POV: [T/N]
E così lo avevo perso per sempre...
In un attimo la mia vita, il mio futuro era andato completamente in frantumi, spazzato via come se fosse semplicemente dello sporco sul pavimento.
Alejandro non sarebbe più tornato nella nostra casa quella sera, era morto.
Un banale incidente sul lavoro, anche se in questo nostro piccolo villaggio sono rari.
Qui si era sempre felici tutti, ma a quanto pare prima o poi... la sfortuna avrebbe dovuto colpire qualcuno e quel qualcuno, il Destino, aveva deciso che dovevo esser io.
La stessa Abuela, Alma Madrigal, venne a farmi le condoglianze.
Decisi di vedere solo lei, dopo il funerale.
Tutti in paese conoscevamo il suo passato e la sua sofferenza, sofferenza che adesso conoscevo pure io.
Quella sera, dopo aver bussato alla porta della mia piccola e ormai vuota casa, senza che ricevesse alcuna risposta, sentii la sua voce:
<Mi Niña, sono Alma Madrigal.>
Al sentire il suo nome, il mio corpo si alzò dal letto in maniera autonoma, quasi come se fosse spinto da una forza misteriosa.
Non mi ero cambiata da quando ero tornata dal funerale, ero ancora avvolta nel mio scialle nero, impregnato di lacrime.
Aprì la porta e non appena vidi la sua figura d'innanzi a me, gli occhi iniziarono a velarsi di lacrime e iniziai a piangere e singhiozzare come una bambina.
Inaspettatamente, sentì le sue braccia avvolgermi in una presa morbida e gentile, mentre mi fece indietreggiare per entrare dentro casa. La porta si chiuse dietro di lei.
<Piccola, sediamo.>
La sua voce era dolce, mi ricordava quella di mia madre, quando da piccola mi facevo male e subito lei correva ad aiutarmi.
Mi asciugò le lacrime con le sue dita e infine mi prese le mani.
<Mi Tesoro... so cosa si prova... so che le parole, di nessun tipo, possono colmare questo vuoto immenso. Ti è stato strappato via il cuore.>
Tenevo lo sguardo basso, avevo paura che alzandolo ricominciassi a piangere, che trovando i suoi occhi non sarei più riuscita a trattenermi, proprio come davanti la porta.
Ad ogni sua parola annuivo, ascoltando attentamente.
<Sappi che non sei sola, qui siamo una grande famiglia. Ti aiuteremo in ogni modo possibile, fino a che non riuscirai a convivere con questa situazione.
Alejandro sapeva quanto vali e la grande donna che sei.
Non lasciare che questo evento determini la fine della tua vita.>
Decisi di alzare lo sguardo e piano piano, con la voce che a momenti mi moriva in gola cercai di rispondere al suo monologo:
<Abuela, lei è davvero molto gentile... e le credo quando mi dice che lei capisce il mio dolore, la rispetto.
Ma non so se riuscirò mai ad amare ancora... Alejandro mi ha lasciata troppo presto. Non abbiamo avuto il tempo di fare dei figli, sono sola e vedova dopo nemmeno 8 mesi di matrimonio.>
Iniziai a singhiozzare.
<M-mi sento vuota e penso mi abbia preso la sfortuna.>
Scoppiai in un pianto disperato, mentre stringevo forte le mani materne di Abuela.
<Mi niña... non ti lascerò sola, te lo prometto.
Conosco la tua situazione, tua madre era una mia cara amica.
Posso solo dirti una cosa: se lo vorrai, quando sarai pronta, la Casita e la mia famiglia sarà lieta di accoglierti, per ricominciare piano piano. Questo almeno posso farlo, per te.>
Al sentire quelle parole, quel caldo invito, mi buttai in avanti e iniziai a piangere sul ventre della capofamiglia Madrigal, ringraziandola di cuore.
Rimanemmo così non so quanti minuti, forse ore.
Alla fine ricordo solo che venni accompagnata a letto e stanca dal pianto mi addormentai.
-
Non so quanti mesi passarono dopo quell'incontro... ogni giorno mi sembrava uguale, un susseguirsi di inutilità, sentivo come se le vite degli altri non mi importassero e che la mia stessa, di vita, mi stesse scivolando via dalle mani.
Capii che era primavera quando un giorno, dopo una lunga passeggiata, mi ritrovai lungo la riva del fiume che si trovava vicino al nostro Paese.
Non ricordavo come arrivai fino a lì, sapevo solo che me ne resi conto quando sentii le mie scarpe inzupparsi a causa dell'acqua che zampillava tra alcune pietre della riva.
Alzai lo sguardo e mi accorsi di tutti quei colori, i fiori erano sbocciati.
Alejandro adorava la primavera, mi portava sempre dei fiori, per adornarmi il capo.
Quante corone di margherite mi aveva fatto?
Mi sedetti, accovacciandomi quando sentii le lacrime avanzare prepotentemente negli occhi e infine scorrere lungo le mie guance.
Cercai invano di fermarle ma ormai era fatta.
Abuela mi aveva detto che ero forte... ma non era vero.
Tutto quello che desideravo era ricongiungermi al mio defunto marito, nulla di più, nulla di meno.
E forse era arrivato il momento.
Lentamente mi alzai, non prima di aver raccolto qualche fiore da mettermi fra i capelli e mi diressi verso il fiume.
Quando sentii l'acqua fredda bagnarmi la lunga gonna color popora all'altezza delle cosce, capii che mancava ormai poco, prima di raggiungere un punto più profondo.
Alzai il viso al cielo e in quel momento notai una farfalla gialla, sembrava quasi dorata, colpita dai raggi del sole.
Ne seguii lo sfarfallio, si stava sicuramente dirigendo sull'altra sponda... almeno lei sarebbe arrivata.
Sorrisi, fino a che non vidi dove si posò.
Il sorriso, che fino a qualche secondo prima aleggiava sul mio viso, si spense.
La morte era davvero stata così veloce e dolce?
Era davvero il mio Alejandro l'uomo che vedevo aldilà del fiume?
Mi stava aspettando?
Iniziai a sorridere felice, inizia a chiamarlo, volevo raggiungerlo subito e tuffarmi fra le sue braccia.
Volevo che i suoi occhi color nocciola mi guardassero amorevolmente ancora una volta e che mi avvolgesse con le sue braccia sicure e forti.
Lo chiamai:
<ALEJANDRO!>
Mi stava guardando, ne ero certa!
<Aspettami! ALE->
Il piede scivolò su un masso e di colpo mi ritrovai con l'acqua alla gola.
Rinsavii, non ero ancora morta, ma se non ero ancora morta, perché vedevo Mi Amor, lì... che mi aspettava?
Ero sicuramente diventata pazza.
Ma ora ero sicura di voler morire?
Cercai con tutte le mie forze di tenermi a galla, ma non sapevo nuotare.
Sentii il fiato abbandonarmi, mentre con un ultimo barlume di speranza, guardai Alejandro sull'altra sponda.
Lo vidi tuffarsi verso di me.
Ma alla fine, chiusi gli occhi e affondai.
Forse doveva andare così...
Forse Abuela quel giorno si era sbagliata, tutti commettono degli errori... sicuramente anche lei aveva riposto male la sua fiducia in me.
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Dandelion [CAMILO X READER]
FanfictionLa storia è ambientata cinque anni dopo gli eventi di Encanto. Dopo aver perso l'amore della sua vita, (T/N) riceverà aiuto da Camilo Madrigal. *Disclamair* Camilo ha 20 anni. #1 Disney dallo 03/01/2022 al 14/01/2022
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