello che fa da sempre: evitare.

E sviare.

«Preparativi per cosa?» mi acciglio.

«Per l'11.»

Ah giusto, il nostro compleanno.

Io amo le feste per i compleanni, ma non per il mio.

È quel giorno dell'anno in cui ti fai più di mille aspettative per poi vederle andare in frantumi. Perché è tutto più bello nella tua mente.
Quasi non ci pensi agli imprevisti.

Ma poi capita che hai 9 anni, e al tuo compleanno tuo padre non c'è e tua madre, che ti aveva promesso la torta più bella e grande che sia mai esistita, non ti fa nemmeno gli auguri.

Avevo soltanto i miei fratelli e Trevor che insieme avevano costruito una montagna di biscotti, cospargendoli di panna, infilzandoci 9 candeline che io e Will soffiammo insieme.

Quello fu il compleanno più bello e triste di sempre.

E proprio da lì ho sempre odiato l'11 novembre.

L'unica cosa a renderlo decente era sempre stato lui con le sue sorprese, ma quando poi se ne era andato le cose cambiarono e così quel giorno è diventato il più brutto dell'anno.

Quasi non mi capacito di come le cose possano cambiare da un giorno all'altro.

Di come un giorno una persona conta per te più delle altre e il giorno dopo non è nient'altro che un estraneo con cui condividi ricordi.

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