L'osservatore

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Dalila si era trasferita in un modesto appartamento, era al settimo cielo. Le facciate rivestite da mattoni malandati riflettevano il degrado dell'ex area industriale di La Martina Scalo.

Dopo il liceo, andando contro la famiglia, scelse di lavorare. Fece la cassiera in un centro commerciale, l'elettricista nell'attività dello zio, finendo alla reception del motel "La Strada".

<<Che originalità!>> Ammiccò alla collega.

<<Ma no! I proprietari amavano Fellini!>> Le rispose divertita.

Davanti a una pizza nella sua nuova casa Dalila osservò:

<<Mia sorella, "l'universitaria", a trent'anni vive ancora con i miei!>>

La compagna di libagioni, Moira, sorseggiava della birra.

<<Non hai paura... qui da sola? Essere circondata da palazzi abbandonati mi terrorizzerebbe.>> Osservò.

<<C'è un progetto di riqualificazione in corso, ne riparleremo quando diventerà un quartiere hi-tech con i prezzi alle stelle! Inoltre Mauro ha chiesto il trasferimento, tra qualche mese verrà qui.>> Concluse soddisfatta.

Uno dei finestroni del salone affacciava su uno skyline di edifici desolati e gru di cantieri. Dalila era sul divano, divorava patatine presa dalla sua serie preferita in streaming. Un rumore di vetri rotti la spinse ad affacciarsi. Un uomo, avvolto dal fumo, armeggiava con un generatore nel cortiletto della palazzina sull'altro lato della via.

Nei giorni a seguire lo incontrava in strada sempre più spesso, trasandato e con modi scorbutici. A volte lo vide parlare da solo, presentandosi come Rinaldo.

In più di un'occasione Dalila notò apparire nell'oscurità della finestra di fronte un tizzone acceso. Una notte stava facendo l'amore con Mauro, appena arrivato da Milano. Era appoggiata sul davanzale della finestra mentre il compagno la possedeva da dietro. La passione fu distratta ancora una volta da quel luccichio rosso che scalzava il buio.

Un giorno, seduta alla reception, fu interrotta dalle sue mansioni.

<<Visto chi sta girando lo spot alla pompa di benzina qui davanti?>> Domandò un'impiegata, divertita.

Dalila, sovrappensiero, diede uno sguardo osservando un uomo dai modi affabili, e con un incredibile sorriso, recitare davanti alla telecamera.

<<No, chi è?>> Chiese frettolosa.

<<Quel pazzo del tuo vicino! L'attore, no?>>

La ragazza, incredula, non l'aveva riconosciuto. Un brivido la scosse quando, finita la scena, lo vide tornare burbero e seccato.

Il generatore, rumoroso e puzzolente, le disturbava il sonno.

<<Ho problemi con la fornitura elettrica.>> Le aveva ringhiato un pomeriggio, cambiando radicalmente atteggiamento dopo che si era offerta di dare un'occhiata all'impianto. Una strana luce nei suoi occhi di ghiaccio la fece desistere dal varcare il suo ingresso. Spesso l'aveva invitata a casa ma lei aveva declinato con modi cortesi e una scusa sempre nuova.

Una sera, tornando dal lavoro, trovò l'isolato illuminato da numerose volanti della Polizia. Vide Rinaldo ammanettato, le sorrideva arcigno mentre lo caricavano in auto.

<<È stata fortunata – le disse un agente – non si era accorta che il suo vicino occupava abusivamente l'edificio? In casa abbiamo ritrovato alcune delle sue vittime.>> Dalila comprese il pericolo che l'aveva sfiorata, e le menzogne sui suoi problemi con le utenze.

Con l'agitazione alle stelle osservò la pattuglia portarselo via, mentre spariva all'orizzonte.

L'osservatoreNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ