«È reale, sono reali. Esistite più di sedici millenni fa, le Guardiane erano a protezione dei mondi, il loro compito era mantenere l'equilibrio, erano il ponte fra il bene e il male, ognuno di loro era la protettrice di un universo. Erano solo donne, con in dono un potere immenso. Ma dopo secoli e diverse generazioni di potenti guerriere, il loro potere fu sfidato da un essere più oscuro di qualsiasi cosa mai esistita prima. Il suo nome era Galaxia, prima di diventare il mostro per il quale è ricordata, Galaxia era una Guardiana. L'unica cosa che la distingueva dalle altre era che lei, non aveva un luogo da proteggere. Era sola e abbandonata a se stessa, emarginata e lasciata in balia di sé, si abbandonò ai sentimenti oscuri e al male. Diventando come noi la conosciamo adesso: Galaxia la Regina dello Spazio. Le Guardiane la affrontarono e dopo un estenuante battaglia, furono in grado di separare il suo corpo dalla materia oscura, ormai divenuta un simbionte della grandezza di un bambino di quattro anni. Visto la sua origine sconosciuta e l'influenza che aveva sugli ospiti di cui prendeva il corpo cercarono di eliminarlo, ma non fu possibile perché ogni volta che moriva, si rigenerava e diventava più forte così le Sacre Guardiane lo intrappolarono in una prigione inespugnabile. Lo intrappolarono in un gioiello nella speranza che non potendo vivere senza un'ospite sarebbe perito da sé. Grazie alle mie ricerche ho scoperto che la sua prigione è stata distrutta. Più di duecento anni fa il simbionte è stato liberato.» scatta in piedi sorpreso e scioccato, confuso e incerto «Chi lo ha liberato?» chiede.

«Io.» scioccato si ammutolisce non sapendo cosa dire, si risiede e aspetta che continui.

«Nessuno immaginava quello che sarebbe successo. La notte il cui sono nata, il momento esatto in cui la Regina delle sirene tagliò il mio cordone ombelicale, la prigione si infranse. La prigione più sicura di tutte, rafforzata con incantesimi di livello divino è stata distrutta dal mio primo pianto in questo mondo.» abbassa lo sguardo come se si sentisse colpevole, lui che in quel momento non era stato neanche concepito come pensiero.

Racchiudo le mani a coppa intorno al suo viso ben definito, e scuoto la testa negando ogni suo pensiero negativo. «Non darti colpe che non hai. Non avresti potuto fare niente.» posa una sua mano sulla mia e ci si appoggia con la testa con un'espressione triste e addolorata. «Poco fa ti ho detto che discendo da una delle Sacre Guardiane. - annuisce confuso - Prima che si combattesse la Grande Battaglia, era considera la Guardiana della distribuzione.
L'emissaria degli abissi infernali.
Il suo potere era tremendo ed inimmaginabile, e insieme alla sua arma: la falce del silenzio - l'arma della Dea della Distruzione - era la più potente delle Guardiane. Un fendete della sua lancia era in grado di distruggere tutto ciò che la circondava.
Era la luce che portava alla distruzione. Lei che era sempre stata sola in un universo vuoto, non avendo un luogo da proteggere, si prese il compito di proteggere tutte le galassie.
Diventando: Il Boia.
Distruggere per permettere la rinascita. Il suo nome era: Galaxia, la Guardiana del Silenzio.» senza parole stringe sempre di più la presa sulle mie mani, non lasciando andare nemmeno i miei occhi che ormai, non avevano più modo di fuggire. «Questo vuol dire che... che sei..-» annuisco convinta. «Sono la prossima Guardiana.» anche se confuso con tutte queste informazioni, non mi ha mollata un secondo.

Nei suoi occhi non c'è un barlume di ripensamento, di incertezza, non c'è niente anzi si scorge la limpidezza dei suoi occhi tempestosi. «C'è un'altra cosa...» titubante resta ad ascoltarmi «Il male che vogliamo combattere e sconfiggere è il simbionte che adesso è libero. Non ha fatto mosse ma è pericoloso. Come ti ho detto prima, io sarò il male che distruggerà tutto anche se non lo vorrò. - prendo un respiro profondo ma il cuore non smette di correre come se stesse facendo una maratona - Io sono un contenitore. Il ricettacolo dell'oscurità.» molla le mie mani di scatto alzandosi all'improvviso, la sedia cade per terra facendo un rumore assordante tale, da frantumare la nostra bolla di sincerità. «Che significa? Dimmi che non è ciò che penso.» domanda speranzoso.
«Lo è. Ogni anno ho controllato i moti del sole e della luna ed è stato tutto tranquillo, fino a due mesi fa, quando mi sono accorta del cambiamento. La notte del mio compleanno, il sole si oscurerà per dodici ore e la luna si tingerà di un rosso vivo, del colore del sangue e sarà allora che arriverà qui.

Per anni mi sono chiesta: perché io?

L'unica risposta che avevo era il mio sangue ibrido e la mia affinità con l'oscurità. E quando compirò duecentotrentanove anni perderò tutto.» la mia faccia si riga di lacrime mentre le iridi di Axel si tingono di un rosso scarlatto, il suo petto di alza e abbassa a un ritmo incessante, il suo corpo inizia a emanare calore e una forte pressione intorno a sé.

«Axel» sussurro, contrario alle mie aspettative sembra sentirmi anche se non lucidamente «Compirò gli anni tra meno di due mesi.» e con questo perde del tutto il controllo e in preda a una rabbia cieca innesca la trasformazione in lupo.

Le sue ossa che si spezzano fanno un rumore assordante e unito al suo ringhio, sono costretta a tappare le orecchie per non perdere l'udito.
Esce di corsa fuori dalla camera e dalla casa, l'ultima cosa che sento di suo è il suo ululato rabbioso.

Assistita alla scena Gyx e Nyx entrano e mi stringono a loro. In lacrime mi addormento fra le braccia di quelle che per me sono sorelle, ma in realtà parte fondamentale di me.

Deadly Embrace - Abbraccio Mortale On viuen les histories. Descobreix ara