2.

4.5K 316 29
                                    


Jenna spinse con molta lentezza il portone di ingresso, e quest'ultimo scricchiolò parecchio.
-Entra prima tu.- Disse la rossa, guardando Alex.
La ragazza non ci pensò due volte ed entrò.
Si fecero largo tra pezzi di muro caduti e assi di legno.
Ma cos'era successo a quell'ospedale?
Un terremoto, un incendio?
Si chiese Alex.
Ma non vedeva pareti scure, come se fosse stato appiccato un incendio e le fiamme avessero bruciato l'edificio.
Jenna e Alexander si guardarono intorno, senza emettere alcun suono. Un silenzio agghiacciante e inquietante era sovrano di quel posto.
L'aria era fredda e faceva venire la pelle d'oca.
Le due amiche si trovavano in un'ampia sala, quella che avrebbe dovuto essere la hall.
Era quasi vuota, a parte qualche sedia rotta posta in giro.
Le mura erano completamente bianche.
Il bianco era un colore neutro.
Non suscitavano nessuna emozione, sembravano vuote.
Per la grande stanza riecheggiavano solo il rumore provocato dalle scarpe delle ragazze.
-Jenna.- Anche la voce di Alexander riecheggiò per la sala.
La rossa si voltò di scatto, e prestò attenzione all'amica.
-Andiamo di qua.- Le indicò un corridoio lungo.
Jenna annuì e raggiunse Alex, dall'altra parte.
Si avviarono cautamente per il corridoio e la rossa estrasse la sua macchina fotografica bianca dallo zainetto.
Entrarono in una piccola stanza, la prima a destra del corridoio.
Era vuota e buia, poiché non vi era nessuna finestra.
Non abbiamo portato neanche una torcia, pensò Alex.
Estrasse così il cellulare dalla tasca posteriore dei suoi jeans e accese la torcia da lì.
Puntò la luce un po' dappertutto nella stanza, e notò alcune scritte sui muri.
-E queste?- Chiese Jenna, aprendo leggermente la bocca, sorpresa.
Si avvicinò al muro su cui Alex aveva puntato la torcia, e passò l'indice della mano destra su una scritta in particolare.
'It was more fun in hell'
Jenna si allontanò un po' dalla parete e scattò una foto.
Uscirono di lì ed entrarono nella stanza seguente, a sinistra del corridoio.
Rimasero paralizzate alla vista delle pareti.
Sul pavimento sporco e polveroso, vi era un materasso bianco sporco, e un mobiletto in legno, sfregiato.
Quella stanza metteva i brividi.
C'erano tanti simboli sui muri. Tante croci, tante scritte, occhi, cerchi, disegni senza alcun senso, scritte come 'power of god', 'the end is near' o 'crazy god'.
Quella stanza sembrava viva e sembrava parlare. Avanzi di umanità tenuta nascosta nella sofferenza più atroce.
Jenna scattò tantissime foto, da ogni angolazione. Catturò ogni minimo dettaglio.
Quando finì, le ragazze esplorarono quasi tutte le altre stanze del corridoio, ed erano tutte simili, una più inquietante dell'altra.
Alla fine del corridoio si apriva una porta che dava ad un'ampia scala.
Ad Alex si illuminarono gli occhi, mentre Jenna mise il broncio.
-Non possiamo tornarcene a casa adesso? Abbiamo visitato già queste stanze, le altre saranno uguali.-
Ma Alexander scosse la testa, lei non era ancora soddisfatta. Voleva di più.
Jenna la seguì di mala voglia, mentre Alexander cominciò a salire scale.
-Perché cavolo sono venuta? Non mi piace questo posto, mette i brividi.- piagnucolò Jenna.
Alexander ridacchiò. Jenna la faceva ridere quando si lamentava.

-Sai, Jenna.- Disse Alex, poco dopo.
Per le scale riecheggiava il rumore dei loro passi.
-In questo ospedale fu rinchiusa la sorella di mia nonna.-
Jenna schiuse le labbra, sorpresa, continuando a seguire Alexander per le scale.
-Sul serio?- La rossa non poté nascondere un'ombra di curiosità nel suo tono di voce.
La ragazza dai capelli blu annuì senza dire più nulla per qualche minuto.
Arrivarono al secondo piano di quell'edificio e Alex rimase immobile per qualche secondo, poi prese a ridacchiare.
Jenna, dietro di lei,si chiese cosa diavolo ci fosse da ridere.
Si sporse oltre la spalla di Alex, per vedere se qualcosa avesse catturato la sua attenzione.
Il corridoio era lungo, e a circa 10 metri da loro c'era una sedia a rotelle.
-Sembra che lo facciano apposta, come quasi tutti i film che parlano di ospedali psichiatrici. Una sedia a rotelle nel corridoio, che poi ad un certo punto si muove.-
Alex trovava divertente quella situazione un po' assurda, ma Jenna no. Lei in quel momento aveva il battito cardiaco accelerato, solo per una sedia a rotelle e per quegli stupidi film dell'orrore.
-Alex smettila, per favore.- Supplicò Jenna, l'espressione del viso preoccupata.
Alex si avviò decisa per il corridoio, passando 4 o 5 stanze senza entrarvi.
Che cazzo stai facendo? , si ritrovò a pensare Jenna, rimanendo ferma. Adesso aveva paura, e supplicò mentalmente Alexander di ritornare da lei, ma l'amica raggiunse la sedia a rotelle e vi si sedette sopra.
Jenna era sconvolta e aveva gli occhi spalancati.
-Guarda Jenna! sono una malata mentale e sto venendo a prenderti!- Esclamó Alex facendo buffe facce, come a voler imitare uno zombie.
La ragazza spinse con le mani le ruote della sedia e avanzó verso Jenna.
La rossa incroció le braccia al petto.
-Alex scendi di lí.-
-Dai, è divertente!- Disse continuando ad avanzare.
Dopo una manciata di secondi la sedia si bloccó di scatto e Alexander balzó in avanti.
-Ma che cazzo?- Le amiche si guardarano con uno sguardo preoccupato.
Alexander si giró e fissó la sedia, aggrottando la fronte.
Poi si abbassò ad osservare le rotelle della sedia, chiedendosi se magari si fossero bloccate a causa di qualche pezzo di legno o altro. Ma non vi era nulla ad intralciare il percorso.
Alex e Jenna si lasciarono quel piccolo avvenimento alle spalle, e continuarono l'esplorazione.
Alexander entró in una stanza a caso del corridoio, mentre Jenna, preso un po' di coraggio, entró nella stanza opposta.
Altre scritte. Tante altre scritte. Ovunque.
Alex si soffermò a leggerne qualcuna. Tutto quello che stava vedendo era sbalorditivo, irreale e affascinante al tempo stesso.
Si girò di scatto verso l'entrata della stanza senza una porta. Aveva sentito un rumore. Come se qualcuno avesse trascinato un piede arrugginito di un letto.
-Jenna?- Alex chiamò l'amica ad alta voce.
Nessuno rispose.
La ragazza perse un battito e uscì di corsa da quella stanza.
-Jenna!- Chiamò più forte.
Fortunatamente la rossa uscì dalla stanza di fronte.
Alex sbuffò, molto sollevata.
-Hey Alexander, guarda cos'ho trovato.-

//
Hello.
Cos'avrà trovato Jenna?
OuO
Ah, Calum Hood mi manda la sanità mentale a puttane,
-xashtonsreject

Hospital For Souls || Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora