Una nuova vita

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Era già una nuova mattina, il sole splendeva stavolta e si sentiva il canto degli uccellini.

Mi vestii e scesi le scale.

Avevo ancora molte domande per la testa, quella che mi assillava di più era come Erdem si fosse procurato quel livido, continuavo a pensare che forse se lo fosse fatto mentre giocava a football e che a tavola io non me ne sia accorta, ma sono stata a fissarlo per tutto il tempo ed è impossibile che mi sia resa conto delle sue lentiggini quasi impercettibili e non di un livido così grande, soprattutto sopra lo zigomo marcato

non capisco.

Con ancora questi pensieri che assillavano la mia povera mente raggiunsi la cucina, ma c'era solo la domestica.

"signorina Harper, come si sente? Dormito bene?"
ancora con quella terza persona, non ci avevo fatto l'abitudine.

"si tutto bene, ah.... mi sono appena resa conto che non so ancora il suo nome"

"oh la prego mi dia del tu" e no e mo te lo scordi

"comunque il mio nome è Amelia, sono la cameriera della famiglia Brown da ormai quasi 10 anni!"
era molto fiera di questa cosa

"sa dirmi dove sono tutti gli altri?"

ogni volta che varcavo la mia porta sembravano tutti quanti volatilizzati

"certamente signorina Harper, sua madre-"

"non è mia madre" la interruppi bruscamente ma solo dopo mi accorsi di essere stata troppo sgarbata

"mi scusi io non volevo risponderle così.... vada avanti per favore" non meritava di essere trattata in quel modo, era una brava donna

"si figuri, ecco sua ma- la signora Brown e il signor Brown sono andati all'agenzia Brown per finire di compilare dei moduli, invece il signor Erdem è andato a scuola"

perché a lui chiamava signor Erdem e non tipo signorino Brown?
peccato sarebbe stato divertente.

Ah cavolo è vero la scuola!
Siamo ad ottobre dovrei iniziarla anche io.

"signorina Harper le volevo informare che lei inizierà scuola domani, andrà nella stessa scuola privata del signor Erdem, la sua richiesta è stata appena accettata"

scuola privata? Non oso immaginare quanto costi ma sopratutto.... quanti figli di papà ci saranno.

La mattinata era volata, si era già fatta ora di pranzo.

"Amelia"

"mi dica signorina Harper"

"cosa c'è per pranzo? devo aspettare gli altri?"

"per pranzo signorina Harper ci sono spaghetti ai frutti di mare come primo piatto, come secondo arrosto, come contorno dell'insalata, pomodori e carote, come antipasto patatine fritte e infine come dessert pan di spagna ai frutti di bosco, e non si preoccupi ad aspettare i signori Brown perché torneranno per cena mentre invece il signor Erdem rincaserà per le 17:00"

aveva detto così tante cose in così poco tempo e così velocemente che mi limitai ad annuire, credo che neanche a natale mangerei così tante cose.

Avevo appena finito di mangiare, alla fine non ho toccato molto, mangiare sola mi fa passare la fame.

Si  era fatto pomeriggio e non sapevo come altro
passare il tempo, da un lato non vedevo l'ora di iniziare scuola, avrei conosciuto gente nuova, mi sarei fatta degli amici, forse anche un ragazzo, ma dall'altro....

non ho mai avuto grandi aspettative sulle scuole, di solito ero la ragazza timida e ingenua che stava sempre sulle sue, devo dire che però neanche io mi impegnavo tanto nel fare amicizia, erano tutti troppo snob, troppo fissati con l'estetica, e questi sono aggettivi che non cerco in veri amici.

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