Vita al Castello pt1

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I loro corpi ricoprivano, per un tratto che pareva infinito, la strada che avevo di fronte assieme al loro sangue e interiora. Avevano ancora addosso i loro vestiti ormai imbrattati di rosso scuro.

Avevo trovato gli abitanti della città.

La cosa non mi rese granché felice.

Il petto cominciò di colpo a farmi male come se avessi una grossa ferita che lo percorreva in diagonale a bruciarmi.

Gemendo debolmente tornai a guardare in avanti, ora riuscivo a vedere bene le due figure.

Una era indubbiamente Dri, come avevo immaginato, portava addosso i suoi abiti da Ultra e pareva piuttosto affaticata, le sue due spade erano a terra poco distanti da lei. La seconda figura, più bassa, invece non riuscii a identificarla, anche se mi risultava per qualche motivo familiare, vedevo soltanto che vestiva completamente di nero e che portava il cappuccio calato sul viso nascondendolo.

Riconobbi però la sagoma inconfondibile della lama di un pugnale che questa teneva in mano puntandola pericolosamente verso Adriana.

Non prometteva decisamente nulla di buono.

Affrettai quindi il passo, ansioso di raggiungerlo, prestando però attenzione a dove mettevo i piedi. Anche se era soltanto un sogno non mi andava comunque di calpestare i corpi riversi a terra ma continuando a procedere in avanti diventava sempre più difficile riuscirci, oramai coprivano quasi per intero l'asfalto sottostante. Una vista che preferirei tanto riuscire a rimuovere del tutto dalla mia mente.

È un sogno è un sogno, è tutto un sogno.

Il bruciore al petto aumentò all'improvviso d'intensità costringendomi a fermarmi, un altro gemito mi sfuggii dalle labbra.

Alzai lo sguardo giusto in tempo per assistere la figura incappucciata piantare con forza il pugnale nel petto di Adriana all'altezza del cuore e rigirarlo freddamente dentro per poi toglierlo. Il corpo di Dri venne colto da uno spasimo prima di accasciarsi al suolo sotto lo sguardo del suo assassino.

«No!» non riuscii a trattenermi dal gridare. Un'altra fitta al torace mi tolse il fiato bloccandomi sul posto e facendomi piegare in avanti dal dolore. Portai istintivamente una mano al petto, nel punto dove avevo più male, e sentii il tessuto del pigiama umido nelle mie dita, aprii il palmo e lo vidi sporco di sangue. Il mio.

Quando mi ero ferito?

Perché questo orribile incubo?

Non ne potevo più, non vedevo l'ora che finisse.

Peccato però che il peggio doveva ancora arrivare.

Nel momento in cui rialzai il viso, notai come la posizione fosse improvvisamente cambiata. Esattamente davanti a me, riversa a terra senza vita, c'era il corpo di Dri.

I suoi capelli castani formavano una sorta di aureola intorno alla sua testa mentre una macchia scura andava ad allargarsi sul suo petto, gli occhi dello stesso colore delle nubi mi fissavano vitrei.

Vuoti.

Se questa visione non fosse già di per sé abbastanza raccapricciante da destabilizzarmi, sollevando l'altra mano vidi che stringevo il pugnale che l'aveva uccisa. Il suo sangue che ancora colava giù dalla lama, viscoso.

Inorridito, buttai di getto l'arma a terra e indietreggiai andando a sbattere con il tallone contro qualcosa. Mi voltai per vedere cosa fosse e trovai Nick anche lui a terra con la gola squarciata e gli occhi vuoti aperti sul nulla. Morto.

Subito lì vicino scorsi Den nelle sue medesime condizioni e poco più avanti Yen con il ventre aperto, le poteva vedere le costole bianche sporgere dal suo interno.

The Child - A Lame IncrociateWhere stories live. Discover now