Quel pensiero lo faceva sentire vuoto e, in quello spazio lasciato libero dal cuore, le fiamme prendevano stanza con agilità, senza freno, facendogli desiderare di trovare una fine qualsiasi a quella storia.

Quando Ailleann fu sparita dalla sua vista, Phoenix si guardò un istante attorno. Aveva quasi raggiunto il foyer. Non esisteva più nessuna via di fuga se non quella che avrebbe risparmiato. Come un Azrael terribile e indifferente, aveva sigillato ogni porta, trasformando lentamente la casa in una gabbia.

Non aveva incontrato nessuno nel suo cammino e nessuno lo aveva fermato.

Decisamente troppo facile. 

Da quell'evidenza, Phoenix comprese che lo stavano aspettando. Sapevano che era lì e forse si erano riuniti proprio per affrontarlo. Sperò con tutto il cuore che non fossero armati. Non avrebbe saputo come contrastare una pistola. Eagle poteva deviare la traiettoria di una pallottola, Raven poteva destabilizzare il tiratore facendo tremare il terreno e Swan poteva costruire un muro d'acqua che rallentasse il colpo. Lui, invece, non aveva mai pensato a come evitare una minaccia del genere.

La Sala Grande era ormai a pochi metri. Gli sembrò ironico che quella stanza, dove il suo incubo era cominciato, fosse anche quella che avrebbe ospitato l'ultimo atto della tragedia.

Un guizzo rovente e rossastro cominciò ad arricciolarsi attorno alle sue braccia. Si fermò un istante, chiuse gli occhi e trasse un profondo respiro. Certo, quello che aveva ipotizzato di fare era piuttosto inusuale per lui.

Più una scena alla Raven, in effetti.

Ironico da parte sua, ma era la sola idea che gli fosse venuta in mente. La sola che potesse fargli guadagnare tempo. Non per sé, ma per Ailleann.

֍

Ailleann salì le scale con cautela, i sensi tesi come corde di violino, il cellulare con le immagini inviate da Raven stretto in mano come il filo di Arianna.

A ogni fruscio, a ogni riflesso improvviso si arrestava trattenendo il respiro. Che avrebbe fatto se si fosse trovata qualcuno di fronte? Come avrebbe dovuto comportarsi? La pioggia che rumoreggiava contro i vetri non le era di nessun aiuto. La faceva sospettare e fermare a ogni passo, impedendole di formulare un qualsiasi piano.

Dopo essersi separata da Phoenix, si era diretta immediatamente al piano superiore. Restare dabbasso non sarebbe servito a nulla. Se Charles si trovava ancora con quegli uomini, in una delle sale di rappresentanza o in uno dei luoghi di riunione, suo marito lo avrebbe senz'altro trovato. Lei doveva accertarsi che non fosse stato portato altrove.

Scivolando lungo il corridoio apparentemente deserto, cominciò a controllare una a una quelle che sembravano a tutti gli effetti delle camere da letto, anche se era quasi impossibile stabilire se fossero realmente utilizzate o semplicemente a disposizione di possibili ospiti.

Riconobbe immediatamente quella che doveva essere di Raven, perché il lieve odore agrumato del suo Taylor of Old Bond Street da collezione aleggiava ancora nell'aria e perché era la sola che, pur nel suo perfetto ordine, rivelava pile di libri e vestiti sistemati qua e là. Un paio di altre camere mostravano segno di essere state in qualche modo vissute, seppure con minore costanza; altre invece erano chiuse a chiave. Ailleann provò a poggiare l'orecchio sul legno delle porte e a sbirciare il sottile spazio in basso, ma la totale assenza di un rumore o di un filo di luce la convinsero subito che non occorreva perdere altro tempo in quella parte della villa.

Studiò una volta ancora la mappa della casa. Non le restavano che due piani: quello al di sopra della sua testa e una specie di seminterrato, che però non aveva uno schema chiaro quanto il resto delle piantine. Mise via l'apparecchio e si diresse nuovamente verso le scale.

Laminae [SEQUEL di OPERA]Where stories live. Discover now