Succede tutto così velocemente che fatico a realizzare.

Le hard di Lando lo fanno scivolare fuori dalla pista e permettono ad alcuni piloti di sorpassarlo facilmente.

Mi si blocca il fiato e quando lo vedo ripartire il mio cuore si spezza un po' mentre penso a come possa sentirsi ora il mio ragazzo.

Vedo i meccanici uscire nella pit-lane segno che il numero 4 rientrerà ai box per il cambio gomme.

Una volta conclusa la gara mi rifugio nella stanzetta di Lando e aspetto che torni.

Ovviamente il vincitore è stato Lewis che con più esperienza di Norris è entrato prima per il pit-stop.

Conosco abbastanza bene il mio ragazzo e so che sarà distrutto; io sarò qui per lui, in silenzio se vorrà essere ascoltato o con le parole giuste in bocca se vorrà conforto.

Così dopo 10 minuti fa il suo ingresso sbattendo la porta, sussulto presa alla sprovvista.

Urla con ancora addosso il suo casco che ovatta la sua voce, poi con un scatto ribalta il lettino, facendo cadere tutte le cose si trovavano sopra esso.

Balzo in aria dallo spavento, ma infondo ci sono abituata, mio padre non è di certo la persona più calma di questo mondo quando si arrabbia.

"Cazzo, Cazzo, Cazzo, Fanculo" urla lanciando i guanti che ha appena tolto.

Lascio che si sfoghi mentre controllo che non faccia niente che possa portarlo a farsi del male, come tirare pugni alla parete o peggio ancora al vetro della finestra.

Le sue mani si stringono e si rilasciano come per scaricare il nervoso e poi le porta sopra al suo casco che non si è ancora tolto.

"Lando, tutto bene?" la voce di Charlotte mi fa girare verso la porta che rimane chiusa.

Aspetto qualche secondo, sperando che Norris risponda, ma ciò non accade, quindi lo faccio io al suo posto.

"Si Charlotte, ci sono qui io con lui" dico non preoccupandomi minimamente di ciò che potrebbe pensare.

Sentiamo i passi allontanarsi e il pilota si toglie finalmente sia il casco che la balaclava, poi si volta verso di me, in cerca di qualcosa.

I suoi occhi sono rossi e gonfi.

Gli passo l'asciugamano mentre poso una mano sulla sua guancia.

Bisogna essere estremamente delicati in queste situazioni, un passo falso potrebbe distruggere tutta la calma.

"È okay Lando" sussurro.

Ed ecco il mio passo falso.

"Non è per niente okay Grace, era lì la vittoria, cazzo, era lì" grida allontanandosi da me mentre inizia a togliersi la tuta.

Forse la mia mossa non era stata poi così sbagliata, forse qualsiasi cosa avessi detto o fatto la sua reazione sarebbe stata quella.

"Scusami" dice subito dopo puntando i suoi occhi nei miei.

Sorrido e scuoto la testa per rassicurarlo.

Cambia i suoi vestiti e poi si avvicina a me che sono rimasta in silenzio per tutto questo tempo.

"Vuoi tornare in Hotel?" gli chiedo in un sussurro.

"Ho le interviste" dice tirando su dal naso.

"Non sei obbligato a farle" dico prendendo il suo viso tra le mani e asciugando le sue guance umide.

"La paghi tu la multa?" sdrammatizza "Non vorrei essere intervistato, ma è giusto così" afferma con una professionalità che mi lascia spiazzata.

È solo un ragazzino di 21 anni ma sa bene che deve mettere il suo lavoro davanti alle emozioni.

LOVE ON THE RUNWhere stories live. Discover now