Vima ha una rivelazione

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Vima scriveva metodicamente segni sulla carta. Fuori il tempo era clemente, la finestra chiusa, la scrivania vicino al letto, i libri contro il muro: vite di santi, versi in latino, storia antica.


Vima ha cinque anni, le sue bambole sono assiepate sul bordo del cuscino, un quadro di Jeronimus Bosch il cristo con la croce, sta sopra il letto. Tutto è calmo, tranne il cane che abbaia, vicino a lei.

Vima non smette di segnare sul suo foglio forme e segni, metodicamente e con cura: una rosa orna il centro del disegno, simile alla rosa che sta sulla sua scrivania in legno leggero posata in un piccolo vaso in vetro.

I genitori non pensano che una ragazza debba avere un tavolo più prezioso dei libri che legge, e Vima non pensa disegna. Il cane di fianco a lei di stazza piccola e a pelo lungo e biancastro, forse sporco, abbaia sempre più forte. Le si avvicina e latra ferocemente, come se volesse avvertire Vima, come se il fuoco divampasse in casa. Vima continua a disegnare senza scomporsi, senza sentire, senza attendere al rumore canino.Il cane è irritato si avvicina sempre più, con più foga.Vima per segnare meglio sul foglio, si aggiusta la sedia che si muove e colpisce inavvertitamente il muso del cane: il cane indietreggia guaisce ma torna subito ad abbaiare, sempre più irritato, sempre più aggressivo.


Virna sta per disegnare qualcosa di difficile, la sedia si torce di qualche centimetro, il cane aggira la sedia si avvicina sempre più. Sembra frustrato di non essere inteso. Finchè a un certo punto morde la caviglia di Virna.Vima sente il dolore alla caviglia, il cane afferra forte, il sangue macchia la calzetta bianca di Vima. La penna cade, Vima fa una smorfia e di dolore e di orrore, cerca di divincolarsi dalla morsa.

In quel momento esatto si spalanca la porta della camera e una figura femminile entra.La mamma di Vima ferma e alta dice con voce calma. Vuoi dei biscotti col te, tesoro? Il cane non c'è più. Il sole entra dalla finestra, una nuvola fa capolino tra gli olmi secolari del giardino, un libro sui mosaici bizantini fa bella vista su uno scaffale, il volto di Teodolinda irradia un calma ieratica e composta ed è serio e quieto come ogni cosa nella stanza.il calzino bianco è ordinato e al suo posto sulla caviglia. Niente sangue."Sto servendo in cucina", aggiunge mamma Iris.Vima raccoglie la penna caduta, la posa di fianco al disegno, la lascia lì sulla scrivania bianca coperta da un vetro. Scende dalla sedia, e si avvia verso il corridoio.

Entra nella piccola cucina confortevole e dai toni verdi e siede davanti alla tazza di tè.Iris, la mamma, chiede con cortesia, hai fatto i compiti? Il suo tono è neutro.Vima risponde "sì", e immerge metodicamente i biscotti nella tazza.Iris aggiunge, "ricordati che dobbiamo andare a prendere Nonna alle 17:30 oggi , quindi fatti trovare pronta per cortesia".

Vima non risponde, fissa l'acqua del tè incuriosita dal suo colore.Hai visto il libro che papà ha comprato per te?"Quello sulla storia del ducato di Milano?", risponde Vima.Sì, ci sono anche descritte e indicate le ville nobili della nostra zona, tra cui quella su cui ho fatto la mia tesi di Laurea. E' molto interessante,"Sì, molto"

E' un bel regalo. Che cosa carina ha fatto papà per te.Vima non risponde a parole, guarda e sorride come di un sorriso pieno, ma in qualche modo giustapposto, vero ma strano e diverso.Immerge il suo biscotto di nuovo nella tazza aprendo la piccola bocca per non fare cadere il biscotto e lasciare intatto il colore chiaro del tè. I pensieri fuggono altrove.Iris afferra una piccola borsa sciapa e priva di personalità ed esce dalla stanza.

(al tempo gli occhi di Vima mostravano una dolcezza profonda mista a una verità impossibile da leggere.)


Che cosa carina ha fatto papà per te, vero?Vima non risponde, immerge il suo biscotto di nuovo nel tè e mangia aprendo la piccola bocca. Iris esce dalla stanza, Vima continua metodicamente a mangiare, le pupille verdi e azzurre e i pensieri che fuggono altrove.

L'anima azzurra di VimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora