«Deduco che Alex sia già lì.» Commentò prima di ringraziare un'hostess che le aveva offerto del tè caldo ai mirtilli.

«Già, ha saltato la premiazione ed è partito prima per dare una sistemata alla casa. La baita ad Elko è stata occupata dal fratello quindi ha dovuto occuparsi all'ultimo di quella in cui soggiorneremo.» Spiegò mentre sistemava la testa inclinata in avanti di Annalize che, come Dorothea aveva potuto notare, tendeva ad addormentarsi facilmente.

L'aereo atterrò mezz'ora dopo sull'asfalto bagnato dalla pioggia dell'Aeroporto Internazionale di Reno-Tahoe. Quel giorno era parecchio affollato, segno che il gruppo non fosse stato l'unico ad avere l'idea di precipitarsi in montagna in quel periodo. Ritirarono con non poca difficoltà i bagagli e dovettero tornare anche indietro perché Annalize si era accorta troppo tardi di aver confuso valigia proprio mentre erano intenti a sistemarla nel cofano del taxi che li avrebbe portati a destinazione.

«Ci vorrà circa un'ora.» Rispose l'autista quando, finalmente incanalati nella circolazione, Ginevra chiese quanto ci sarebbe voluto per arrivare a destinazione. Le strade erano molto più grandi di quelle lasciate a Portland, trafficate da taxi e auto le cui ruote avevano dimensioni decisamente superiori alla norma, proprio per evitare di scivolare sull'asfalto bagnato.

Marcus - così si chiamava l'autista - spiegò che, ovunque si andasse, il Nevada sarebbe sempre stato affollato. Anche il più remoto dei paesaggi sarebbe sempre stato ravvivato dal vocio inopportuno degli stranieri e aggiunse che, per quanto gli riguardava, Reno-Tahoe era mille volte meglio di Las Vegas - che si trova nella punta a sud dello stato e che ovviamente non avrebbero visitato durante quella specie di vacanza.

«Avete detto Heavenly Mountain Resort?» Continuò poi logorroico, ricordandosi del posto in cui sarebbero andati a sciare. Tyrone affermò e allora Marcus ci tenne a precisare che: «Allora non starete più nel Nevada perché quel Resort si trova subito dopo il confine col California. Però tranquilli, non ve ne accorgerete nemmeno.»

Aveva ovviamente ragione, perché la distesa verde che li circondò lungo l'intero tragitto, impedì loro di avvistare il più piccolo cartello che segnalava il superamento del confine. Le temperature basse avrebbero ingannato persino i residenti, ma il paesaggio era da mozzare il fiato. Più salivano in alto, più l'udito si ovattava per via dell'altitudine, mentre distese di neve si avvicinavano a ricoprire l'asfalto che in città si era vestito di pioggia. Alti pini decoravano le strade, madidi di fiocchi di neve gelidi che pesavano sui docili rami di ogni albero e i pedoni, che camminavano ai lati della strada, erano costretti a coprirsi il capo con le braccia pur di non rischiare di beccarsi la caduta improvvisa di un accumulo di neve.

Attraversarono Washoe City e poi superarono le Indian Hills, ma solo quando si lasciarono alle spalle la segnaletica del Zephyr Cove poterono dire di essere quasi arrivati. Le vallate furono lì a circondarli per l'intera durata del viaggio, mentre fuori il sole iniziava a calare dietro le vette più alte. L'aereo era atterrato quasi due ore dopo mezzogiorno, ma quel primo pomeriggio sembrava richiamare al suo posto già la sera, mentre le ombre iniziavano ad allungarsi fino a scomparire con i raggi solari.

Era una zona perlopiù inabitata, c'era un'abitazione diversa ad ogni chilometro - volendo proprio esagerare -, ma tutte si somigliavano in grandezza. La proprietà dei Fassbender era proprio come le altre: dall'esterno si intuiva ci fossero almeno due piani e dal numero spropositato di finestre era deducibile ci fossero molte stanze. Era totalmente in legno di ciliegio, lo spazio di fronte, che normalmente sarebbe stato decorato in ciottoli, ghiaia e prato sintetico, era innevato e decorato da tronchi di albero stesi sul cemento come abbellimento, due per lato in direzione dell'entrata del garage, e uno posto orizzontalmente alla casa, come a delineare lo spazio che separava la proprietà dall'inizio della strada. L'entrata era piccola, rialzata da cinque scalini che portavano ad una porta ai piedi della quale c'era uno zerbino anonimo.

Evermore - 𝑆𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝐶𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝐴𝑙𝑡𝑜𝑛𝑎 𝑉𝑎𝑙𝑙𝑒𝑠Where stories live. Discover now