POV di Harry.

Fissavo il liquido nero sotto I miei occhi e sentivo il fastidioso chiacchierio della gente seduta ai tavoli. Fuori c'era più freddo del solito e la gente preferiva starsene al chiuso al caldo, sorseggiando una buona cioccolata. 
«Perchè quella faccia da cane bastonato?»
Mary apparve di fronte a me con un panno giallo che strofinava con cura sul bancone.
Io mi mossi a disagio sullo sgabello e distolsi lo sguardo da lei.
«Non ho niente.» risposi rude.
Non volevo che tutti provassero pena per me, volevo solo gustare quel dannatissimo caffè.
«Anche io ho un figlio adolescente, so cosa vuol dire quella faccia.»
«E cosa vorrebbe dire?» la misi alla prova.
Mary mi sorrise ignorando il mio atteggiamento infantile.
«Si tratta di una ragazza, - rispose con calma – Hanna?»
Cazzo.
Rimasi incredulo e mi grattai il collo a disagio.
«Una madre queste cose le capisce Harry, hai voglia di parlarne?»
Guardai I suoi occhi dolci e fu come se ritrovassi quelli di mia madre. Mia madre lo avrebbe capito subito se solo non fosse stata così male. Mi avrebbe consolato, se solo fosse ancora qui.
Mary mi guardava ancora, aspettando che dicessi qualcosa.
«E' incinta.. incinta del suo ex ragazzo.. che è morto qualche mese fa.»
Scrutai la sua espressione e mi resi conto che non fu così stupita quanto avevo immaginato.
«Tu la ami?» mi chiese, soprendendomi.
«Si, cioè.. la amavo, adesso non lo so..»
Era stata una cattiva idea.
Mi sentivo nudo, senza difese, in un piccolo locale nel bel mezzo del centro di Londra circondato da estranei.
Ma forse sfogarsi con un estraneo era proprio ciò che mi serviva.
«Stava con te quando è andata a letto con lui?»
Mary era così tranquilla mentre mi faceva quelle domande, non sembrava vergognarsi. Cercava solo di nascondere un minimo di preoccupazione che sono sicuro fosse rivolto ad Hanna.
«No, - sospirai - io l'avevo lasciata..»
«Quindi.. sei qui nel mio locale con la faccia da cane bastonato perchè la ragazza che ami è rimasta incinta andando a letto con il suo ex ragazzo quando tu l'avevi lasciata e per giunta questo povero ragazzo è morto..?»
Solo in quel momento mi resi conto di quanto fosse ridicolo questo mio ragionamento. L'avevo lasciata, nonostante lei mi avesse supplicato di non farlo, nonostante fosse andata contro i suoi genitori, nonostante stesse rinunciando al suo futuro per partire con me in Spagna. L'avevo lasciata pensando di stare facendo la cosa giusta e invece stavo facendo quella più sbagliata.
«E' più complicato di così.»
Mi mossi a disagio sullo sgabello, ancora, e cercai di distogliere lo sguardo da quello inquisitore della signora grassottella davanti a me.
Mi faceva una tenerezza incredibile nonostante la conoscessi da poco tempo, ma odiavo il fatto che mi guardasse come se la colpa fosse unicamente mia.
«Harry.. - sussurrò - la ragazza che ami, perchè nel profondo la ami ancora, in questo momento è terrorizzata dal fatto che tra nove mesi diventerà madre e non è una cosa che ti spiegano a scuola o che puoi leggere sui libri.. succede e basta..»
«Si ma lei..»
«E' andata a letto con il suo ex dopo che tu l'avevi lasciata, - mi interruppe facendomi il verso - ma la cosa bella di questa frase è questo 'dopo che tu l'avevi lasciata', non credo che prima ti abbia dato modo di pensare che potesse farlo, Hanna mi sembra davvero una brava e dolce ragazza, e come lei anche io ho avuto il mio primo figlio giovane e posso assicurarti che non è facile.. riesci a non buttarti giù solo avendo attorno persone che ti vogliono bene.»
Un'immagine di Hanna rannicchiata tra le mie braccia mi passò nella mente. L'immagine della sera in cui ero barcollato fino a casa sua ubriaco e mi ero addormentato nel suo letto. Si stringeva le ginocchia al petto come per protezione e sentii il cuore addolcirsi.
«Non dico che tu debba subito prenderti le responsabilità per quel bambino, ma magari standole accanto inizialmente come.. amico, magari ti innamorerai di nuovo di lei e vorrai crescere quel bambino come tuo figlio.»
Nel momento in cui pronunciò quelle parole sentii il bisogno di scappare subito da lei. Potevo non perdonarla subito ma potevo starle vicino in questi mesi. Aveva solo 19 anni e stava per diventare madre, io mi sarei andato a nascondere dentro uno stanzino e non sarei più uscito. Hanna si era messa a cercare un lavoro, viveva con suo fratello, aveva ancora quella voglia matta di vivere, di sorridere, di trasmetterti felicità. Dovevo aiutarla, dovevo farle capire che poteva contare su di me, nonostante tutto. 
«Dove scappi?» 
Mi alzai dallo sgabello infilandomi la giacca di pelle e Mary mi sorrise, sapendo benissimo dove stessi andando.
«Grazie.»
Mi allungai sul bancone per scoccarle un imbarazzantissimo bacio sulla guancia ma non poteva importarmene di meno. Il mio unico pensiero in quel momento era correre da Hanna. Uscii dal locale e il freddo di Londra mi colpii in pieno viso, facendomi rabbrividire. Corsi lungo la strada, schivando persone in bicicletta che mi maledirono alle mie spalle mentre io ignoravo qualsiasi cosa mi circondasse. Ma poi dove stavo andando? Mi fermai un attimo di colpo sentendomi ridicolo per un momento.
Diedi una veloce occhiata all'orologio: 19.33
Era martedì.
Il martedi lavorava Harry.
Scattai di nuovo in avanti e presi la strada verso l'Irish e quando vidi la scritta lampeggiare in alto il mio cuore iniziò ad accellerare. 
«Harry.» Bob, il buttafuori-armadio, mi salutò.
«Ciao Bob!» urlai in risposta, inciampando nel teppeto all'entrata.
Spalancai la porta e vidi Emma dietro il bancone mentre sistemava i bicchieri puliti sullo scaffale di legno alle spalle. Hanna era intenta a pulire i tavoli mentre ondeggiava i fianchi fischiettando una canzoncina facendomi sorridere. Non mi videro.
«Hanna puoi passarmi quella cassa di birra sul pavimento?» chiese Emma.
Cosa?
Hanna annuì insicura e scrutò la cassa poco distante da lei. Non era eccessivamente pesante per una persona fisicamente 'normale', ma lei era incinta. Non poteva fare sforzi, non poteva sollevare cose pesanti. E lei pensava la stessa cosa e lo capii dalla sua espressione, ma non avrebbe mai detto niente.
«Ferma!» urlai mentre si piegava, attirando l'attenzione di tutti.
Hanna sussultò e indietreggiò guardandomi confusa.
«Che succede?» mi chiese Emma allarmata.
«Niente, - mi avvicinai alla cassa - faccio io.»
La sollevai sentendo lo sguardo di Hanna su di me e la poggiai senza sforzo sul bancone.
Emma ignorò il mio strano comportamento e prese a sistemare le bottiglie.
«Ehi.» fermai Hanna prima che potesse scappare.
«Non sei arrabbiato con me?» chiese, impaurita.
Oh Hanna, quanto vorrei abbracciarti in questo momento.
«Sono sempre arrabbiato con te, ricordi?»
Allargò la bocca in un sorriso e le guance le diventarono rosse.
«Ho bisogno di parlarti..» 
«No ascolta, - la interruppi - so che c'è molto di cui parlare, e questo che sto per dirti non significa che ti ho perdonata, ma vorrei starti accanto in questi mesi.. voglio che tu sappia che se hai bisogno di qualcosa, io ci sono.»
Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime e si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio come è solita fare quando è nervosa.
«Oh Harry..»
«Mi dispiace aver reagito in quel modo.. averti detto tutte quelle cose, - la trascinai delicatamente dal gomito lontano da Emma - in parte non le pensavo, o almeno quasi tutte, ma non voglio che affronti tutto da sola..»
«Grazie.. lo apprezzo molto..»
«Sono ancora arrabbiato però.. è giusto che tu lo sappia, sai.»
Sorrise di nuovo, annuendo.
Ora che la guardavo meglio si notava un legero rigonfiamento, ma solo se sapevi che era incinta.
Per un estraneo poteva passare per una che aveva preso qualche chilo di troppo.
«Bene..» mi sentii a disagio.
«Suoni stasera?» 
«Oh no, pensavo di passare a prendere Chester se per te va bene.»
Scrutai la sua espressione e quel sorriso tenero tornò sul suo viso.
E le lentiggini. Quelle lentiggini.
«Certo, è con Aria e Louis a casa.»
«Come faranno quei due quando lei inizierà il college?»
Ero seriamente preoccupato per Louis. 
Aria era accettabile, simpatica e carina. E lo rendeva felice.
«Oh, Louis andrà con lei per qualche giorno...»
Si bloccò di colpo, come se non dovesse dire ciò che aveva appena detto. Via qualche giorno? Ma era serio?
«Cosa? Come può lasciarti da sola?» sbottai.
Rieccoci.
Hanna sbuffò e mi superò, andando a pulire un tavolo dall'altro lato della sala già abbastanza splendente.
«Lui non voleva, l'ho pregato io di andare, e non sarò sola.. c'è Chester!»
Alzai un sopracciglio e lei notò la mia espressione.
«So badare a me stessa, sono sol..»
«Non dire quella merdata dell'essere SOLO incinta, - la bloccai - insomma si troverà una soluzione..»
Davvero?
«Davvero?» mi chiese, confusa.
Indietreggiai, strofinandomi il retro del collo con una mano.
«Penseremo a qualcosa.»
Hanna fece una smorfia e percepii il suo disagio quasi quanto percepivo il mio.
Indietreggiai ancora un pò fino a ritrovarmi troppo lontano da lei. Era vero, volevo aiutarla ma ancora ero ferito. 
«Vai via?» chiese, il tono triste.
«Si, - mi sentivo troppo in imbarazzo - ci vediamo presto.»
Mi voltai di scatto per non stare lì a guardare la sua espressione triste e andai a sbattere contro Emma che stava andando nella direzione opposto alla mia.
«Scusa.» 
La sua voce era meno accesa del solito e dal colorito delle sue guance capii che era in imbarazzo. I nostri visi erano vicinissimi e riuscii a sentire il suo profumo che sapeva di.. ciliegia?
«Colpa mia.»
Poggiai le mie mani sulle sue spalle per spingerla delicatamente indietro e sentii i suoi muscoli irriggidirsi. Cazzo. Era proprio cotta.
«Vai via?» 
Aveva quasi lo stesso tono triste di Hanna poco prima.
«Si.»
La oltrepassai e mi voltai per scrutare l'espressione di Hanna.
Aveva ripreso a pulire quel dannato tavolo già lucente e da lì capii che aveva visto tutto e si era agitata. 
Sei incinta di un altro ragazzo perchè diamine dovresti avercela con me per un innocente scontro con una ragazza che è cotta di me?
Smettila Harry.
Ci avevo appena fatto pace, così scacciai quel pensiero e sospirai.
Saremo stati sempre così: un attimo in pace, l'attimo dopo in guerra.

{spazio me}

Per continuare voglio 16 commenti, non tutti da una sola persona, ce la fate?  Ah, se vi serve una cover per la vostra storia potete passare per l'omonimo libro, che si trova nel mio profilo e scrivere ciò che viene richiesto nelle istruzioni.  

Passate anche da:

Memories - h.s.

Cornserstone - l.h.

Abesque Tibi - z.m.

Half a Heart :: hesWhere stories live. Discover now