Capitolo sedici.

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HALF A HEART

 (Ice on Fire) capitolo 16.


POV di Hanna.

Agosto era ormai finito. 
Settembre con I suoi colori illuminava Londra nonostante le nuvole scure e la città si preparava per accogliere l'autunno.
L'estate se ne era andata con il caldo e il sole, lasciando che gli alberi si spogliassero delle loro foglie. Foglie che si raccoglievano ai lati del marciapiede che I bambini amavano scalciare mentre andavano a scuola. Ne vedevo cadere tante anche in quel momento, mentre mio fratello scattava fotografie alla nuova coppia di sposi e io li guardavo sorridendo. A me stava succedendo tutto al contrario. 
Louis era così migliorato che oltre a report sportivo le agenzie lo chiamavano per fotografare sposi, ragazzine ricche che compivano sedici anni e lo invitavano a tanti altri eventi. 
«Sembri nato per fare questo.» gli dissi quando si avvicinò.
Eravamo in una vecchia villa abbandonata dell'800 che le persone affittavano solo per questo tipo di lavoro. 
«Mi piace catturare l'emozione di qualcuno.»
Detto questo mi scattò una foto di sorpresa e io gli feci una smorfia scherzosa.
«Ho sempre pensato che saresti diventato un cantante.»
«Oh no, - rise – in quello è più bravo Harry.»
Sorrisi sentendo una fitta allo stomaco e cercai di distrarmi fissando Aria che aiutava la sposa con il velo. Era molto bella. Aveva dei lunghi capelli ricci rosso fuoco, decisamente era troppo per il suo sposo bassino. Erano comunque dolci e.. felici.
«Aproposito, - Louis mi richiamò all'attenzione – tra un pò non potrai più nasconderlo.»
Ci misi un pò a capire a cosa si stesse riferendo e poi mi resi conto che indicava la mia pancia con il mento. Abbassai lo sguardo e istintivamente portai una mano sul ventre. Si era gonfiato e non avrebbe smesso.
La maglietta larga riusciva a coprire la sporgenza ma avrei potuto fare ben poco a breve.
Sentivo già I piedi e la mani più gonfi.
«Non avete più parlato dopo quella sera?»
Quella sera.
La sera in cui mi urlò tutto il suo odio con quella canzone? No.
«No.. niente..»
Non vedevo Harry da tre giorni, sembrava essersi materializzato in un'altra città. Avevo sentito Zayn, ma di lui neanche l'ombra. Possibile che non gli importasse neanche come potessi stare? Indipendentemente da ciò che era successo. Così per distrarmi io e Aria seguivamo Louis al lavoro e io mi ero presa una pausa dal mio. Sarei rientrata solo stasera.
«Tu e Aria siete tornati insieme?» chiesi, cambiando discorso.
«Hanna e la sua curiosità, - alzò gli occhi al cielo – se vuoi davvero saperlo si, siamo quasi tornati insieme.»
Lo osservavo mentre cambiava obiettivo e lo ripuliva accuratamente.
«Quasi? Che vorrebbe dire?»
Mio fratello sbuffò e iniziò a sorridere.
«Tra un pò dovrà andarsene, perchè non vai un pò con lei a Oxford?» proposi.
Aria sarebbe partita tra pochi giorni e a me faceva male solo il pensiero. La sua compagnia mi aveva risollevata un minimo e mi aveva fatto ricordare quanto le volessi bene. E cosa più importante, aveva reso felice Louis.
«Ne ho già parlato con lei, non esiste al mondo che ti lasci sola, soprattutto in questo stato.»
«Non ho un deficit Louis, sono solo incinta.» sbuffai.
«Usi questo 'solo' un pò troppe volte.»
«Cosa può capitarmi? - insistii – Uscirei solo per andare al lavoro e con me ci sarebbe Chester.»
Louis mi guardò stranito. Sicuramente pensava a come fosse ridicolo il fatto che un cane potesse prendersi cura di me.
«E se ti senti male? Se qualcuno entra di notte nel tuo appartamento?»
Sgranai gli occhi per le sue supposizioni. Cosa credeva? Che non potessi starmene sola per pochi giorni?
«Se mi sentissi male andrei in ospedale e ovviamente chiamerei qualcuno per farmici portare e, - ripresi – abbiamo un sistema di allarme Louis e le probabilità che qualcuno entri nell'appartamento con me dentro sono davvero scarse.»
Louis finì di pulire l'obiettivo e si rimise la macchina fotografica al collo con l'espressione pensierosa. Non mi sarebbe successo niente, avrei solo avuto un pò più di tempo per me stessa. E mi sarei presa cura di me e del bambino, giuro.
«Ti prego, è solo per pochi giorni e non voglio che stiate lontani ora che siete finalmente tornati 'quasi' insieme.» risi all'ultimo imitando il suo 'quasi' facendo le virgolette con le mani.
«Mi prendi in giro sorellina?» mi pizzicò il naso con due dita.
«No, - risi – voglio solo vederti felice.»
Mio fratello mi sorrise e avevo già capito che aveva accettato ancora prima di dirlo.
«D'accordo, ma non ti permetto di andare al lavoro da sola la sera quindi farai bene a farti accompagnare da qualcuno e se hai solo un piccolo problema, o ti senti poco bene, chiamami subito!»
Annuii ridendo a tutte le sue pretese e mi alzai per abbracciarlo. Lui mi strinse più forte mentre mi accarezzava la testa con una mano.
«Ehi voi due! - Aria ci richiamò urlando – Di questo passo il matrimonio sarà tra un mese.»
Ridemmo entrambi e dopo avermi scoccato un bacio sulla guancia, Louis tornò dagli sposi e riprese a scattare le fotografie. Lo guardai impegnato in ciò che amava e guardai Aria accanto a lui che sprizzava gioia da tutti I pori.
Erano momenti come questi in cui mi convincevo del fatto che la vita in fondo non fosse stata così dura con me.

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