La professoressa Umbridge fu letteralmente spiazzata dall'improvvisa domanda della giovane grifondoro. Pensava che dopo i tanti punti tolti alla casata dei Grifondoro nessuno avesse più il coraggio di porgergli domande sul ministero.

Gli eventi di Hogsmade erano stati senza alcun ombra di dubbio sconvolgenti, ma a lei non importava affatto di quanto potesse aver influenzato il morale degli studenti.

"Signorina Granger, non ricordo di averle dato il permesso di parlare di tale argomento. Pertanto le prenderò ben venti punti dalla sua casata per aver parlato senza alcun permesso."- disse semplicemente e freddamente la professoressa, a cui Hermione non ebbe più il coraggio di rispondere.

"Signorina Granger, ti aspetto questa sera un'ora prima della cena nel nel mio ufficio."- disse la Umbridge, a cui Hermione non poté fare a meno di provare un po' di paura.

"Mi dispiace Hermione"- disse Ron affianco a lei con sincero dispiacere.

PLYMOUTH, DEVON

Senza alcun attacco dei mangiamorte, forse poteva finalmente permettersi di ricominciare la caccia agli horcrux di Lord Voldemort.

Il giovane ed ultimo discendente della famiglia Peverell sapeva molto bene che se non avesse distrutto gli horcrux non poteva uccidere l'oscuro signore. Tuttavia c'era un problema a tal riguardo. Dall'ultimo horcrux era venuto a conoscenza del fatto che mentre uno di essi era stato distrutto, gli altri erano situati in posti per lui praticamente impossibili da attraversare.

Tre di essi erano ad Hogwarts, uno era alla Gringott, l'altro era un animale in costante vicinanza a Voldemort.

Entrare ad Hogwarts senza farsi scoprire era troppo difficile se non impossibile. Se avesse avuto il mantello dell'invisibilità non avrebbe avuto problemi, ma a quanto aveva capito quel mantello lo avevano i Potter, e per la precisione Harry James Potter.

Per realizzare i suoi piani doveva necessariamente distruggere gli horcrux, senza di essi era impossibile sconfiggerlo. Al massimo poteva spezzare nuovamente il suo corpo, rendendolo nient'altro che uno spirito vagante ma ciò non era neanche lontanamente come la morte.

Il suo compito era distruggere Riddle per sempre, lo doveva ai suoi cari che erano stati ammazzati dai suoi seguaci e al resto delle vittime sparse nel mondo magico. Non poteva fallire.

Nel frattempo, mentre continuava a pensare, dalla sua poltrona vide la pietra della resurrezione iniziare a tremare. Il giovane Peverell fu leggermente allarmato dal comportamento apparentemente inspiegabile della gemma. 

Ciò peggiorò quando la gemma venne improvvisamente circondata da una misteriosa luce gialla. Qualche istante dopo l'intensità della luce crebbe a tal punto da illuminare l'intera stanza e il giovane allarmato fu costretto a coprirsi gli occhi con il braccio.

Vicino alla pietra comparve improvvisamente una strana figura alta e ammantata. Essa si avvicinò al ragazzo che solo dopo che quest'ultimo si rese conto che davanti a lui era comparsa una strana figura.

Il giovane Peverell assunse istintivamente una posizione di difesa quando vide la strana entità.

"Tu chi sei?"- chiese impaurito.

"Sono tante cose... Ma tu puoi vedermi anche come l'incarnazione della morte, Antares Peverell. So bene chi sei, io so tutto di voi mortali"- rispose l'incarnazione della Morte.

"Allora la leggenda è vera."- disse scioccato il ragazzo.

"Ne dubitavi? Mi sorprende che un Peverell non crede nella mia esistenza. D'altronde siete stati voi a incontrarmi per primi..."- affermò la morte- "... Non sono qui per prendere la tua anima, o almeno non ancora. Sono qui per assegnarti un compito."

Il Padrone della MorteWhere stories live. Discover now