Profumo Viola

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Tutti i western che si rispettino hanno un inizio polveroso. Di quelli che, un groviglio di un non meglio specificato arbusto, rotola via mentre, in lontananza, si stagliano prepotenti i cactus con le loro spine. Ma qui non siamo ad Albuquerque in New Mexico né, tantomeno, a Tucson in Arizona. E non ci sono neanche Ennis e Jack con i loro segreti vissuti passionalmente in un ranch del Wyoming. Questa è l'Italia e, questo, è il lago di Bolsena con le sue acque blu cobalto e le sue spiagge sabbiose.  Laggiù, appoggiata a un tronco sbiadito e levigato dal tempo, c'è lei con i suoi stivaletti di pelle marrone allacciati intorno alla gamba proprio poco sopra la caviglia. I suoi jeans della stessa tonalità delle scarpe la fanno sembrare una cowgirl ma non lo è affatto. La tradiscono la sua camicia bianca, con i primi tre bottoni aperti come il DPCM femminile impone, e la sua maniacale attenzione con cui si cura le mani e le sue unghie. Splendide.
Un vezzo da buttero, però, ce l'ha. La sua borsa leopardata è marchiata come noi facciamo con le mucche. La sua ha la targhetta Victoria's Secret noi, più banalmente, "SC", Santa Cristina, il nome del ranch per cui lavoro come buttero e come addestratore al maneggio.
«Tristano! Sei già di ritorno?»
Mi dice mettendosi una mano per ripararsi dal sole. Nell'altra il solito libro. Ha deciso, durante il lockdown, di aprire una pagina su uno di quei siti infernali. I social li chiamano. Ma io dico... Come si fa a socializzare se non ci si siede davanti a un bel bicchiere di vino e una bella bistecca? Ma lei ha circa seimila persone che la seguono, tipo quelli che seguivano Tom Hanks in Forrest Gump. E quando si sentirà stanchina? Chissà che faranno quei seguaci quando cliccherà su quel "Cancella account”...
«Che leggi?»
Abbassa lo sguardo e mi mostra la cover del libro che sta sfogliando «"L'eccezione alla sua regola" di tale Lisa_ci_»
«E com'è? Bello?»
«Si. Parla di due persone che battibeccano e poi, alla fine, si mettono a fare l'amore»
«Ma, allora, i protagonisti, siamo noi due. Vieni. Sali.»
Le tendo la mano mentre lei si alza dal tronco.  Ripone il suo prezioso tesoro nella sua santa arca dell'alleanza instagrammiana e dopo essersi scrollata un po' di sabbia dalle gambe e dal sedere allunga la mano verso la mia. Mette un piede nella staffa e, con un salto, si issa in groppa a Marilù. Profuma di buono. Di lavanda e gelsomino. È un profumo che si fa da sola quando va in giro nei campi intorno a casa nostra qui sul lago.
«Dove mi porti?»
«Ti fidi di me?»
«Mai! E sempre!»
La nostra frase. L'ha scritta anche sul suo calendario. Il 14 febbraio c'è la nostra frase:
"Mi ami?" "Mai & Sempre".
Do un piccolo colpo di sperone a Marilù e ci avviamo al passo tra la boscaglia. Il sole sta per tramontare e regala riflessi arancio sul lago che sembra prendere fuoco.  Mi stringe alla vita e appogga il suo viso sul mio collo incurante dell'odore di sudore e di lavoro nelle stalle. Decido di aumentare l'andatura e al trotto raggiungiamo i pressi di Capodimonte. Da qui si vede bene La Rocchina dove, la prima volta, per fare colpo su di lei, la portai a remi con la scialuppa di mio nonno. Rischiammo di rovesciarci un po' di volte nel lago per via della sua fobia dell'acqua e per via di un problema che avevo alla spalla ma, una volta arrivati sull'isolotto, facemmo l'amore sulla spiaggetta proprio sotto la chiesa. Al ritorno fu tutto diverso. Fu calmo e senza tempesta. Quel ciclone che è lei ogni volta che non le torna qualcosa. Litighiamo di brutto, a volte mi tira anche le vettovaglie di ceramica, quelle comprate in uno dei nostri viaggi in giro per l'Italia. Poi, però facciamo l'amore e passa tutto. La quiete dopo la tempesta. Già. Io la chiamo Tempi proprio per quel suo carattere di fuoco che amo, soprattutto tra le lenzuola anche se a letto lo facciamo di rado.
«Quando arriviamo? Stasera devo finire il libro che devo fare il post su Instagram»
«Che palle che sei co' sto coso... E buttalo sto libro. Tanto alla fine si mettono insieme e vivranno felici e contenti no? Non sono tutti così 'sti romanzi rosa?»
«Sei uno stronzo e non rispetti il lavoro altrui e non solo il mio ma anche quello di queste autrici emergenti...»
Striglio Marilù per andare al galoppo. Il suo cuore pomperà più sangue, batterà più forte per correre mentre, il mio, corre più veloce per l'avvampare dell'ira. Arriviamo in una radura dove la lavanda ha fiorito. Tutto intorno e uno shock di profumo viola che inonda le narici e gli occhi fino a quasi bruciarli.
«Siamo arrivati» comunico sommessamente.
È meraviglioso Tristano. È letteralmente meraviglioso.
Scende con un balzo e passa le mani tra le piante del suo profumo preferito.
«Ho chiesto al signor Mistrani se potevo raccoglierne un po' per te e i tuoi profumi e ha acconsentito. Prendi ciò che vuoi»
Questa volta è lei ad allungare la mano verso di me. Levo i guanti, li appoggio sul corno della sella e scendo.
Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra un grazie.
Ecco. Guerra e pace come quel libro famoso con più di mille pagine che lei ha letto e che io ho usato per fermare delle lastre di una mia frattura a un braccio quando caddi da cavallo. Era lì, sopra un armadio, a ricoprirsi di polvere. Ovviamente lei, quando lo scoprì, si incazzò a morte dicendomi che il libro è cultura e non un mero accessorio per fermare carte o altro. Litigammo e poi facemmo l'amore proprio di fronte a quell'armadio a specchio che rifletteva la sua schiena perfetta e i suoi lunghi capelli neri mentre, "l'importante libro", era finito in terra vicino al letto.
«Grazie. Questo posto è un quadro di Van Gogh. È senza prezzo. Come te»
L'abbraccio, la bacio e ci sdraiamo tra la fioritura viola. La mia mano passa sul suo collo, scende sul petto e, ora, i bottoni slacciati sono tutti e sei. Come da mia ordinanza.
«Mi ami?»
«Mai! E sempre»

Fine

EROStorieWhere stories live. Discover now