1

209 0 1
                                    

E quindi si, nonostante non avessi voluto mai lasciare l'Italia mi ritrovo qui, nel bel mezzo di New York, con fin troppe valigie in quella che da adesso sarebbe stata la mia nuova casa.

Non lo avrei mai detto che un divorzio avrebbe portato a tutto ciò, mi stupisce sempre quanto vero sia il detto "gli errori dei genitori ricadono sui figli".

Sospirando entro nella nostra dimora con mia madre al seguito.
La casa è decisamente grande e molto illuminata, puzza di plastica e pittura essendo nuova e da poco arredata.

"Piccola"

Mi volto verso mia madre e le vado incontro quando capisco che sta facendo fatica con gli scatoloni.

"Dimmi"

"Io dovrei proprio andare a vedere dove è situato il nuovo ufficio, sai per non arrivare in ritardo lunedì"

Dandole le spalle alzo gli occhi al cielo cercando di non farglielo notare, so quanto le dà fastidio ma insomma, siamo appena arrivate e mi lascia qui da sola, con una macchina da svuotare ed una casa da sistemare in una città che non conosco, è lei quella italo-newyorkese non io.

"Va bene, va pure" dissi in un sospiro sconsolato.

Lei mi poggia la mano su una spalla e mi sorride.

"Andrà bene, te lo prometto"

"Non andrà affatto bene, io qui non ho amici, sono a 10 ore dalla mia città, non mi hai nemmeno presa in considerazione quando hai deciso di trasferirti qui includendo anche me, e cosa ti aspetti mh? Che io sia felice?"

Non mi ero nemmeno resa conto di aver alzato la voce, di solito non sono così quando mi arrabbio. Di solito mi chiudo, non parlo per giorni che, a volte possono diventare settimane. No non è rabbia quella che provo, è disapprovazione mista a delusione nei confronti di mia madre che probabilmente, pensando io sia ancora una ragazzina, ha determinato che fosse inutile prendere in considerazione il mio pensiero riguardo a questo trasferimento.

"Bushra mi dispiace okay, mi dispiace se hai dovuto lasciare i tuoi amici, i tuoi parenti, la tua scuola ed il tuo fidanzato ma questa è proprio la motivazione per la quale ho deciso io per te. Cosa ti credi che per me sia stato facile divorziare da tuo padre e cercare di ricominciare da qui? Io ho lasciato mia madre in Italia, l'unica che mi avrebbe potuto aiutare ad affrontare una situazione del genere."

Disse con le lacrime agli occhi venendomi incontro per abbracciarmi. Il suo mento sopra la mia testa, potevo sentirla singhiozzare e mi faceva stare male vederla in questo stato.

"So che non posso pretendere nulla da te, anche se cerchi di fare la forte sei ancora la mia piccola Bushra, in fin dei conti hai ancora 17 anni, ti chiedo solo di provarci, okay?"

Annuisco con un cenno del capo.

"Pinky promise?"
Dice lei muovendo il mignolino e facendomi ridere.

"Pinky swear" rispondo sorridendo.

Quando finii di portare gli scatoloni in casa era già ora di pranzo ed il mio stomaco cominciava a fare i capricci.
Mia madre non era ancora nei paraggi ed il frigo non solo era vuoto non era mai stato messo in funzione.

Nell'esatto momento in cui stavo attaccando la presa del frigorifero qualcuno bussò alla porta.

Non può essere mia madre, lei ha le chiavi... Dovrei aprire? Mia madre mi diceva sempre di non aprire a nessuno, nemmeno ai familiari quando ero da sola in casa quindi perché dovrei aprire se mi sono appena trasferita ed a malapena conosco la città?

"Oh dannazione Bushra apri questa diavolo di porta." Sussurrai inveendo contro le mie ansie.

Quando aprii la porta notai una signora anziana sull'uscio con quella che sembrava una torta fatta in casa tra le sue mani. Dopo pochi istanti, due bambini sbucarono dietro di lei.

OverstepWhere stories live. Discover now