Onestamente, non pensai mai di chiamarti o di scriverti, perché temevo che potessi riattaccare o addirittura bloccare il mio contatto e cambiare numero, senza darmi modo di confrontarci. Fu così che, dopo circa un mese da che ero tornato a Roppongi, decisi di fare un'altra mossa.

Ricordo ancora quel giorno: era autunno ormai, l'aria iniziava a farsi leggermente più fredda e decisi, costringendo mio fratello ad accompagnarmi, di recarmi a Shibuya per parlare faccia a faccia con te, Reiko-chan. Arrivai alla porta di casa tua di sabato pomeriggio, nervoso come non mai e preoccupato che, anche questa volta, potessi chiudermi l'anta in faccia. Suonai, con Rindou alle mie spalle che cercava di trovare nel giardino e nello spazio circostante qualcosa su cui focalizzare l'attenzione per tutto il tempo necessario, almeno fino a che non avessimo finito di parlare.

Sentii la chiave girare nella toppa, ma quando la porta si aprì non mi ritrovai davanti chi mi aspettavo.

-Che cosa ci fai qui?- disse la persona davanti a me guardandosi intorno con aria circospetta.

-Buongiorno signora Misaki, non so se si ricorda di me: sono Ran Haitani.-

-C-certo che mi ricordo di te, come potrei dimenticarlo... Cosa ti porta qui?- rispose la donna con modi gentili, che celavano però una nota di paura e di sospetto.

-Vede, stavo cercando di incontrare Reiko da un po', ma non sono riuscito nell'intento. Volevo chiederle quindi...-

Non feci in tempo a finire di parlare che subito la donna venne scansata dalla soglia della porta e, al suo posto, vidi invece troneggiare tuo padre.

-Tu che cosa vuoi?- iniziò, per poi voltarsi verso sua moglie -Perché hai aperto la porta a questa feccia?-

Avevo già notato, in occasione di quell'unico pasto condiviso con i tuoi genitori, di non essere andato molto a genio a tuo padre, per cui decisi di mordermi la lingua e di essere il più cordiale possibile.

-Chiedo scusa se la disturbo, signor Misaki- esordii, chinandomi in segno di rispetto -Sono qui per Reiko, se è in casa. Mi piacerebbe vederla e parlare con lei, per favore.-

Rimasi con il capo abbassato ancora qualche istante e, non appena mi rialzai, vidi l'uomo di fronte a me afferrarmi per il colletto della maglia con una forza che mai avrei immaginato. Fortunatamente Rindou, che vidi con la coda dell'occhio mettersi all'erta, capì da un gesto che gli feci con la mano di non avvicinarsi, prima di peggiorare ulteriormente la situazione.

-Hai coraggio e una gran bella faccia tosta a presentarti a casa mia e avanzare queste richieste! Chi ti credi di essere, eh?!-

-Caro, ti prego, smettila.- disse la signora Misaki, ma il marito parve non sentire ragione.

-Non avrei mai pensato che mia figlia potesse accompagnarsi a spazzatura come te. Perché diamine hai deciso di avvicinarti a lei? Non potevi trovare qualcuno della tua stessa specie? No, sei venuto proprio qui a turbare la quiete della mia famiglia! E per colpa tua Reiko se n'è andata da casa!-

Queste ultime parole, giunte come una secchiata di acqua gelida, mi fecero rabbrividire al punto che non opposi minimamente resistenza alla presa degli signore davanti a me e fui appena in grado di formulare una domanda.

-Co-cosa significa "se n'è andata"? Mi aveva detto che sarebbe rimasta qui per proseguire gli studi...-

-Sei sordo, per caso? Te lo ripeterò solo un'ultima volta: mia figlia non è più qui per colpa tua!-

-La prego, mi dica dove posso trovarla, ho bisogno di parlare con lei il prima possibile!-

Vidi che, pian piano, il collo della mia maglia veniva mollato e subito pensai che avrei potuto avere la risposta che tanto aspettavo, quando improvvisamente ricevetti un colpo secco in pieno volto.

Snuff (Ran Haitani FF)Where stories live. Discover now