5 - Concime per le primule

Start from the beginning
                                    

Che gli Adams fossero convinti che per diventare una persona di successo bisognasse servire lo stato americano in almeno un settore nazionale, beh questo si era capito. E proprio per questo motivo accoglievano in famiglia chiunque soddisfacesse quel requisito.

Nel duemilasei, dopo il divorzio, Tyrone andò a vivere col padre in uno degli alloggi concessi ai servitori dell'US Army, a poca distanza da Ranton Town. Ciò gli concesse di continuare a frequentare la stessa scuola e di mantenere il rapporto che si era instaurato con il suo migliore amico. Passarono gli anni ma non si separarono mai, c'erano sempre l'uno per l'altro e in ogni situazione. Alcuni anni prima, infatti, i genitori di Oakley morirono tragicamente in un incidente domestico, e fu proprio Evan a prendere sotto la propria ala il ragazzino a cui non poté far a meno di affezionarsi. Fu così che i due adolescenti poterono proseguire per la stessa strada.

Slanciato, due gambe lunghe che all'apparenza, sotto le uniformi pesanti, sarebbero potute sembrare magrissime, le spalle larghe proprio come Tyrone, allenate dagli allenamenti quotidiani e mattinieri a cui non osavano sottrarsi. I capelli erano corti, pieni di ciocche castane dalle punte arricciate che gli incorniciavano il viso delineato ed evidenziato dalla mandibola leggermente pronunciata: veniva persino il dubbio che allenasse anche quella, magari sollevando con i denti carichi pesanti come con quelle buste che trovi ai supermercati in cui vendono gli ortaggi. Aveva gli occhi vivaci, apparentemente scuri e un po' affossati dall'espressione accigliata che le rivolse.

Quando Dorothea scese in salotto per salutare gli ospiti, ricambiò con lo stesso sguardo confuso e sfaccettato, misto all'attonimento e a quel leggero imbarazzo che la distingueva. Nessuno dei due ricordava dell'altro, o almeno non si ricordavano così.

Cresciuti, maturi: lui un uomo, lei che appena poteva definirsi adulta, si osservavano intensamente come ad analizzare l'uno l'anima dell'altra. Gli altri continuavano a parlare tra di loro, c'erano altre persone oltre alla famiglia di Dorothea, eppure i loro occhi furono gli unici a trovarsi in quella marea di sguardi. Era quella sensazione di meraviglia che si prova quando giungi in un luogo che hai sempre voluto visitare, su cui hai fantasticato ad occhi aperti così a lungo e che, una volta arrivato, ti accorgi ti esser tornato nella casa che non credevi di aver abbandonato.

Sentì nascere un estraneo svisceramento dall'ombelico in su, che si dipanava nel petto in un misto di incertezza, euforia e conforto che non aveva mai provato prima. Proprio per questo, quello che ne seguì fu una totale negazione delle proprie emozioni, riducendole a qualcosa di fanciullesco, affrettato e ingiustificato. Si diede della rincretinita perché solo una persona così avrebbe potuto provare quel misto di emozioni per qualcuno che neanche conosceva.

«Oh eccola!», sentì la voce di suo padre venire da destra e dovette sforzarsi con tutta se stessa per distogliere lo sguardo dall'uomo che, dall'altra parte della stanza, avrebbe dovuto ascoltare ciò che Tyrone e una donna sulla sua sinistra gli stavano dicendo.

«Lei è Dorothea, mia figlia.» Suo padre la stava presentando ad una coppia di amici che, tra un discorso e l'altro, scoprì essere genitori della donna che affiancava il fratello. Si rese conto ben presto che la casa era affollata di gente sconosciuta e che ovviamente lei non ne sapeva niente di questa iniziativa presa sicuramente dai genitori. Quando ebbe l'opportunità di congedarsi, si mise stretta in un angolo sulle punte e con il collo allungato per cercare di scovare la madre o perlomeno Tyrone.

Fu a quest'ultimo che si rivolse quando lo notò rientrare in salotto dopo essersi allontanato per procurarsi la bevanda calda che allora reggeva tra le mani. «Che sta succedendo? Non sapevo che avremmo dato una festa.»

«Nemmeno io, te lo assicuro.» Le rispose portandosi alle labbra una tazza fumante dal contenuto sconosciuto, mentre spostava come lei lo sguardo da una persona all'altra. Dorothea si stava spazientendo, non conosceva nessuno e quel soggiorno sembrava pronto a deflagrare da un momento all'altro talmente era soffocante il calore del camino e quello dei corpi accalcati. «Ma ti ho visto parlare con delle persone, suppongo che ti sia fatto un'idea.»

Evermore - 𝑆𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝐶𝑖𝑒𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝐴𝑙𝑡𝑜𝑛𝑎 𝑉𝑎𝑙𝑙𝑒𝑠Where stories live. Discover now