"Nei paddock si parla troppo" constato  ridendo mentre guardo le due ragazze che finiscono di prepararsi.

"Io voglio saperla ora" ride Vic.

"Mi aveva semplicemente portata a mangiare fuori e i paparazzi avevano frainteso tutto, a quei tempi io avevo 16 anni e lui ne aveva 33, capite perché la cosa aveva fatto scandalo? ero ancora minorenne per la legge" rido seguita da loro.

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Una volta al circuito, le ragazze vanno rispettivamente da Charles e da Max mentre io cerco di evitare qualsiasi pilota che indossi del merchandising RedBull o McLaren, anche se ammetto che se incontrassi Daniel o Checo gli correrei incontro a braccia aperte.

Ma guarda a caso la sfortuna sembra perseguitarmi da qualche giorno, mese, anno, o secolo se preferite.

Lando appare davanti a me.

"Grace possiamo parlare" dice seriamente senza darmi il tempo di scampare alla sua vista.

Faccio l'errore di guardarlo negli occhi.

Il mio cervello si scioglie e io perdo tutte le capacità di prendere decisioni con un senso.

Distolgo subito lo sguardo e ritorno in me.

"In realtà ora devo andare da Kimi" dico in un sussurro mentendo, i miei programmi erano solo quelli di rifugiarmi nel bar.

"Ti ci accompagno così parliamo" insite in modo freddo il ragazzo. 

Seguono attimi di silenzio dove non faccio altro che torturarmi le mani che improvvisamente sono diventate così importanti da attirare la mia completa attenzione e nel frattempo valuto la sua proposta.

Lando tossisce varie volte e se non fossi più che sicura che sia solo per attirare la mia attenzione potrei pensare che gli sia venuta l'influenza.

"Di cosa volevi parlare? " chiedo rassegnata prendendo a camminare.

Finalmente porto i miei occhi su quelli del ragazzo e li fisso più intensamente possibile quasi per intimorirlo, cosa che è abbastanza impossibile da fare, sopratutto da me che sono un nano e non farei paura nemmeno a una formica.

"Di quello che è successo tra te e Max" sputa acido spostando lo sguardo dai miei occhi all'asfalto e camminando al mio fianco.

"Guarda che tra me e Max non è successo proprio nulla" ammetto.

"Le vostre bocche che si sfioravano dicevano altro quella sera" ribatte avvicinandosi a me.

Alzo gli occhi al cielo e aumento il passo.

Non ho intenzione di avere una conversazione del genere in cui lui non fa altro che darmi contro e qualunque cosa io dica è inutile perché tanto parte con il presupposto che lui ha ragione.

"Grace, fermati cazzo" grida correndomi dietro.

Non lo ascolto ma in pochi secondi lo ritrovo al mio fianco.

Siamo quasi davanti ai box dell'Alfa Romeo e vorrei solo che mi lasciasse andare.

"Quindi? Vuoi venirmi contro per altro?" dico con fare annoiato una volta ferma davanti al garage della scuderia svizzera.

Questa volta non gli darò ragione, perché non può arrabbiarsi per qualcosa che non è successo.

Ero davvero convinta, poi il mio sguardo è accidentalmente caduto nel suo e il mio cuore mi ha tradito.

Fisso intensamente i suoi occhi e forse avrei dovuto prendere delle precauzioni, perché il suo sguardo non fa altro che urlarmi di avvicinarmi e baciarlo.

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